Ho strappato le mani dal cielo

Ho strappato
le mani dal cielo.
Ho tirato giù,
l’azzurro del mare.
Negli occhi,
dipinti dal sole
ho disciolto
la riflessione
in un silenzio
surreale:
mi son trovato
sdraiato a terra
con la testa rivolta
all’infinito dei sensi;
ho girato la giostra
della vita. Non potevo
che piangere
nel singhiozzo in gola
e quel sapore forte
d’ebbrezza che
mi ha confuso il pensiero.

Dedicato alla vita e a quel desiderio immenso di vivere.

 


Farei l’amore con le parole

Farei l’amore con le parole
semplici e piccanti parole
accompagnate da quel suono
gaudente di voce, più o meno flebile,
quasi sussurrato , profondo, acuto.
Farei l’amore con le parole
sino a sera e nella notte fonda
agggiusterei il senso del dire
accompagnandole da sottili,
venature di pronuncia
sino a toccare l’acuto, laddove serva
ed esprimere l’atto, nell’estetica del bello.
Farei l’amore con le parole
nell’immaginario mondo del piacere
aperto a i miei occhi
urlerei di gioia il mio essere
fra parole sistemate al meglio
in quel panorama idilliaco
ceduto all’emozione vibrante dell’essere.

 


Sembiante

 

Ho venduto il mio essere
impudico, per poi
racquistarlo verecondo.
Ho parlato senza tema, per poi
argomentare il senso compiuto.
Sembiànte forma dell’essere:
una luce fioca nel buio pesto
dell’incoerenza…
Cerco l’equilibrio del corpo
e dell’anima, trovo briciole
d’inquietudine, sparse ovunque
fra dissapori, contrasti e dubbi.
Ho smesso di parlare
e ora recito da copione
una ambigua trama
di gioconda fine…
Sembiànte forma dell’essere?
No, solo viltà e debolezze
viscerate dai controsensi
combattuti del non saper esprimere
la propria idea di vita.
Allorché si pone innanzi
ai rancori e rimorsi
mietuti nel tempo
e oramai persi
nell’inettitudine dell’essenza.
Sembiànte forma dell’essere!
Non posso non pensare…
Non posso non credere…
Resto solo, in un angolo
a specchiarmi nella meschinità
di questa realtà.


Percezioni

Sono solo

e rido con me stesso

dell’imperturbabile cinismo e

dell’irriverente cocciutaggine del non essere.

Mentre lo specchio riflette l’essenza

e non concede scampo all’evidenza… sono io!

il corpo trema, ma non si arrende

all’emozione che fa scoccare il brivido dell’esistenza!

Oltre l’io… non ci sono ancora

forse potrei esserci…

a naso dell’intraprendenza o della follia

e come non dire dell’oblio:

di questa felice arsura

che spacca la gola della coscienza!

Sono solo e ho sete di me stesso

del mio essere e di quel sorriso

che accoglie la felicità

nel ventre sazio delle sensazioni

(irresistibili percezioni)

e le elargisce all’insaputa dell’io

(aprendo le braccia alla conoscenza)

oltre… non so dire

il resto è pura immaginazione.


Nei muti silenzi m’incammino

Raccolgo
le mie cose
e nei convenevoli
silenzi
m’incammino
verso quel saporoso
profumo di vita
che anima il mio essere.
In alto la campana
rintocca arcaici versi
dimenticati
nella voracità del sapere.
Tolgo i sigilli
alle porte del destino
e lascio l’anima
sbattere forte
la sua verità.
Alzo gli occhi
alla luna
e l’osservo
lacrimare luce
nelle lunghe notti
e in quell’umile visione
dell’esistenza
raccolgo
il mio pensiero.
Nei muti silenzi
m’incammino.


Amorevolmente donna

Donna come sei amorevolmente creta
da modellare fra le impurità
di un mondo che non ti appartiene.

Sei l’animosa ombra in silenzio
che s’aggira fra luci e speranze.

Sei l’armoniosa complicità del fato
così semplice, pulita e schietta.

Sei la giustizia forte, tenace nel cuore
e grintosa scure d’acciaio
con cui proteggi le tue parole di pace
nell’essere madre, nei tuoi sogni.

Sei la femmina nell’effimera fragranza
vogliosa di lasciarsi andare
fra le braccia dell’ansimante respiro.

Mentre tutto d’intorno si muove
rapidamente, sulla giostra della vita
dove tu sei…

la protagonista indiscussa
di una folle corsa
alla conquista della felicità.


 

Fermare il tempo si può o per lo meno rallentare?

 

Schiacciati

su questa terra

da onde gravitazionali.

Sinuose ombre

dell’arbitrio tempo

alla continua ricerca

di quella gigantesca

massa , su cui

amoreggiare nello spazio-tempo.

Percezioni d’infinito

animose sfere

di un opera incompiuta

come lo è la vita

di quell’uomo

prodigo

a fermare il tempo:

per ricominciare

e finire quell’idea d’amore

e di comprensione spinta

inconsapevolmente

da frasi retoriche

e inadeguati sguardi.

Tornano

immensamente agli occhi

posati al cielo

le atmosfere rosse di fuoco.

Quella suggestione

effimera dei sogni

svanita in un tintinnio

estremo di vita

confuso, ma con ansia

atteso da chissadove…


        

Esistenza

 

Sei l’innattesa opera.

Sei il pensiero opposto.

Sei l’arrivo o l’inizio.

Sei l’infinito appeso

a quell’idea incompiuta.

Sei la morte:

sollievo o riflessione;

conforto o disperazione.

Sei il tutto o il niente.

Pacata anima

mia amica

negli occhi di finestra

osservi e

bisbigli al chioaroscuro.

Una lacrima di sole.

Sei il pensiero libero.

Sei l’amante immaginaria

o ingannevole visione.

Sei il tacito consenso

o l’ottuso parlare.

Sei quell’odoroso mare d’estate.

Sei quel frullato di fantasia

e di immaginazione che vaga

oltre l’ignoto dell’essere.

Sei la mia amica arte.

Sei la verità , dietro la porta

dell’inferno o del paradiso?


 

Andiamo verso la morte

e lei è là ,che ci attende

con quel sorriso beffardo.

Quel ghigno di soddisfazione.

L’arcigno sguardo.

Mentre noi, non la vogliamo

incontrare e la evitiamo sempre.

Ma il pensiero, è con lei

nel suo essere accanto

nei momenti bui e d’insofferenza

ci osserva muta:

cosciente, che prima o poi

ci prenderà, fra le sue braccia

forti e surreali.

Pazientemente, ci segue

passo, dopo passo

come un ombra e di soppiatto

si presenta!Ogni qualvolta

tocchiamo il fondo.

No! Non mi avrai così!

Quell’energia positiva , ci tira su

è un effetto benefico

e ci solleva e distoglie

da quella visione confusa.

(Ella scompare nel nulla.)

Andiamo verso la morte.

Ella è viva, nel nostro cuore:

la sappiamo, anche amare

talvolta, e affrontare in modo giusto.

Perchè ella è vita!

Fa parte di noi , sin da quando

protetti dal grembo materno

la percivamo:

quasi un illusoria attrazione.

Fatale destino?


 

farei l’amore con le parole
semplici e piccanti parole
accompagnate da quel suono
gaudente di voce, più o meno flebile,
quasi sussurrato e profondo acuto.
farei l’amore con le parole
sino a sera e nella notte fonda
agggiusterei il senso del dire
accompagnandole da sottili,
venature di pronuncia
sino a toccare l’acuto, laddove serva
esprime l’atto, nell’estetica del bello.
farei l’amore con le parole
nell’immaginario mondo del piacere
aperto a i miei occhi
urlerei di gioia il mio essere
fra parole sistemate al meglio
in quel panorama idilliaco
ceduto all’emozione vibrante dell’essere.



L’onestà di un canto

        

L”anima naufraga ,

dai mari velati , d’umori confusi

fra isole d’arte, trova riparo.

Dall’inquieto andare

fra carcasse d’ombra e

parole alla rinfusa , urlate

senza dire e  morte nel giorno di luce

fugge via. Sorpresa nella notte!

La voce sale, fra equi sentieri e

legittimi presentimenti, scioglie alla luna ,

l’onestà di un canto. La fonte della felicità,

da sollievo alla sete di giustizia.


 Quell’immaginario amore

 

 

Nell’incanto dei tuoi occhi verdi

s’infrange il sorriso, a risvegliare

l’avidità dell’essere, nell’onda convulsa

che s’agita dentro di me.Altrove tu stai.

Nell’infinito sobbalzo delle sensazioni.

Nulla può distrarmi da quest’enfasi

e così il grido di gioia, nel brivido a pelle

si scioglie fra le labbra umide

di quell’immaginaria tua bocca.

Ogni cosa di te è qui!

Non posso tacere, all’emozioni

frutto di quel verace pensiero.

La luna raccoglie quel sapore di te

e lo riflette su di me.Credo di averti!