Giorgia Settepanelli e Assunta Perilli

BIANCA E MAGNOLIA

A chi, inconsapevolmente ,ha ispirato questo racconto.
A chi si dispera per amore.
A tutte quelle che ce l’hanno fatta.
A tutte quelle che vivono nella speranza di farcela.
A tutte quelle che temono di non farcela.
NOI CE L’ABBIAMO FATTA.

Chi non ha letto “Il Piccolo Principe” difficilmente riuscirà a ricavarsi uno spazio nella sua vita.
Io sono un’eccezione.

Ci conoscemmo all’Università nel 1988.
Facoltà di Lettere.
Lezione di Letteratura delle Tradizioni Popolari.
Mi sono laureata un anno prima di lei, non per merito però, naturalmente ma, perché lei viveva, in quegli anni, una settennale turbolenza amorosa.
Diversissime caratterialmente e fisicamente: lei impersona perfettamente la dea della Fertilità, io quella della Carestia. Lei dolce ed accondiscendente, io orgogliosa e testarda. Lei marina, io montanara. Io molto pratica, lei più teorica.
Lei che per uscire a buttare l’immondizia non rinuncia ad un filo di rossetto, io che esco a fare la spesa in pigiama. Lei Toro, io Capricorno.
Rarissimi i libri letti in comune tanto che, tutte quelle volte che ho tentato di immergerla nei piaceri delle mie letture, non è mai riuscita a portarle a termine.
Se ci penso bene, però, un punto sostanziale in comune ce lo abbiamo: la stessa egoistica passione per le creme tanto da compromettere, a volte, l’amicizia nel cercare di accaparrarcele dagli scaffali di Liana (sua sorella, numero uno, per noi, nella classifica nazionale degli informatori medici).
La lontananza, per noi, non è un ostacolo, viviamo in due posti diversi e tutte le volte che decidiamo di stare insieme lo facciamo, per non più di tre giorni però, altrimenti rischiamo di prenderci per i capelli!.
Un episodio, più degli altri, solo al pensiero mi mette addosso una convulsa ilarità da scatenare quasi un attacco d’asma, fu quando la invitai per Capodanno a casa mia e poi la portai a fare la cameriera in un ristorante. Quei corpi celesti che ogni tanto vedevo passare non erano i botti di fine anno ma, i fulmini che mi inviavano i suoi begli occhioni neri!

La vidi, per la prima volta, sulle scale dell’Università: aria da Fonzie, vestiti quasi regolari, capelli, rosso impossibile da ripetere in natura.
La rividi, nuovamente, a lezione di Letteratura delle Tradizioni Popolari; diventammo, quasi subito, amiche; come non esserlo!? Siamo così diverse!
Lei è la donna del…
….io non richiamo neanche se crepo (con gli anni ha rivisto la sua posizione);
…dell’uscita senza trucco;
…della calzamaglia sopra la canottiera;
…della mutanda ordinaria;
…dell’amicizia prima di tutto;
…del capello tinto e corto;
…dell’abbasso le “bambole”;
…dell’uomo stile Stefano Accorsi (arrivato dopo aver lasciato Ligabue);
…della tessitura a mano;
…dei modi spiccioli;
…del non atteggiamento di convenienza;
…dell’alimentazione vegetariana.
Lei è la mia amica!
C’era un piccolo neo, in quegli anni, una piccola “bugia” ma, subito la emarginammo. Ricordo che la nostra amicizia si rafforzò durante una mangiata di due stecche per uno di Lila Pause, divorate, in maniera ingorda, prima di arrivare a casa e doverle dividere con qualcun altro. Le soddisfazioni della vita!
La sua casa era il regno dell’approssimazione ma, sempre piena di amici. Non si perde mai d’animo, è la donna del lato ironico della vita.

“BRRR che freddo!. Assù accendi il camino!”
“ Non sono capace dobbiamo aspettare che torni mia sorella”
“ ma io non sono abituata a queste temperature, se mi ammalo mi rovino la gita”
“ Perché dovresti ammalarti?”
“ Ho già il raffreddore”
“ Mettiti la giacca”
“ Io domani riparto, qua mi ammalo e mi rovino tutte le feste di Natale!”
Ancora non avevamo lasciato le valige e già i nostri toni si erano inaspriti. Avevamo deciso di passare qualche giorno insieme prima delle feste e così la invitai in montagna da me. Da quando la conoscevo questa era, forse, la terza volta che veniva e dalle prime battute già sapevo quanto sarebbe stata breve la convivenza.

Mi ero scomodata ad andare da lei solo perché avevo un progetto da proporle, ed era meglio farlo di persona.
“ Giò, se domani è bel tempo ce ne andiamo a sciare.”
“Assù, vuoi scherzare? Se mi rompo una gamba? Perché, invece, non scriviamo un “libro” sugli ultimi eventi sentimentali?”
“ Sì, possiamo farlo anche la sera, quando torniamo”.
…e pensare che quando viene al mare, da me, non fa neanche il bagno; perché mai io dovrei andare a sciare?”.
La meterologia mi diede ragione. Il giorno dopo nevicava e non si andò da nessuna parte!…

“…solo dopo la separazione
ti rendi conto che la sensazione
di felicità che provavi
con un uomo non dimostra
necessariamente il tuo amore per lui…”
Margherite Duras

Sono stata , gentilmente, accompagnata sull’uscio della sua vita, così pensava di farmi credere, mentre sapevo, perfettamente, di aver ricevuto un solenne calcio nel culo. (NdA. volevamo dire sedere ma, poi, non avrebbe fatto così male). Avevo progettato un viaggio, decisa a dichiarargli, apertamente, tutto il mio amore. A causa di un recentissimo cambiamento di lavoro le sue ferie non vennero accordate, adesso mi chiedo:” ironia della sorte?”. Sul momento non ci furono problemi, si dispiaceva di non poter venire ma, comunque, ci saremmo rivisti al mio ritorno per, poi, ripartire, questa volta, insieme.
Non siamo più partiti, né ci siamo più visti!
Lo avevo incontrato tre anni prima in una bella città dell’Europa, all’inizio non mi colpì particolarmente, tanto che fui indecisa se lasciargli o meno il mio numero di telefono. Se non glielo avessi lasciato, non avrei vissuto, mai, questa storia, non avrei macinato, mai, così tanti chilometri, non avrei visitato così tanti musei, né, mai capito il peso della distanza in una storia d’amore.
Ci incontrammo dopo un mese; scese dal treno con un mazzolino di rose colorate; io avevo cucinato, per lui, uno squisito panino al bar della stazione. Oggi mi chiedo: “ Sarà stata tutta colpa di quel panino?”. Ma può, un panino prosciutto cotto e sottiletta, compromettere tutto?”.

Non ero mai stata, gentilmente, accompagnata sull’uscio della vita di qualcuno ma, questa volta, la strada dell’uscio l’avevo presa da sola e dall’inizio, anzi forse ero rimasta sempre sulla porta.
Dopo vari tentativi andati a vuoto, un amico comune con la complicità di mia sorella, chiaramente, ci fece incontrare. Iniziammo a frequentarci con gli amici, lui su di me aveva un effetto, tipo visione mistica. Mi innamorai immediatamente! Dopo circa due mesi tutto era diventato complicato, la sua ex era tornata nella sua vita. La prima volta che fummo soli a casa sua, notai, con estrema gioia, che quest’uomo doveva tenere molto a me, perché appena entrati chiuse la porta a doppia mandata, staccò il telefono, spense il telefonino…il mio amore voleva solo me! Chiuse fuori il mondo! E LEI!
Tutti hanno una spalla su cui piangere e poi la mia aveva già pianto!

DRINNN!!!
“ Giò, mollata.”
“Assù, comunque, in amore nulla è mai definitivo”
“Ma se mi ha detto che non mi richiama per i prossimi cento anni!”
“ Sono frasi che si dicono nei momenti di rabbia, poi passa; e poi che credi che una storia possa finire così facilmente?”
“ Hai ragione Giò, infatti mi ha dato appuntamento fra cent’anni, così…, per lasciarmi pensare un po’ “.

Mi chiamò, in lacrime, nel bel mezzo di un’accanita partita a Burraco, la tranquillizzai, velocemente, con la promessa che l’avrei richiamata (e poi io ci ero già passata!). Chiaramente pensai che la storia era, davvero, finita. Il giorno dopo non la richiamai, avevo finito il credito.
Lei, come poi ho avuto conferma, aveva pensato che la mia sensibilità fosse stata tale da lasciarla un altro giorno con i suoi ricordi. Pensai alla mia storia passata, lui si era progressivamente , allontanato da me, senza che io potessi farci nulla; avevo sofferto anch’io come lei; la storia era, indubbiamente diversa ma, il finale era il medesimo. Tutto quello che lei voleva sapere, tutti i suoi dubbi, le sue domande, me le ero chieste prima io, perché io ci ero già passata!

La chiamai in lacrime, in una giornata riscaldata dal tiepido sole di Novembre.
“Assù, mollata!”
“ O Giò, che ti dicevo da due anni a questa parte?”
“Assù, ma io lo amo!”
“ Sì, Giò ma, un minimo di orgoglio?”
“ Per me in amore, l’orgoglio esiste relativamente; perché fai sempre Fonzie? Tu comportandoti così hai mai risolto qualcosa?”
“ No ma, neanche tu, mi pare”
“ Vabbè Assù ci sentiamo”
“ Vabbè Giò, esci e divertiti”.

Chissà se lei adesso esce e si diverte, oppure è chiusa in casa, aggrappata ai ricordi, impegnata in mille congetture; ora spero che esca e si diverta, anche lei, infondo non si può assentare dal venerdì di Canasta!

…ricordati di me
questa sera che non hai da fare
e tutta la città è allagata da questo temporale…
Antonello Venditti

IL RICORDO

IO: “ …Ti ricordi quella sera a Parma, nel ristorante vicino alla stazione, quando mi chiedesti di non lasciarti perché potevi soffrire?…”
LUI: “ Nooo, non mi ricordo”.

IO “…Ti ricordi una sera, in macchina, quando abbracciati, tra le lacrime, mi dicevi di non voler tornare più con la tua ex, perché, ormai, era una storia finita?…”
LUI “ No, non mi ricordo”.

E’ lecito chiedersi quanto sia labile la memoria di un uomo? Immediatamente, accomunate dallo stesso episodio ci buttammo in una disperata riflessione sul mondo maschile, proprio noi, che avevamo, sempre, teorizzato la medesima sensibilità dell’uomo e della donna, proprio noi che sostenevamo che l’unica differenza risiedeva in un dato, meramente, fisico, ci trovavamo spiazzate. Davvero l’universo maschile ci era tanto sconosciuto? Si trattava di uno smemoramento di convenienza, di una dimenticanza momentanea o di un’ emozionalità diversa?
Quello che ci aveva tanto offeso era la fine di un amore, l’abbandono o la carenza di fosforo? Nonostante l’incredulità, arrivammo alla conclusione che il terzo punto sarebbe stato risolvibile con un’adeguata dieta alimentare, mentre la fine di un amore ed il conseguente abbandono, aprivano un’ulteriore riflessione: avevamo accettato troppo supinamente le decisione di qualcun’ altro?. Prendemmo in considerazione l’episodio Amelia: “Tu mi lasci ma, io no!” conclusosi felicemente e che faceva, chiassosamente, eco al proverbio “Gallinella ostinella è fetarella” (NdA L’ostinazione fa cagare un uovo). Ma davvero l’ostinazione determina la sopravvivenza di un amore? L’esperienza non era stata così generosa con noi e l’ostinazione, in amore, non ci aveva mai ripagato, o forse non eravamo, mai, state abbastanza ,convinte nocchiere della vita altrui.

Non avevo mai chiesto più spazio di quanto me ne fosse stato concesso, non avrei mai voluto creargli imbarazzo. Lui amava tutte e due o forse nessuna delle due. Ma l’altra si stava facendo più spazio di me, così i nostri incontri si ridussero ad una volta a settimana, il nostro mondo diventata sempre più piccolo, il cuore ci stava dentro a stento. Rimanevamo aggrappati a brandelli di sogni, all’attrazione fisica, ad un’intimità mortificata dall’assenza di una storia d’amore, di una quotidianità dei gesti, della sicurezza di un abbraccio comunque, della rinuncia alla meraviglia di una costruzione di un amore. Quand’è che ci siamo realmente lasciati, non lo ricordo; forse non l’abbiamo mai fatto o forse non siamo mai stati, realmente, insieme.

Non volevo assolutamente perderlo, mi guardavo dentro nella speranza di capire dove avevo sbagliato, considerando che un errore ci doveva pur essere. Mille accuse, mille rinfacci taciuti. Ma allora perché non dirlo prima? Perché l’errore di questa storia era stato il suo silenzio.

…ma se ci fossimo, veramente, ostinate, saremmo riuscite a cagare, almeno un uovo?

Decidemmo di risolvere i nostri dubbi acquistando una nota rivista maschile dove, a proposito di domande difficili, si leggeva “…Amore, mi trovi ingrassata? Non è troppo aderente sui fianchi? Che dici, prendo anche il dolce o mi fa ingrassare?” Le donne pongono un sacco di domande il più delle volte lo fanno per farsi dare delle RISPOSTE PRECISE. Quindi, replica, nell’ordine, ai tre quesiti qui sopra: “ ma no, cosa ti viene in mente, stai benissimo! Trovo che ti stia molto bene ed è anche molto sexy. Prendila! Ma cosa dici, ingrassare tu che mangi solo insalatine?” Scordati la sincerità, analizza bene sempre la domanda prima di rispondere e poi fallo con fermezza, omettendo qualsiasi tipo di critica. E’ un buon metodo per vivere tranquilli. Certo che se un giorno la tua donna torna a casa e ti dice che è ingrassata un sacco nell’ultimo mese e che tu non glielo hai fatto notare, non ti resta che improvvisare. E che il cielo te la mandi buona. …” ( da “Errori da non fare con lei”, in “Fox Uomo”, Gennaio 2004, p.48). capimmo che le domande che le domande che ci dovevamo porre erano altre, le nostre considerazioni erano, completamente, fuori strada, se queste erano le domande difficili, le facili quali erano: quelle sul fenomeno della propagazione della luce dinanzi ad un corpo opaco o attraverso fori e fenditure, per cui un raggio presenta orli iridescenti e altre caratteristiche che sfuggono alle leggi dell’ottica geometrica?.

… chi mi ha fatto le carte, mi ha chiamato vincente
ma uno zingaro e un trucco
e un futuro invadente fossi stato un po’ più giovane
l’avrei distrutto con la fantasia
l’avrei stracciato con la fantasia…
Francesco De Gregori

…E pensare che in preda ad un forte dubbio su un sms inviato a lui, la chiamai per un giro ( ovviamente di Tarocchi).

LE CARTE
che siano Napoletane, Francesi o Tarocchi, hanno sempre giocato un ruolo, predetto un incontro, azzardato riconciliazioni, e perfino, consigliato strategie! Può la disperazione spingerci a tanto?
Giovedì, ore 23:55, si aspetta, spasmodicamente, la mezzanotte per poter fare un giro di Tarocchi: cellulare acceso, sempre carico ma, terribilmente muto, ogni tanto si fa la prova per accertarsi che funzioni, perché i Tarocchi, che ci si voglia credere o no, preannunciano novità e cambiamenti. Ogni girata di carte offre l’occasione per un commento, una valutazione dei fatti, anche se i fatti continuano a parlare da soli in una sorta di muto dialogo.

DRINNN!!!

“…Assù, tutto a posto, pensa che lui ti vuole fare pure un regalo, però non so se ci riesce, forse no non ti preoccupare perché, non subito ma, vi rimettete insieme, è chiarissimo, siete usciti vicini, l’ha detto anche Sibilla…”
“ Giò, aspetta, mi squilla il telefono…è lui!!! Ciao, ciao ci sentiamo dopo”.
Dopo un’ora di telefonata all’insegna dei: “ non ricordo” e “mi dispiace” la sentenza era arrivata: avevo avuto il privilegio di ricevere, 14 giorni prima, il più bel regalo che una donna possa desiderare per Natale: lasciata, senza appello, per i prossimi cento anni.

“Assù, e io quanti Natali ho passato da sola? Si può arrivare ad un’unica conclusione: il tempo non aggiusta nulla, invecchia soltanto, qualche volta rende saggi. Perché noi invecchiamo e basta? Però è anche vero che tutte le storie ti insegnano qualcosa, sono uscita quattro volte con uno ed ho imparato a spannare i vetri con l’aria condizionata. Tu, Assù, li sai spannare?
“No”
“ se vuoi ti do il suo numero di telefono”.

…se telefonando io potessi dirti addio, ti chiamerei
se io rivedendoti fossi certa che non soffri ti rivedrei
se guardandoti negli occhi sapessi dirti basta ti guarderei
ma non so spiegarti che il nostro amore appena
nato è già finito!…
Mina

IL TELEFONO: “Apparecchio capace di convertire i suoni in correnti elettriche e viceversa” ( da ENCICLOPEDIA UNIVERSALE, in collaborazione con le Garzantine)

“…A me è bastata una telefonata per rimanere fulminata!…”

“…ed io viceversa!”

A questo punto si profilava, all’orizzonte, l’abusata considerazione che l’uomo che lasciano non è mai lo stesso uomo del quale ci eravamo, perdutamente, innamorate! Quasi subito inizia a intravedersi la differenza tra lui e George Clooney, a serpeggiare il dubbio, se ne valeva la pena: “ in fin dei conti.. mica ti vorrai mettere accanto un “uomo” che si comporta così?” . Si inizia a procedere con sistematicità alla decostruzione nel mito.
Così…sebbene il nostro, infallibile, intuito femminile ci avesse portato a pensare di aver trovato il 2 famosi uomo di una vita” cominciavamo a nutrire il dubbio che si trattasse della vita di qualche altra. Ci immergemmo in un rapido ricordo del nostro primo incontro.

“ In mezzo ad un’immensa folla, fui colpita dalla freccia di Cupido (a morte, ovviamente). Dopo tre giorni già si fissava il primo appuntamento. Dopo tre anni Cupido si riprese la freccia ed attaccò l’arco al chiodo”.

“ Non credevo agli incontri combinati ma, per l’occasione avevo calzato la zeppa trampolata, come di moda, per dare più slancio alla figura. Quando il giorno dopo telefonai ad Assunta per comunicarle che il mio Principe Azzurro era sceso da cavallo, non mi diede troppo peso. Tra me pensai: oggi è Venerdì … sta giocando a Canasta!”

Oggi più che mai sono convinta che il senno di poi spanna ogni nebbia (anche senza condizionatore!). Priva della protezione dell’amore, il suo modo di essere mi appare chiaro tanto da poter azzardare un’assurda e, forse, prematura considerazione: … e se questa rottura fosse stato, davvero, provvidenziale?
…e se mi fossi ostinata a voler cagare, a tutti i costi, quell’uovo e solo più tardi mi fossi accorta, con estremo dolore, che era quadrato?
Tipiche considerazioni figlie di rabbia e rancore ma, forse gli altri non hanno sempre tutti i torti!
E se, veramente, con la chiusura di una porta si aprisse un portone e non, necessariamente, un tombino?!

Oddio! Assunta, forse, si illude ancora di incontrare Stefano Accorsi; in fondo a lei George Clooney non è mai piaciuto, e poi non farebbe mai uno sgarbo ad una amica.

PERLE DI SENSIBILITA’
Gli raccontai di essere stata ricontattata, dopo dieci anni di silenzio, da una ragazza che viveva con me nei primi anni dell’Università e che adesso, orfana e senza lavoro, mi chiedeva di fare qualcosa per lei, lui mi rispose, serio, di fregarmene, in fin dei conti ; perché dovevo essere io ad aiutarla?… bla bla bla e bla bla.
“ Mammamia, come sei cattivo” azzardai e lui di tutta risposta: “ Ma che pensi che se un giorno ti succedesse qualcosa del genere lei correrebbe ad aiutarti?”
Considerata la sua attuale condizione, lei forse no, pensai ma, qualcun altro…
Mi sorprese ancora quando, unici clienti in una pizzeria al taglio, nel centro storico di una bella cittadina dell’Abruzzo, improvvisamente, vedemmo entrare un vecchietto disperato poiché non riusciva a contattare, telefonicamente, non so chi, per farsi venire a prendere. La poco cortese reazione della titolare del locale mi spinse ad offrire, all’anziano signore, il mio telefono, cercai, con lo sguardo, ora non capisco perché, il consenso del mio adorato fidanzato che mi fulminò, spiegandomi, successivamente, che così facendo avevo messo in imbarazzo la proprietaria!!!
Ogni volta che cercavo, invano, di capire le nostre diversità, di dare una dimensione alla nostra storia, lui, meravigliosamente, mi tappava la bocca con un regalino… così per non litigare, in fondo: “ci si vede così poco!”. Già , perché chiarire nel suo, personalissimo, vocabolario ha sempre significato litigare e “… non bisogna mai litigare, altrimenti poi si dice sempre troppo, quello che si pensa…!”
Questa sì che è lealtà!

DRINN!!!
“Assù, ti ricordi il primo regalino con cui ti tappò la bocca?”
“ Sì, un paio di calzini azzurri con le pecorelle”.

…ci sono macchine nascoste
ma, e, però nascoste male
che le vedi dondolare al ritmo
di chi è la dentro per
potersi consolare
godendo sui clacson…
Luciano Ligabue

Trascorrevamo una delle nostre, allora, magnifiche serate/nottate in macchina; io mi vestivo sempre di tutto punto come se dovessi andare in chissà quale, incredibile, posto! Ma io mi facevo bella solo per lui!!! Peccato, però, il nostro era il solito appuntamento al buio! Noi esistevamo come coppia mezzo busto, e alle volte pensavo che, molto probabilmente, di giorno ci daremmo riconosciuti a stento. Lo so che la luce della luna nasconde le magagne! Ad una certa età…! Però, alle volte, è bello vedere i colori! Comunque nulla mi scoraggiava! Una volta gli feci notare: “ Vedi? ( cosa estremamente improbabile di notte, verso il porto e con il cielo nuvoloso), noi non litighiamo mai, siamo fatti proprio l’uno per l’altra, anche quando discutiamo siamo ironici, non perdiamo mai la voglia di sorridere “.
“ Evito di discutere perché non ci vediamo così spesso, e poi, data la situazione particolare…”
E’ , pressappoco, come quando costruisci quelle case a più piani, con le carte da gioco, e poi passa sempre qualcuno che o sposta l’aria, o fa muovere il tavolo, o starnutisce, o tossisce e tu vedi crollare il lavoro di minuti intensi all’insegna della concentrazione e dell’autocontrollo!

E’ strabiliante! Gli uomini percepiscono la realtà in maniera diversa da noi donne, o perlomeno qualche uomo percepisce la realtà diversamente da come la percepiamo noi due; e dire che noi due siamo diverse! Ciò che per loro è scontato per noi sono delitti del cuore. Il loro mondo vive di geometrie strane, valori mutati, di uno strano senso del vero!

…tu
forse non essenzialmente tu un’altra
ma è meglio fossi tu…
Rino Gaetano

L’INCOERENZA
DRINNN!!!
“ Pronto, Assù?”
“Ciao, Giò, novità”
“ Novità!? Ieri sera siamo stati magnificamente. Poi lui se ne esce che doveva partire con lei, per un matrimonio di amici in comune. Gli ho chiesto, chiaramente, se si fossero rimessi insieme, sai, l’avrei voluto sapere, per correttezza, mica per altro! Lui mi risponde di no, ma e come se stessero insieme, sai per gli altri!”
“ A Giò, non avevi capito? Ma mandalo! Non gli rispondere più se ti chiama”
“ Non potrei perché la maggior parte delle volte lo chiamo io”
“Allora ti bevi la storia che non sta con lei?”
“ Ma anche io e lui stiamo insieme, quando ci vediamo siamo felici, lui dice che non immagino neanche quanto mi voglia bene”
“Sì ma, pure a lei”

…Forse quello degli uomini è un mondo parallelo a quello delle donne, una vita che scorre in un tempo diverso, con ritmi diversi, priorità diverse. Un mondo in cui i compleanni e gli anniversari cadono in altri giorni, sempre che cadano! Dove lo sport ed il calcio rivestono, comunque un ruolo importante, dove la seratina con gli amici è fondamentale, e la partita a calcetto, vitale. Cercano storie con donne sincere, non amano essere presi in giro, loro sono diretti, non amano i ragionamenti contorti e poi… poi sono i primi a non farsi capire, a nascondere fatti trascurabili, a considerare ogni passo nella loro vita, da parte di lei, come un’invasione di campo. Nel loro mondo tutto è sicurezza, tutto è ben codificato da leggi, però variabili, incoerenti ma, formalmente, corrette e naturali…in parole povere: un ordinato casino!

DRINNN!!!
“ Giò?”
“ Come va?”
“Meglio”
“ Decostruzione mito?”
“ Sì, ho ripensato a quando mia cugina è stata lasciata, improvvisamente, e senza fondate spiegazioni. Lo dovevi sentire, si indignò per tanta crudeltà, accusando il tipo di immaturità ed insensibilità, la storia, diceva, si vive in due e sempre in due si cerca di ricostruirla, o di chiuderla ma, con il dialogo.
Quell’uomo è cambiato oppure non è mai esistito, perché lui, la storia, l’ha chiusa con un sordo monologo”.
“Effettivamente, non è che lo conosca così tanto ma, non è la persona che sapevo essere”
“ Pensa mi raccontò anche che un suo amico era stato lasciato…che canaglia la sua donna! Non aveva voluto sentir ragioni, il suo commento continuava su toni alti, tipo: come si fa, dopo che si è stati insieme, ad assumere questo atteggiamento’ in fin dei conti, con quella persona si è trascorso del tempo, si sono condivisi dei sentimenti…
Già come si fa? Oggi glielo vorrei richiedere!!!”

( Intanto continuavo a vestirmi, dopo essermi spalmata la , vitale, crema anti-cellulite) “Assù…io…devo andare dall’estetista, ci sentiamo dopo…”
“Seratina in v ista ? Vabbè, ciao Giò”.

E’ inutile, constatammo che la memoria degli uomini è, irrimediabilmente, corta. Molto spesso ti dicono: “…io ho detto così?…”, “…tu dai importanza a delle cose che per me sono trascurabili…”. Il problema è presto risolto, pensammo, basta scambiarsi una lista: COSE IMPORTANTI PER LUI, COSE IMPORTANTI PER LEI, il fatto è che lui dimenticherebbe le cose che aveva ritenuto importanti per lui e dopo un po’…”…io ti ho dato quella lista? Sei sicura che non sia di qualchun altro’”, oppure: “ … io ho scritto quella cosa? Impossibile, perché, per me, è stato sempre il contrario…” o peggio:” io ero contrario a questo scambio di liste, non l’avrei mai fatto, l’ho fatto perché tu insistevi, perché ho visto che ti rendeva felice…”
Spietata analisi?
Spietati uomini!
Spietati tempi!

“…Sei una donna intelligente…, hai una grande testa…, non lasciarti influenzare dagli altri”.
Aspetta un attimo ma, …se sono poi così intelligente, perché mi raccomanda di non farmi influenzare dagli altri? No perché se mi lascio influenzare dagli altri vuol dire che la mia testa si è ridotta di due taglie! Forse voleva dire…consigliare?! Ma certo, …che sciocca! Farsi “consigliare” significherebbe raccontare tutto alle amiche; perché non l’ho capito subito?
Non preoccuparti amore, preserverò la tua immagine di uomo giusto e corretto, come piace a te, badando solo alla forma e trascurando, completamente, la sostanza, proprio come mi hai insegnato tu, amore.

“…tu sei troppo per me, …con me, dopo un po’, ti annoieresti, …sei speciale, …ti voglio bene, non sai quanto!…sei una persona splendida!…”
quindi gli uomini si mettono solo con donne poco intelligenti, con una testa piccola ma, un ego enorme, che valgono meno di loro, che non si annoiano mai, che non sono speciali, alle quali non vogliono tanto bene e che non sono splendide.

DRINNN!!!
“Assù?, mi ha detto che non sta con lei, però ci esce perché vuole tentare di ricostruire il rapporto, comunque, noi trascorreremo dei fine settimana, fuori città. Che faccio?”
“ A Giò che cerchi? Non è stata sempre la tua aspirazione fare la ruota di scorta?”
“ Che c’entra io lo amo! Non scherziamo; tu accetteresti una situazione del genere?”
“ non lo so, Giò, non mi ci sono mai trovata, il consiglio che mi viene da darti è quello di tagliare, probabilmente parlo facile perché non sono emotivamente coinvolta”
“ Ma non sarà mica una sorta di desiderio esaudito, una cosa tipo, che attiri nella tua vita ciò che vuoi? Ti ricordi che, dopo la mia settennale storia, desideravo una storia clandestina, dove io ero l’altra, così non dovevo uscire, non avevo responsabilità, né obblighi e doveri?”
“ sì, però ti immaginavi stò finale?”

Classico triangolo: io, lui, l’altra; solo che l’altra ero diventata io, caro Renato Zero, non avevo mai considerato, realmente, il triangolo. E poi anche se c’era l’altezza, era la base che mancava!

…d’accordo ci proverò la
geometria
non è un reato…
Renato Zero

…venuto dal sole o da spiagge gelate
perduto in novembre o col vento d’estate
io ti ho amato sempre non ti ho amato mai
amore che vieni, amore che vai…
Fabrizio De Andrè

IL TRADIMENTO
“ Tradire, infrangere, anche con l’inganno la solidarietà stabilita con altri; venir meno ai propri doveri morali deludendo chi nutriva sentimenti di stima, fiducia ecc…; verbo transitivo, dal lat. Tradere”. Transitivo?! Ma su di noi aveva avuto un effetto esclusivamente passivo! Anche la grammatica ci ha tradito?

Mi disse di aver conosciuto una ragazza che aveva comperato una casa e cercava gente che la dividesse con lei; avendo in progetto di andare a vivere da solo, aveva pensato di accettare l’offerta. In realtà me lo comunicò semplicemente, senza chiedere un mio parere. Si prospettava una nuova situazione, ora avrei dovuto accettare la sua convivenza con altre due ragazze. Prendere o lasciare. Decisi di prendere perché mi fidavo, ciecamente, di lui. Fondamentalmente non sono gelosa e quindi questo evento passò senza apparenti drammi, mi rimisi alla sua volontà e tornai sui miei passi, mi recai in quella casa dove il mio disagio era visibile ma, lui fece finta di non accorgersene. Tutti si chiedevano come potessi sopportare questo anomalo menage, io, dal canto mio, lo sopportavo e basta. in realtà avevo accennato all’acquisto di una casa, da parte sua ma, lui non voleva l’incubo del mutuo…lui, i mutui, li pagava alle altre! Che farà quando questa sua amica avrà finito di pagare, andrà a cercarne un’altra?… la sua generosità! Forse è uno dei motivi che mi ha spinto ad amarlo!

Il tradimento si intesseva, costantemente, nella mia storia, anzi, ne era la trama e, a volte, anche l’ordito. L’accettazione di una situazione così invivibile l’avevo caricata tutta sulle spalle dei miei sentimenti, sempre più curve, man mano che il tempo passava, tanto che, alla fine, quasi sembrava tutto normale! Oh! Lui si sentiva in colpa! Eh sì, un senso di colpa è quel che ci vuole per lavarsi un po’, l’anima! Trascurando, ovviamente, tutto quello che era successo prima, quando si stava insieme, quando lui: “…non voleva riprendere la vecchia storia perché già sapeva che non avrebbe funzionato…”, quando doveva scegliere: “ …scelgo fra due mesi”, poi “…quattro mesi…”, poi “…sei…”, poi “….vediamo…”, poi “ …non puoi pressarmi così!…” e “ blà…blà…blà…”. Tutto questo mi distruggeva ma, era una mia scelta perché io sapevo e lei no.
Ora, mi si può spiegare chi, dopo sette anni di fidanzamento, non si accorge che c’è qualcosa che non va nel rapporto, che il suo lui ha assunto delle abitudini strane, ad esempio, il martedì ed il venerdì sera è irreperibile, che non frequenta più i luoghi che frequentava prima, che stacca il telefono quando è con te o isola il telefono di casa? Io quella del telefono e del telefonino ci ho messo una settimana per realizzarla, ma due o tre anni e non batter ciglio e non chieder nulla!!! Ero capitata in uno strano ingranaggio e più il tempo passava, più, venirne fuori diveniva doloroso perché tutti i sentimenti si erano caricati di astio e rancore, era diventato un amore non sereno che, a tutti i costi, cercava un riscatto. Tutte queste parole, queste, rapide, introspezioni, qualcuno o lui, ad esempio, le potrebbe, facilmente, riassumere in una brillante conclusione liveare e perfettamente logica: dopo essersi tanto arrovellato, macerato tra sensi di colpa e pentimenti, dopo attente e profonde riflessioni tra me e lei, aveva scelto lei…perché… ”…perché la conosco di più…, …perché è tanto che stiamo insieme…, …perché ha sofferto in passato…” quindi era una questione di anzianità e sofferenza pregressa! Ottima scelta, complimenti! La storia era, sin dall’inizio, giocata sul Paradosso di Zenone e non me ne ero accorta! Vi ricordate Achille piè veloce e la tartaruga? Io ero quello sfigato di Achille piè veloce.

…e che la nostra vita resti appesa ad un nastro tenue di costellazioni
per stringerci in un laccio e regalarci sogni e visioni
tutto sia scritto in chiavi misteriose,
effemeridi che guidano ogni azione
lasciandoci soltanto il vano filtro dell’illusione…
Francesco Guccini

L’OROSCOPO
31 Dicembre

DRINNN!!!
“ Giò, ti annuncio con gioia che questo sarà il tuo anno migliore”
“ Hai scomodato l’oracolo di Delfi?”
“ Il tuo segno è uno dei favoriti del nuovo anno, svolte in tutti i campi e soprattutto in amore, matrimonio, figli e casa, appena l’ho letto ho anche cominciato a pensare a come mi sarei vestita per il giorno del tuo s’”
“ Che ti metti?”
“ Avevo pensato a un vestito tipo quello che vedemmo a Roma; ti ricordi?”
“ Mica mi vorrai rubare lo sposo sull’altare? Quello non è adatto! A te, Assù che ti dice?”
“ Per me si prospetta un anno in discesa, con una proposta di lavoro all’estero”
“Accetti?”
“Non lo so, devo vedere di che si tratta, perché?”
“ Resto sola”
“ Ma se ti sposi?”
“ Sì è vero, però ci sentiremo di meno!”
“ Vabbè poi vediamo!.

Con queste due nuove prospettive future non avevamo più nulla da temere, anzi tutto da ricominciare, lei doveva orientarsi sul vestito e la lista degli invitati, io dovevo assolutamente rispolverare l’inglese con mia sorella, e poi, quali valige mi sarei portata?
Che bella l’illusione di un momento!

E’ inutile, noi continuiamo a guardare le stelle, ad aspettare una risposta ai tanti perché, dobbiamo trovare, a tutti i costi, una collocazione ai “se”:
se mi fossi comportata diversamente;
se non avessi mollato;
se avessi avuto più rispetto per me;
se fossi stata più invadente:
…se per ogni sbaglio avessi mille lire che vecchiaia che passerei…
Luciano Ligabue
se…e giù con le previsioni astrali…

“ Giò su “Astra”, di questo mese, ci ho trovato i Tarocchi!”
“ Allora fammi un giro; vedi un pò la situazione?”
“ …Aspetta non è semplice; quale giro vuoi: L’Oracolo Gitano, Il Gioco Degli Elementi Cinesi o Delle Undici Sorelle?”
“…eh, non lo so, uno..”
“…io, già me li sono fatti trenta volte…; il Gitano mi sembra il più serio…”
“…vabbè, fammi il Gitano…”
“…allora un attimo che devo bussare i dati sulle carte, allora sentimento d’amore e sicurezza nel presente, ti trovi una carta bellissima che io ho cercato invano, sentimento di crescita e speranze ben fondate, in futuro, relazione appagante e speranze ben riposte! Hai sentito? Ripeto?…”
“ No, grazie, però studiatele meglio”
“…vabbè, mo me li studio meglio, quando vengo li porto…”
“…ci sentiamo”.

Le risposte che si cercano sono quasi sempre quelle che già si sanno, il resto è solo maceramento da disperazione.

LE SOLITE DOMANDE
Però è vero, lo abbiamo potuto constatare dai racconti di altre storie finite. Quasi subito, nella mente del lasciato si imprime l’immagine dell’ex come il più gran festaiolo, ridanciano, strafigo, insensibile, donnaiolo, affascinantissimo, figlio di…, pieno di amici.
No, lui non penserà mai al passato, non si guarderà mai indietro, lui si sta godendo la libertà. Sarà realmente così? Qualcuno ci deve, ancora convincere del contrario. E già, perché il dramma è che mentre noi pensiamo tutto questo, lì fuori, quei due che ci hanno lasciato sono fuggiti a gambe levate, ergo, non hanno avuto esitazioni o ripensamenti, come dire, una fuga inarrestabile, e pensare che la nostra intensione non era mai stata quella di rapirli ma, chissà perché gli uomini hanno sempre questa sensazione.

Come mai non mi sono mai chiesta perché questo splendido principe non scendesse mai da cavallo? Eppure glielo avevo chiesto tante volte! Adesso tutto è chiaro, non voleva che mi accorgessi quanto il suo incedere fosse claudicante!

Adesso lui era un’altra persona, lasciata la periferia, gli amici di sempre,…gli affetti, era approdato in centro, dove organizzava cenette ed uscite per l’aperitivo.
Ma s’, questa sì che è vita, vi ricordate Pinocchio nel paese dei Balocchi? Peccato, però, che lui non abbia un grillo parlante. La scala dei suoi valori sembrerebbe rovesciata, oppure mi sono sempre ostinata a leggerla al contrario?
Adesso lui aveva cose più importanti da fare per cui le pratiche della nostra separazione venivano sbrigate per telefono, velocemente, senza vedersi,…non sarebbe tornato in tempo per l’aperitivo!!!

…ogni storia ha la sua conclusione
stessa illusione,
il peccato fu creder speciale
una storia normale
Francesco Guccini

AMORE
Una storia d’amore non può mai finire in amicizia, eppure gli uomini nella maggior parte dei casi, è convinta del contrario. “ …rimaniamo amici…”, “ …sentiamoci di tanto in tanto, che c’è di male…”, “…ma quando mi incontri, mi saluti?”. Sono le tipiche frasi di quelli che lasciano con l’assillo di dover conservare una buona immagine di sé.
Quale amicizia potrebbe, mai, fondarsi sul saluto di tanto in tanto, sugli auguri di Natale e Buon Compleanno e su colloqui sterili e generici?
Ma allora; quale è il loro concetto di amicizia?

Ho conosciuto la presunzione di chi sapeva a priori quale era il mio pensiero.
Ho incontrato la paura di chi non ha chiesto per non ricevere una risposta, credendola negativa.
Ho incontrato la reticenza al dialogo.
Ho conosciuto la falsità della parvenza.
Ho inciampato in un ingannevole e falso sorriso.
Ho conosciuto la sensibilità di chi chiude una storia così, come si strappa un mese dal calendario.
Ho conosciuto la maturità di chi non richiamerà più, per paura e non per convinzione.
Ho conosciuto l’incoerenza e l’instabilità mal celate.
Ho conosciuto la presunzione di chi ha sempre ragione e non tornerà MAI sui propri passi.
Ho conosciuto la bontà di chi si è lavato la coscienza con un ultimo gesto caritatevole.
E la paura di dover ascoltare e dialogare…mi rimbomba nella testa il suono stridulo emesso da queste note stonate, come ho potuto essere così sorda da non sentirle?
Come si può chiedere amicizia dopo aver regalato morte?
Come ha potuto darmi appuntamento tra cento anni se sono stata:
poco sensibile;
poco innamorata;
troppo impegnata;
poco disponibile;
poco sorridente; e mai contenta di partire con lui?
Come ha potuto tollerare, per così tanto tempo, il mostro che non sapere di essere?
Come ha potuto farlo in silenzio?
Nessuno lo saprà mai, perché quando glielo chiesi non lo sapeva neanche lui.

Ho incontrato la metà di un uomo.
Ho incontrato la sua statica fuga dalla vita.
Ho incontrato il suo amore, mai troppo profondo.
Ho incontrato i suoi occhi che mi hanno ingannato.
Ho incontrato i suoi abbracci che mi hanno straziato.
Ho incontrato le sue promesse non mantenute.
Ho incontrato il suo mondo nel quale non potevo entrare.
Ho incontrato l’inganno ed il rancore.
Ho incontrato una scrollata di spalle per dimenticare.
Ho incontrato i saluti per non far vedere.
Come si può essere amica di chi ha scelto di non amarti?

DRINNN!!!
“ Assù, sinceramente, che ti resta di questa storia?!
“Un’ombra scura…”
“ Sul cuore?”
“ No, sul piazzale di casa mia, ho raccolto tutto quello che avevo accumulato in questi anni e l’ho bruciato”
“ Non ti dispiace?”
“ vedessi come se ne sono andati, definitivamente, in fumo quegli anni, in dieci minuti era tutto finito, solo una colorata trottola medievale, all’inizio, non voleva bruciare e una scatola di latta che però si è talmente annerita da non essere più riconoscibile…”
“ Anche le foto?”
“ Tutto, foto, biglietti del treno e contrattini dei viaggi”
“ Pure quell’istantanea che ci facemmo tutti e tre insieme a Pescara, qiella sera…”
“ E pure quella di quando era piccolo, aspetta, una cosa non sono riuscita a bruciarla…”
“ Ah, ho capito. E adesso?”
“Mi resta tanto spazio. A te Giò quello che ti resta non lo so, ma credo di sapere cosa ti mancherà, l’accoglienza ed il calore che solo l’abitacolo di una macchina ha saputo darti”
“ Grazie, sei tenerissima…”

…Cos’è cos’è che fa andare la filanda
è chiara la faccenda son quelle come me
e’ c’è e c’è che ci lascio sul telaio
le lacrime del guaio di aver amato te …
Milva

…se i miei occhi
non piangessero più
sei sicura di guadagnarci tu
o hai paura
che ti guarderei senza lacrime
non mi sbaglierei
ma tu che ne sai tu che non soffri mai…
Daniele Silvestri

LA VENDETTA
L’ansia della vendetta, a tutti i costi, è l’atteggiamento di chi, ormai è guarito. Consumare una vendetta quando si è ancora coinvolti non ha nessun senso, aiuta a stare più male, senza ottenere nulla. Io stessa ho provato questo metodo che ha lasciato il tempo che ha trovato. Consumarla fredda, poi, è, assolutamente, uno dei peggiori luoghi comuni; che gusto, mai, si potrebbe provare nel rifiutare una persona per la quale non si prova più nessun sentimento?
Per me, dunque, l’ora della vendetta non ci sarà, aspetterò, impaziente, l’arrivo dell’indifferenza con la stessa impazienza dei bambini quando scartano i regali di Natale.

DRINNN!!!

“Assù, se ti richiamasse?”
“ Non lo so”
“ Io dicevo: “ non lo so” quando sapevo, in cuor mio, che ci sarei tornata, solo che non lo volevo ammettere con nessuno”
“ Non escludo ma, adesso l’unica cosa che mi sta a cuore è capire quello che non mi si è voluto spiegare”
“ Insisti ? Ti ricordi quando da Milano ti mandai quel messaggio in cui ti scrivevo di non preoccuparti perché tu avevi la fortuna di avere accanto un uomo intelligente che ti avrebbe spiegato e capito?”
“Sì”
“ Ero ubriaca!!!”
Non avevo mai considerato la vendetta ma, la lenta agonia s’! pensai di ferirlo richiedendogli tutte le lettere d’amore che gli avevo dedicato, volevo togliergli anche quella parte di me che gli era rimasta, volevo scomparire dalla sua vita; la mia assenza lo avrebbe fatto soffrire, lo avrebbe fatto riflettere! Non ne ebbe il tempo perché mi restituì tutto nel giro di ventiquattro ore.

DRINNN!!!

“Assù, se tu fossi un uomo, per quale motivo mi vorresti accanto per tutta la vita?”
“ Innanzitutto per come fai bene le orecchiette con le cime di rapa; …per le tue tette immodeste…ehm…scusa Giò ma, non mi viene in mente niente altro”
“ Assù!… come uomo sei uno schifo!…”
“ Tu?”
“ …non saprei Assù…perché tu non c’hai manco le tette”
“ … che stronza!!!…”

…la libertà non è stare sopra un albero
non è neanche un gesto o un’invenzione
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione…
Giorgio Gaber

LA LIBERTA’
In fondo non ci siamo, mai, fatte scoraggiare da nulla, siamo andate sempre spedite, ci abbiamo creduto sempre fino in fondo, dall’abbigliamento alle storie, alle cose pratiche della vita. Ci siamo sempre costruite un mondo più vivibile, più accessibile.

Una sera mi vestii, particolarmente, a festa: pantaloni al ginocchio strettissimi e a vita bassissima, maglietta con la solita scollatura immodesta, zoccoli rossi, laccati con tacco vertiginoso!
Io e Assunta ce ne andavamo a spasso per il lungomare. Mentre eravamo ferme davanti ad una bancarella, la vocina di un bambino mi chiese:” ..signora, scusi, ma lei che mestiere fa?” e Assunta, prontamente: “ la professoressa, perché non si vede?!” ma questo non intaccò affatto la mia convinzione…e il nostro buon umore!!!

Nonostante tutto, anche noi avevamo ritrovato la nostra libertà. Passavamo da una festa all’altra tanto da non sapere più cosa metterci, la guerra alle creme diventava sempre più acerrima, collezionavamo numeri di telefono, pensavamo, come Nietzsche, che “ quello che non strozza ingrassa”.
Ubriache di successi tornavamo, ogni sera, a casa, sfinite.

DRINNNNNNNNNNNNNNNN!!!!!!!!!
“ Giò, com’è che non rispondi?”
“ Stavo al telefonino”
“ Con chi?”
“Ti ricordi quello che mi ha rovesciato il bicchiere di Negroni addosso, l’altra sera a quella festa per massaggi shiatsu?”
“ MA DAI!”
“ E no!? Mi ha invitato a prendere un aperitivo”
“ Un negroni?”
“ Fai poco la splendida! Il massaggiatore ti ha chiamato?”
“Sì”
“ Come hai fatto a spiegargli che quella sera non potevi sottoporti al massaggio dimostrativo perché avevi un intimo vergognoso?”

e pensare che risi tanto, quando una amica mi raccontò che per essere pronta ad ogni evenienza, si portava sempre dietro una pochette con un costosissimo coordinato super-intimo, da usare all’occorrenza!
Dio quanto la pensai quella sera!

Eravamo state invitate alla solita festa infrasettimanale…e non poteva essere, mica, tutte le sere, CUCCAGNA! Ci guardammo, rapidamente, intorno, scoprimmo, con amarezza, che Stefano Accorsi e Alessandro Preziosi erano drammaticamente in ritardo. Ancora più drammatico l’incontro di Assunta; improvvisamente la vidi impallidire, pensai che forse era colpa della musica assordante e del fumo. Mi sbagliai, la spia si era accesa ma, io stentavo a vederla perché ero in pista a ballate ( NdA: nei momenti di bisogno abbiamo un nostro segno convenzionale) quando me ne accorsi era troppo tardi.
L’aveva conosciuto, esattamente, dopo essere tornata da quella bella città dell’Europa, fu accantonato, anche perché le carte dicevano che era meglio l’altro!
Questa, Assunta, non me la perdonerà mai!
Alto, abbronzato anche d’inverno, fisico prestante, occhi molto azzurri,…troppo…
Solo che lui, adesso stentava a riconoscerla…e pensare che l’aveva tartassata per quasi un anno!

DRINNN!!!
“ Pronto?”
“ Commento di ieri sera?”
“ Giò, all’inizio non mi aveva riconosciuto! Ma quanto sono invecchiata!?”
“ Ma che, Assù, quello si è vendicato e poi sono le luci”
“ Che stai a dire, Giò ma, se quando mi sono girata verso lo specchio del bancone per aggiustarmi i capelli, mi sono vista invecchiata di cento anni!”
“ Beh, non sei contenta? Dopo cento anni avevi un appuntamento importante!”
“ Comunque, a stento, mi ha riconosciuto e si è avvicinato a salutarmi”
“ Ma non ti ha richiamato? Ti ricordi, ti tartassava?”
“No”
“ Assù, sta facendo tattica, tra qualche giorno ti richiama”
“ E’ lecito chiedersi quanto sia labile la memoria di un uomo?”
“Assù, perché tiri fuori, di nuovo, questa storia?”
“ Mi è tornato in mente quando il mio ex mi accusava di decidere sempre tutto ma, siccome era lui che lavorava, decideva lui quando ci saremmo incontrati, però il dove lo lasciava sempre decidere a me perché non aveva voglia di pensarci; voleva sempre che scegliessi il colore delle sue maglie, aveva voluto che scegliessi, perfino, la disposizione dei mobili della sua camera, il colore del copriletto. In realtà ha sempre deciso tutto lui, perfino il fatto che io decidessi sempre”
“ Hai finito?”
“ Sì, ciao”

una volta, provò a rimproverarmi di aver gestito male, sin dall’inizio, la nostra storia; avrei dovuto essere più invadente ..quelle volte che riuscivo a reperirlo! Dovevo essere più convinta, dovevo decidere di più, così avrebbe avuto più cose da rinfacciarmi.

IL RINFACCIO
Chissà perché, quando due persone discutono si apre la drammatica fase del “rinfaccio” ed iniziano gli inadeguati ricordi. Improvvisamente sembra che l’altro abbia vissuto una storia diversa.

Mi accusò di aver voluto trascorrere poco tempo con lui, il mio tenore economico non mi permetteva soggiorni più lunghi. Lui lo sapeva ma, non ci credeva, oppure non voleva crederci…

…rivedersi era come rinascere ancora una volta.
Francesco Guccini

GLI ALTRI PRIMA
In tutti questi anni, tutte le persone che hanno avuto l’opportunità di vederci insieme, hanno sempre commentato che eravamo una coppia indistruttibile. Io stessa, quando lo rivedevo il mese successivo, avevo l’incredibile sensazione di non averlo mai lasciato, e tutte le volte lo ribadivo, persino la prima volta che uscimmo insieme, chi ci vide restò di stucco nel sapere che non eravamo una coppia decennale. Lui era mio marito, io sua moglie. Noi stessi, molte volte, ci siamo chiesti come fosse possibile tanta affinità.
Uno era la metà dell’altro…

Ovunque andassimo, i primi tempi, …quando si poteva andare, quasi tutti ci dicevano che eravamo una bella coppia, una coppia ben assortita, insomma, stavamo bene insieme! Anche io ne ero convinta…forse lui un po’ meno!

…così da cinque anni vivo consumando
un incrollabile fiducia nel futuro
con un sorriso, vedi, che sto conciliando
al vago senso che ho di averlo preso in culo…
Daniele Silvestri

GLI ALTRI DOPO

MENO MALE!!!
UN’ALTRA?
NON SEI NE’ LA PRIMA, NE’ L’ULTIMA
MORTO UN PAPA SE NE FA UN ALTRO RITIENITI FORTUNATA NON ERA L’UOMO PER TE!
MEGLIO ADESSO CHE DOPO
D’AMORE NON SI MUORE
NON SA COSA SI E’ PERSO
TI MERITI DI PIU’
ADESSO RICOMINCI A VIVERE
CHIUSA UNA PORTA SI APRE UN PORTONE
SE SON ROSE FIORIRANNO
NON TI PREOCCUPARE IL MONDO E’ PIENO DI UOMINI!

Ringraziamo gli altri di dopo, commosse, per la sincerità espressa prima!!!

I TITOLI DI CODA

Quasi sempre dopo un lungo silenzio che segna profondamente la fine di una storia, si finisce per rincontrarsi. Come si fa a stare seduti allo stesso tavolo di un uomo con il quale si è condiviso intimità ed anima e fingere che nulla sia mai successo?
Come si fa a non appartenersi più, a non riconoscersi più tra mille?
Dopo disperazioni e dubbi irrisolti, il passato torna, come sempre. E lo si attende tanto, lo si riconosce, ci si imbarazza, si sta zitti…e poi, a volte, ci si sente dire che tutto è come prima, perché lui non è riuscito a smettere di amarci, e che lo farebbe fino alla morte!
Quel passato sembra ormai dimenticato eppure il dolore è lo stesso; quel passato torna per vendicare solo se stesso ed umiliare l’altro.
Dal rogo dei ricordi risalgono immagini, un’espressione incredula, la sua, prima di sparire sembra sincera ma, è solo un attimo…probabilmente ci si sbaglierebbe di nuovo!

EPILOGO

Drinnn!!!
“ Giò, domani a che ora?”
“ Presto Assù, cerca di alzarti per le sei”
“ Vabbè dormirò durante il viaggio”
“Assù è tardi, devo finire le valigie, sennò domani non parto. Ciao e svegliati!”

AEROPORTO DI FIUMICINO

“ Allora Giò, buon viaggio e prometti che mi manderai una mail al giorno”
“ Promesso, quattro mesi passano in fretta, non avrò neanche il tempo di ambientarmi che subito dovrò ripartire. Appena torno te ne vieni due giorni al mare da me, eh?”
“ Sì”

Giorgia partiva per uno stage di danza estivo. Questo perlomeno, era quello che dovevano sapere gli altri!
La verità la sapevamo in pochi.
Giorgia stava seguendo il suo nuovo amore…o inseguendo!?

Assunta stava diventando una discreta scrittrice. Se qualcuno avessee, poi, letto le sue opere, non la riguardava…lei intanto le scriveva!

Però, l’oroscopo ci aveva, quasi, azzeccato.

“ Giò, ti ricordi quella volta che lui ti lasciò un messaggio d’amore sul vetro della macchina?”
“ No, non mi ricordo”

“Assù, ti ricordi quando lui si vestì da Befana e ti portò una calza piena di doni?”
“ No, non mi ricordo”

SOPRAVVISSUTI a troppi sorrisi
avuti troppe volte senza un perché
Luciano Ligabue

L. 33 anni
Chi richiama è sempre il più forte, il più coraggioso ed io lo fui.
Dopo essere scesa dalla sua macchina sbattendo lo sportello, sapevo che non l’avrei più rivisto. Pensai di essere, definitivamente, uscita dalla sua vita. Sapevo che si sarebbe nascosto dietro la comodità dell’orgoglio. Ad essere sincera, però, la sorte mi diede una mano, mesi dopo, sfogliando una rivista lo rividi, fotografato durante una manifestazione. Lo riconobbi tra mille. Lo richiamai. Tornammo insieme giusto il tempo (un anno) per capire che non era l’uomo che desideravo avere accanto.

R. 38 anni
Lo lasciai perché lo amavo troppo. Lo avevo incontrato in biblioteca, immediatamente ne fui affascinata. Mi ha insegnato tanto. Lo lasciai in una triste giornata di Febbraio con la convinzione di potercela fare da sola. Ero decisa a conquistare il mondo. Quando mi accorsi di averlo veramente perso, non lo cercai. Sbagliai. Non l’ho mai più rincontrato. Vivo ancora nel rimpianto.

G. 40 anni
Lo scherzo di una mia amica mi u fatale. Chattando mi misi in contatto con un uomo. Dopo mesi di bollenti telefonate ci incontrammo. Credetti fermamente nell’esistenza delle favole, solo che, un mattino, mi svegliai e mi accorsi che al posto del principe non c’era neanche più il rospo. Persi, completamente, le sue tracce e pensai che la mia vita fosse, veramente, finita e che nessun altro avrebbe, mai, potuto sostituirlo. Dopo neanche troppo tempo, in preda al delirio di un nuovo amore, durante una conversazione, non mi riuscì di ricordare il suo nome.

M. 37 anni
In un banalissimo giorno di una fottuta settimana, una mia amica, mi chiese come mai mi fossi lasciata con lui. Non era vero, eravamo felicemente fidanzati, solo che, a mia insaputa, lui si sentiva anche con un’altra. Quando glielo chiesi, lui negò dicendo che era lei che gli telefonava. La cosa finì lì. Una maledetta sera di un’altra fottuta settimana mi comunicò che sarebbe sto in giro con un suo amico, così, senza nessun programma. La mattina dopo seppi che, preparato di tutto punto, si era recato ad una sfilata dove lei esibiva un clamoroso perizoma.

G.47 anni
Dopo un anno di storia tra alti e bassi, dopo una serata trascorsa con lui, in famiglia, lo avevo stuzzicato su una possibile storia con una ragazza che definivo “ragnetto”. Il giorno dopo lo vidi passare mano nella mano con il “ragnetto”, disse che, comunque, di lei non gli importava niente, neanche gli piaceva, ci si era trovato.

Assunta
Quando gli comunicai di un mio eventuale cambiamento di lavoro si preoccupò esageratamente del fatto che vivendo nuove situazioni avrei conosciuto nuovi uomini e dimenticato lui. Mi meravigliai! Alcuni anni dopo lui si trasferiva, cambiava casa, lavoro, abitudini e mi dimenticava, proprio così, come aveva temuto.

Giorgia
Per un qualsiasi San Valentino, mi regalò uno splendido anello accompagnato da altrettante splendide parole, queste fra tutte: “…non ti entusiasmare, non vuol dire quello che pensi…”. Qualche tempo dopo persi l’anello…ed anche lui.

C. 38 anni
Che bello sotto la Tour Eiffel, a Parigi, per il giorno di San Valentino, sentirsi dire: “ …scusa, mi sono sbagliato. Non ti amo più” mi avvolse lo sconforto niente mi consolava. Dopo alcuni mesi eravamo, di nuovo, felicemente insieme. L’ho perdonato.

R. 33 anni
Mio marito, improvvisamente, si appassionò al portoghese, era una lingua melodiosa e sensuale, almeno questo era quello che dovevo credere io.
Casualmente, mesi dopo, scoprii che quella splendida lingua, così melodiosa e sensuale era l’unico mezzo che aveva per poter scambiare tenere parole d’amore con la sua nuova fidanzata brasiliana!

L. 31 anni
Si trasferiva dall’altra parte della città, per questo motivo mi lasciò…la distanza era troppa! Il mattino successivo, in autobus, mentre mi recavo all’Università, passando sotto la sua nuova casa, lo vidi, felicemente, abbracciato con la sua nuova ragazza, sul suo nuovo balcone, della sua nuova casa, a mille miglia distante da me.

L.37 anni
Credo che non ci sopportassimo, ormai, più. Una sera, in macchina con amici, mentre ci recavamo in discoteca, allegri e festanti, la radio ci regalava una splendida canzone di Pino Daniele, mentre cantavo, lui mi fulminò “…ma,…lo vogliamo far cantare Pino Daniele?”. Mi fu chiaro che di lì a poco sarei tornata a cantare da sola ma, felicemente e con estrema soddisfazione.

M.31 anni
10 Agosto , incontrammo, per caso, dei suoi amici che non mi conoscevano. Mentre eravamo a cena, uno di loro gli chiese quale sarebbe stata la destinazione del suo viaggio di nozze. Rimasi di gesso! Io e lui non avevamo mai parlato di matrimonio. Infatti sposava un’altra. Tre giorni prima del suo matrimonio, che avrebbe avuto luogo il 15 Settembre, fu lui a restare di gesso, infatti si ruppe una gamba! Addio viaggio di nozze! Mi richiamò, sposato e felice, per chiedermi se volevo tornare ad uscire con lui! SPERO CHE SUA MOGLIE LEGGA QUESTO LIBRO!

GRAZIE:
a tutte le amiche che ci hanno prestato le loro storie;
a Stefano Accorsi e Alessandro Preziosi per avere, inconsapevolmente, scherzato con noi;
a George Clooney e Luciano Ligabue, senza rancore;
alle nostre madri per la pazienza e a i nostri padri per i silenzi;
a mia sorella Lucia per l’indispensabile supporto tecnico;
a mia sorella Liana per la sua intraprendenza;
a Margherite Duras per il suo consiglio;
a Antonello Venditti, Francesco De Gregori, Mina, Luciano Ligabue, Rino Gaetano, Renato Zero, Fabrizio De Andrè, Francesco Guccini, Daniele Silvestri, Giorgio Gaber e Milva per averci prestato le loro note.

I personaggi di questo racconto sono frutto della fantasia.
Qualsiasi riferimento, a fatti, luoghi o persone è puramente casuale.
Il sottofondo storico, invece, è indelebile per cui non lo si può cancellare neanche con una dichiarazione di comodo.