Fantasia

Luci ed ombre,
un lungo viale con alberi fitti,
il fresco respiro della natura.
Mi muovo e sento che il mio cammino sarà infinito,
leggero,
non può essere altrimenti.
Cosa è più affascinante dell’abbandonarsi alla forza
seducente di un’immagine,
lasciarsi trasportare dagli occhi della mente,
volare sulle ali di quella che da bambini ci insegnano a chiamare fantasia.
La luce negli occhi si spegne proprio quando lei abbandona
ad un tratto quel bambino un po’ sperduto che è in tutti noi.


Ero un bambino

“ Ero un bambino,
Solo quasi un ragazzino,
timido al punto di arrossire perfino,
se solo un adulto mi trovava carino.
Ero un bambino,
figlio di una Mamma ed un Papà divisi già,
ero solo quasi un ragazzino,
E quella strada la facevo ogni mattino,
per la Scuola senza sapere quale scherzo mi avrebbe fatto,
il destino.
Ma quella domenica,
vi sembrerà stupido forse,
io non la dimentico.
Quella domenica, una delle tante,
che sempre per quella strada,
con le mie gambe,
andavo a casa a pranzo dal mio Papà,
Unica colpa,
quella di portare,
per il freddo ed il solito vento che Eolo soffiava già,
un cappellino,
un cappellino di lana come tanti,
ma diverso da tanti,
solo perché firmato FILA.
Ero un bambino,
appena forse un ragazzino,
che non conosceva ancora gli inganni che…,
che… la Vita mi avrebbe di lì insegnato già,
E che non immaginava che ragazzi,
più grandi e già con il motorino,
avrebbero strappato via,
dalla mia testa,
quel cappellino.
Ero quasi forse un ragazzino,
che non immaginava di provare già allora,
dolore per gli inganni che la Vita mi stava insegnando già.
Ero un bambino,
Un bambino di tanti anni fa!”.


 

Dialogo tra uno Scrittore e le Parole

Scrittore: “ E bene, Saremmo noi, gli scrittori ad aizzare le Masse, la gente,
Il Popolo, alle rivolte, alle guerre?”

Scrittore: “ Non siete voi, Care Parole, a essere più affilate della lama tagliente di un
coltello?
A riempire di pensieri, i nostri fogli, le nostre pagine.
Di riflessioni, d’ideali, e di tutto quello che in fondo scriviamo?”.
Parole: “ A Saremmo noi taglienti e pericolose, saremmo noi a spingere alle guerre,
alle Rivoluzioni,
Siamo noi a dare vita, ai tuoi pensieri, alle tue riflessioni.
ai tuoi ideali, vero, Caro Scrittore?”
Parole: “ Siamo noi, si! A dare forma a tutto quello che tu, Caro Scrittore, rifletti, idealizzi.
Ma se rifletti davvero , Noi siamo solo scatole vuote,
Sei tu a riempirci di significati, di pensieri, insomma di contenuti!
È attraverso di Noi che esprimi sentimenti ed emozioni,
Formi versi e rime, “
Parole: “ Noi Parole, voliamo, no?
Se non rimaniamo scritte nelle tue, famose, pagine ! ”
Scrittore: “ Ebbene sì, aimè! Avete ragione:” Verba volant, Scripta manent!”
Scrittore: “ Siamo da sempre noi a riempire pagine,
Sperando di raggiungere il Cuore di chi amiamo, o,
Ad offendere l’ animo di chi ci è avverso!
Certo sì, cosa sarebbe, difatti, uno Scrittore senza di voi, Parole?”.
“ Con gli occhi e con i gesti si potrà anche comunicare,
Ma è la Penna che da l’ immortalità a noi uomini,
Voi, Parole, scritte di notte o di giorno ,Tra tempeste e venti,
Tra lacrime di sofferenza e nuove speranze,
Sì, sì, siete voi dunque a creare a tutti i sogni e le emozioni che.
In prosa, o rime e versi, ci auguriamo che tocchino le corde di altre Anime.
di altri Cuori!”.

Scrittore: “ Adesso vi saluto,
Altrimenti rimarrei muto!”.

(14/1/2014)