Milano

Muore lentamente il giorno

sulle umide strade della mia città.

Chiusi nei loro cappotti,

volti senza volto

si affrettano verso casa.

 

Le luci dei negozi tremolano,

deformate dall’incalzare della pioggia;

fari d’autobus fendono la nebbia

come spettri di pallide luminescenze.

 

Osservo i miei pensieri imbrunire,

me li vedo scivolare addosso

e serpeggiare veloci

nei rigagnoli,

lungo i marciapiedi.


Deriva

Andiamo insieme alla deriva,

da troppo tempo abbiamo smesso

di credere nel nostro amore.

 

Ci trasciniamo

nell’indifferenza e nel rancore,

conviviamo,

eppure distanze siderali

si frappongono

alla mutua comprensione.

 

Condividiamo solo il male d’esistere,

incapaci.


Pienza

Casali arroccati sui poggi

dominano il piano silente

nel crepuscolo autunnale.

 

Aguzzi cipressi bruni

contro un cielo di latte,

assistono impotenti

al vorticoso turbinare

delle foglie

bronzee, cupree, dorate.

 

Schiere argentee di ulivi

rincorrono purpurei filari di vigneti

fin dove l’oro del tufo e il cinerino dell’argilla

si confondono,

come sulla tavolozza di un pittore.

 

Cala pesante la nebbia

sui paesaggi ondulati,

sulle architetture fiere,

sulla fama secolare,

sui contrasti sopiti dal tempo,

sui miei pensieri erranti,

a Pienza.