Poesie
Umani portali di altri mondi.
Sembra di avere trovato
lo spiraglio per entrare negli altri.
Fioriscono costellazioni di ginestre.
La perdita di sé stessi genera
ritrovi, più i dubbi sono potenti
più è decisiva la scoperta.
Nuova nascita dentro sé stessi,
rigenerazione profonda.
Qui, al centro di questo prato
sulle colline, l’amplificazione della vista
sulle consapevolezze di quei sentieri,
anfratti e fiumi che scompigliano
dall’eternità questo mio corpo
di terra.
Chi è capace di renderti libero
ha il potere di farti crescere.
Poesia organica, biologia
di questo straordinario sentire.
Lo sguardo sulla vegetazione e
l’udire dei passi nel rintoccare
dei secoli. Passo dopo passo,
visioni e intuizioni del creato.
Passo dopo passo.
La scansione del battito cardiaco
di tutto il vivente.
Rimani senza fiato, poi ricominci col vino e le luci,
dal blu al giallo, l’odore dell’erba, il rosso, le arance,
il burro, l’incenso, ultravioletto, il profumo dei fiori, le cene.
Di quando non sai perché né come ma inizi ad andare e
corri, nel tutto. La rivoluzione. La risoluzione.
Della libertà che mi attraversa gli occhi
quando sei intorno. E di questo contagio
di ego che va a disperdersi nelle notti insonni.
Garou nei colori e la confusione
di tutte le immagini di tutte le storie
di tutti i tempi. Garou nella scia
di energia dove germogliano alberi e
intuizioni sciamaniche.
Di tutto il viaggio che mi intraprende
nel vortice della memoria,
lo scavo precipitoso come fossi
una miniera di quartieri bui e
corridoi accecanti verso un fondo
che non esiste. Di tutti quei fili attaccati
fra ippocampo ed amigdala
ad ingarbugliarsi in pulsazioni elettriche.
Nell’andare il solo esistere
inseguendo il tramonto
a piegare la dimensione del tempo
sul filo dello sguardo in un terrificante
meraviglioso oceano.
Ho vertigini su voragini di materia oscura
a perdita d’occhio che vedo su chilometri
di scogliere ed ecosistemi
nel golfo della mia esistenza