Buongiorno – Buon giovedì

Margherita/Marco – Anna Maria/Giuseppe

Ieri pomeriggio, intanto che i lavori di giardinaggio portavo avanti per essere poi libero di iniziare questo anno nuovo in compagnia dei nostri amici che si preparano a vivere quei momenti insieme, la notizia di Marco arrivò su face book: Margherita non c’è più. Due parole semplici, come semplice la figura che ho visto nella residenza S. Francesco di Marco e Margherita. “Siete l’ampliamento della mia famiglia…vorrei solo dirvi che Margherita ci ha lasciato”.

Come potrebbe un marito scrivere diversamente: in quella frase senti il calore di un uomo che è stato vicino alla sua donna. Il tempo, il vivere giornaliero, la trasformazione di un corpo non può essere una scusa per allontanarsi da chi, un giorno, nel fiore della vita, ti sei innamorato, ti sei sposato, hai avuto dei figli e continui questo cammino anche se l’unica soluzione è una residenza per i nonnetti.

Così ti fa pensare alla disperazione di Luciano, abbandonato dalla moglie e in parte dai figli, di Simonetta abbandonata dal marito e dal figlio, anche loro ospiti nella struttura di Margherita. Non può una risonanza magnetica far girare le spalle a chi dovrebbe, in qual momento, stare vicino a tutte le tue paure, le tue insicurezze, le ansie che pensi andrai a finire su una sedia a rotelle. Non puoi essere così codardo di scappare perché la tua donna o il tuo uomo non è più come prima.

Il tuo amore, Marco, verso Margherita ci ha dimostrato che, anche quando non c’e la fai più a tenere in casa la tua compagna che hai scelto in sposa, e l’hai collocata in una casa di riposo, la tua presenza giornaliera mangiando vicino a lei, passando il tempo quasi fosse la vostra casa, mi dà forza per capire che c’è una forza in noi per sconfiggere chi nella vita cerca solo il proprio benessere, l’ipocrisia, il fregarsene dei problemi che ogni giorno una schiera di ragazzi deve affrontare.

E la tua testimonianza, Marco, mi porta verso la lettera che ha scritto Giuseppe al nazionale dell’AISM: una testimonianza di vita che ha visto la bellezza femminile di Anna in una persona che non riesce più a camminare e deve essere alimentata con la PEG.

Ma i suoi occhi quel giorno hanno comunicato con i miei: una lacrima di ricordo è scesa sul suo viso che amorevolmente Giuseppe le ha asciugato. Forse voleva dirmi che era contenta che ero venuto a trovarla e per dire grazie che ci sei Giuseppe, per dirmi che la vita può continuare se nel nostro cuore brilla ancora una luce di speranza verso chi ti vuole vicino ed essere accompagnato, da adulto, come un bambino.


Occhi di gatto

Occhi di gatto

Per uno strano destino

nei miei movimenti

son tornata fanciulla

dei miei anni ridenti,

dalla finestra mezza spalancata

sconvolgono la mia mente

in una stanza interrata:

sono in un sonno profondo

fuori da questo frenetico mondo

ormai sedata per superare

questa strana malattia comportamentale

che di nome è bipolare.

Ho vagato senza senso per superare

quegli istinti in me incorporati,

son riuscita a non fare shopping

nei negozi super arredati

che attirano le persone

a essere “in”, alla moda,

ubbidienti quasi come soldati,

che la televisione bombarda slogan

per trasformare le persone

e la mia mente, quasi assuefatta,

per poco tempo si è rifiutata

di seguire una linea

da tutti per la moda osservata.

sulle sabbie egiziane dovevo trovare

che poteva farmi sperare

un solido cammino:

nella mia giovane vita

uno sguardo tra due persone

può portare ad una conversazione

e trasformare, magia del creato,

ad un innamoramento innato.

Ma in destino è crudele.

vive solo al presente.

non tiene conto del passato

e nemmeno del futuro

così cominciai a pensare

lentamente andava a sfociare

in quel mare di illusioni,

di speranze dissipate:

mi doveva condannare

per cessare in me la burrasca

mi trovai in un lettino d’ospedale

per poi acconsentire

ma ombre riflesse

un ragazzo

che la mia favola

la realtà di vita

di farmi sedare.

Io son qui

al tuo letto vicino,

qualche parola di ricordo

mi bisbigli col capo supino.

Sei in un altro mondo

con assenza di cose materiali

sono negate le carriere,

i titoli nobiliari,

le scalate per primeggiare:

non esistono i super premi

quasi regalati

per illuderti che se vinci

sconfiggi la povertà

e ti trovi tra tanti illusi

che la vita a loro dà

il senso illusorio dell’unicità

per sviluppare e avere

sempre più arroganza

scalando il potere.

I tuoi occhi socchiusi

mi rimandano al passato

quando entravo in questa corsia

a fare volontariato

e stavo quei pochi momenti

vicino a persone

che per colpa della vita

la loro psiche cambiava direzione

e il loro subconscio cercava

questa bastarda società

che ci vuole portare

in un mondo materiale

dove il più astuto delinquente

può primeggiare;

ma la mia filosofia si oppone

e vuole far primeggiare

certi princìpi innati

ci ha incorporati

e il mio pensiero ti sia vicino

anche se ti sto parlando

con un cuore di bambino.

di cambiare

che la natura


magnificat

Oggi fai 50 anni

del tuo operato

eri quasi una bambina

quando hai cominciato

a pregare

quel Dio che ci da consolazione

quel Dio che ci aiuta

a trovare uno scopo,

una sensazione,

per chi non ha più nessuno

e da tutti è scartato

oppure un morbo bastardo

l’ha reso handicappato.

 

Ti ho conosciuta

vestita come la neve

nella corsia dell’ospedale

il tuo passo era lieve

per portare all’ammalato

una parola dolce

così era confortato:

avere qualcuno vicino

ti ricorda la gioia

di quando eri bambino.

In certi attimi di terrore

il tempo par essersi fermato

un minuto di dolore

è più lungo di tutto il creato.

 

Questo tempo che scorre

ti sta per premiare

il tuo sorriso spontaneo

vaga nell’etere verso quel Dio

osannato e bestemmiato

dai popoli della terra

martoriata con i suoi figli

da questa ingiusta guerra.

La tua dolcezza

mi aiuta a sperare

che un Qualcuno,

dopo la nostra morte,

ci vuole premiare.

gigi


Repartino

Tu che entri

in questo locale

requentato da angeli

per farti sedare

e portarti

verso un mondo

da te staccato

dove i tuoi pensieri

ti hanno stregato

e illuso di vivere isolato

dove la gente comune

non ti ha accettato.

 

Il tuo cervello

elabora ancora confusione

forse assuefatto

dalla nostra televisione

dal vivere nostro strano

dove il denaro

è in primo piano

e confonde la gioia

con il primeggiare

sia sul lavoro,nello studio

o nello sport primo arrivare.

 

Caro amico non confondere

ciò che ti hanno insegnato

fin da piccoli

sui banchi di scuola

dove i voti migliori

venivano premiati

e quelli che faticavano nello studio

venivano scartati

per lambire solo ad un primato

studiando assiduamente

verso un diploma agognato

che forse, poi, non servirà

a niente.

 

La tua psiche, il tuo comportamento,

mi inducono a pensare

che la gioia è l’apprendere.

meravigliarci del niente è filosofare:

la felicità la trovo

starti vicino

collaborando con un gruppo

che opera in modo “celestino”.

 

Quando uscirai da questa porta,

dopo “vasche” stressanti

di questo angusto corridoio

progettato da un direttore

e supertecnici

in modo maniacale,

dove uomini e donne

la loro privacy

non possono offuscare,

da qualcuno sarai sorretto

per il tuo camminare traballante

e se, fuori, qualche passante,

ti guarderà meravigliato

tu non ti preoccupare

vai avanti

perché sei stato in un mondo

che la gente non può immaginare:

la tua omeostasi ti ha portato

verso un miracolo, magia del creato.

gigi


Primavera

Il gruppo ormai era allineato. Ragazzi e ragazze avevano raggiunto il 18° anno e aspettavamo, dopo l’addio ai genitori, di avviarsi a piedi verso altre terre. Questo accadeva nei villaggi romani tanto tempo fa per fondare altri villaggi e tramandare la vita.
Ver Sacrum, la primavera sacra.
Fondare altri villaggi da soli voleva dire ,a quell’inizio di comunità, di essere operosi, di impegnarsi e collaborare.
Son passati secoli: i nostri ragazzi in questi tempi sono sbandati, manca il lavoro e hanno paura di uscire dal loro guscio per innescare quella scintilla di speranza e farsi una nuova famiglia.
Questa esplosione di fioritura in questo giorno di primavera possa unirci per accendere quella fiamma che brilla nei nostri cuori per metterla a disposizione e unirci nella solidarietà con tutti i nostri amici. Nel gruppo ognuno affronterà giornalmente l’impegno che si è imposto per rendere serena la strada per la costruzione di nuovi sogni, nuove speranze. Non ci sono leader, capi, ideologie politiche o religiose. Ci sono semplicemente delle regole: rispetto, amicizia, empatia e amore per noi stessi e per i nostri compagni. Amore per noi stessi quando navighiamo in certi luoghi e il sensuale suono delle Sirene che ipocriticamente qualcuno vorrebbe distoglierci dal nostro operato: in questi casi dobbiamo essere forti ed avere una buona autostima per dire “we can, we care” noi ci siamo, noi ci prendiamo cura di te.
Questa camelia sbocciata nel mio giardino è macchiata di bianco per la vicinanza del biancospino. Questo incorporamento di colori ci porta verso l’innamoramento dell’essere umano, ma non come è pubblicizzato dai mass media. L’innamoramento lo vedi chi sta vicino alla nonnetta, la cambia, la mette a letto e fa di tutto per renderla partecipe della giornata, anche in silenzio; la forza di questo operato sta per non farla parcheggiare dai suoi amati figli in una residenza serena chiamata volgarmente casa di riposo, dove una visita affrettata conduce ad una affrettata morte piena di noia e di solitudine.
Innamoramento è quando sei vicino ai ragazzi con sindrome Down o piccoli problemi psichici dove i centri diurni e i gruppi appartamento in parte alleviano lo stress anche dei familiari.
Innamoramento è quando ti trovi in un campo di lavoro, operi per tentare di dare una speranza a chi ormai la società l’ha distrutto: droga, alcolismo, macchinette mangiasoldi, ecc. Il nostro bel Parlamento con i politici ruspanti che giornalmente la TV ci fa vedere e ascoltare non hanno parole per il disastro psicologico che andiamo incontro, lascia le famiglie allo sbaraglio: qualche slogan imposto sui pacchetti di sigarette o qualche consiglio che fa vomitare: Attenzione, il gioco può portare dipendenza”. No, cari governanti, non voglio essere dipendente: ho la libertà di dirvi che un po’ di attenzione per un recupero di questi giovani ci sarebbe: pubblicizzare e sostenere incontri psicologici per dar forza a non cadere nei tranelli del vizio. Il Sert (servizio per tossicodipendenze) con i corsi OSA ci fanno sorridere. Continuate pure a stare sulle vostre poltrone romane e discutere come i bambini delle elementari. Se non si parte con la costruzione di massa per togliere il vizio e progettare operosità nei giovani, quando si arriva ai centri di riabilitazione ormai è finita. Più comodo è tacere per incassare su ciò che voi scrivete è nocivo e può provocare la morte. Perché non scrivete che può provocare l’impotenza sessuale?
La nostra evoluzione ci ha conservato i geni dei nostri padri per costruire. Questo sbocciare della primavera facciamola nostra e innamoriamoci dell’amicizia, della vita semplice, come semplice è lo sbocciare di un fiore: solo così possiamo far nostra la Primavera, far nostro il Ver Sacrum.


Fornaretto

L’alzata con le stelle al mattino
nel letto la moglie lasciavi
addormentata:
ormai la sveglia per te
era suonata.
Hai impastato farina
per dare una pagnotta fumante
al viandante
frettoloso vicino alla tua vetrina.
Una famiglia unita
nel lavoro familiare
una figlia al banco, Sonia,
panettiera esemplare.
Un sorriso ai clienti
ed alcuni molto esigenti
portarono un maestro ad acquistare
quantità di pane enorme
per la visione di una fanciulla
assaporare.
Ora ci siam trovati
in un gruppo sclerato
dove il non deambulare
vien celato
dalla forza di volontà
per stare vicino a persone
di qualsiasi età
e l’esempio
mi aiuti a meditare
che nella vita non è l’aspetto fisico
ma è il modo di amare
e stare vicino
a chi fatica nel cammino.
Forse una risonanza
cambierà il ritmo giornaliero
e la sclerosi multipla imporrà
un ritmo non capito dalla società.
Ma quella farina
dal fornaretto di Venezia
manipolata
possa con il sorriso di Sonia
trasformarsi in speranza di vita
a chi stenta di affrontare
la salita.


Grazia

La luce penetrante
nella finestra socchiusa
porta ansimante
in estate la propria calura .
Il tuo pensiero
vaga lontano
verso un gruppo di persone
conosciute da poco,
in modo strano.
Il tuo dolore l’hai trasformato
in una gioia mattiniera
imponendo un ritmo
da valorosa guerriera.
Dal tuo letto
la dialisi è diventata
tua compagna:
attendi con ansia
una visita non affrettata
per uscire ed assaporare
la giornata.
La distanza impone
di vederci occasionalmente
ma la nostra radio chat
tutti giorni è presente
per poter informare
a tutti i componenti
se al mattino sono presenti.
Tra poco ognuno di noi
le vacanze con la famiglia seguirà:
ma il mio progetto filosofico
la mia mente capterà
la voglia di lasciare
la tua stanza
e assaporare
l’aria marina o montana:
anche qualche giorno può bastare
per non perdere il sorriso
entrato in noi
e continuare
la gioia di esserci e di amare.


SILKE

Un trapezio volante
per gli acrobati volteggiare
quel giorno la presa di mani
non sei riuscita
ad afferrare
e il suolo, senza protezione,
fermò il tuo corpo
portandoti
alla non deambulazione.
Ma il tuo spirito
di atleta innato
ha superato
quella crisi di immobilità
e con gli allenamenti
ti ha portato
verso un traguardo
da podio iridato.
Stai dando esempio
a persone allettate
che per colpa di neuroni
sono condizionate
ad avere al mattino
un supporto per portare
Il loro corpo
su quattro ruote per deambulare.
Il tuo impegno, Silke,
mi consola ad essere presente
nelle tue gare
di handbike con chi vuole partecipare.
Ogni evento è una festa
un modo per ricordare
che la vita può essere trasformata
nell’impegno di esserci,
come una corsa,
faticosa e sudata.