Sulle note del “Gabbiano infelice”

 

L’ansia di moto

appena accennata

si spegne tra le pieghe

del cervello ingrigito.

 

Contro il muro

dell’indifferenza

si frange il lento rigiungere

di mete non mie.

 

Nella basca veduta

dell’angolo straniero

s’incaglia la fragile nave

del sonoro viaggio.

 

Che traguardi di cielo

ha impedito la terra di Uomo?

Quale gabbiano infelice

di sbarre ha dotato la notte?

 

(138-1971)


 

Il Pierfaone

Rifugio di leggende e miti

ospite di memorie vive

santuario degli eterni riti

intreccio poi di genti schive,

nella nebbia della prima alba

austero svetta il Pierfaone.

 

Vento dei due mari lontani

invade i rifugi lucani,

travolge il mito dell’umano

andare avanti e chi era indietro,

lungo l’affanno della storia,

è in testa e guida quelli che tornano.

 

(185-2014)


Nella notte

 

Nella notte in cui i dèmoni

si diedero convegno

e forze oscure egemoni

conquistarono il Regno

 

dalle verdi pianure

si levò un grido antico,

dal Monte e dalle alture

rispose un canto amico.

 

Minaccia il nero Alburno

per gli incauti invasori,

a chi da sempre a turno,

scampando ai predatori,

verso il Panormo andava

e affrontava l’ignoto,

benigno, indicava

un valico remoto.

 

Passarono le genti

nei secoli le rupi

con i carri e gli armenti

tra le aquile e i lupi.

 

Da eredi di rovine

nuovo popolo in nuce!

E raggiunsero infine

la terra della luce.

 

(193-2014)