Francolando Marano
Poesie
Sulle note del “Gabbiano infelice”
L’ansia di moto
appena accennata
si spegne tra le pieghe
del cervello ingrigito.
Contro il muro
dell’indifferenza
si frange il lento rigiungere
di mete non mie.
Nella basca veduta
dell’angolo straniero
s’incaglia la fragile nave
del sonoro viaggio.
Che traguardi di cielo
ha impedito la terra di Uomo?
Quale gabbiano infelice
di sbarre ha dotato la notte?
(138-1971)
Il Pierfaone
Rifugio di leggende e miti
ospite di memorie vive
santuario degli eterni riti
intreccio poi di genti schive,
nella nebbia della prima alba
austero svetta il Pierfaone.
Vento dei due mari lontani
invade i rifugi lucani,
travolge il mito dell’umano
andare avanti e chi era indietro,
lungo l’affanno della storia,
è in testa e guida quelli che tornano.
(185-2014)
Nella notte
Nella notte in cui i dèmoni
si diedero convegno
e forze oscure egemoni
conquistarono il Regno
dalle verdi pianure
si levò un grido antico,
dal Monte e dalle alture
rispose un canto amico.
Minaccia il nero Alburno
per gli incauti invasori,
a chi da sempre a turno,
scampando ai predatori,
verso il Panormo andava
e affrontava l’ignoto,
benigno, indicava
un valico remoto.
Passarono le genti
nei secoli le rupi
con i carri e gli armenti
tra le aquile e i lupi.
Da eredi di rovine
nuovo popolo in nuce!
E raggiunsero infine
la terra della luce.
(193-2014)