MI VA
Ascoltare una canzone come se l’avessi scritta.
Ricordare in uno scatto l’emozione di un momento.
Osservare tutto quanto con lo sguardo di un bambino.
Pedalare sulla strada percorrendo i miei pensieri.
Rinunciare all’egoismo per creare una speranza.
Impegnarmi in ciò che sento disegnato su di me.
La fatica, a volte vince, ma d’incanto si trasforma in un soffio di speranza e il miracolo… mi va.
Gio Conti
NON MI VA
Condividere un diploma con colleghi mercenari.
Risvegliarmi con sirene di patemi mai risolti.
Adeguarmi a soluzioni che non chiedono sudore.
… non mi va.
Lavorare come schiavo senza meritare il pane.
Conformarmi a desideri di maldestri governanti.
Rinunciare a soffermarmi nell’incanto di un tramonto.
… non mi va.
Di piegarmi sconsolato ai problemi di chi vive.
Di accettare vessazioni ed ignobili angherie.
Di girarmi indietro un di’ e sentirmi come niente.
Tutto questo… non mi va.
Gio Conti
CARNEVALE
Artificiali felicitá, annualmente programmate, percorrono anime inquiete.
Maschere indossate come a proteggere oscurati sorrisi.
Balli, canti, futili passioni s’intrecciano alla grigia quotidianitá.
Tentativi di scuotere il torpore invernale si materializzano in botti assordanti.
Tre giorni di allegra utopia e domani… sará ancora vivere.
Gio Conti