Aspetto
Chissà forse qualcuno
leggerà per non capire
aspettare che quella scia candida
si sciolga nel cielo
e lo sguardo vagare e insistere
a non tornare quaggiù…
un attimo fa, un’eternità
i tuoi occhi sorridenti
il mio infinito e il nulla,
la tua risata, un bacio,
i mei sorridenti, ipocriti
perchè si deve, perchè così,
ma il cuore infeltrisce,
Pechino è di là, oltre le scarpe;
dentro, un uomo che non deve,
non può piangere,
ma io sono un papà…
trova presto la luna
figlia mia;
io sto qui al pozzo
per porgerti ancora
un sassolino da buttare.
Ascolta
Se a te sembra che il vento
sussurri all’orecchio
ascolta supina,
trattieni il respiro…
da sempre nel mondo
egli coglie con se’
le storie, le gioie,
i litigi e l’amore…
le tristezze dissolve
tra i rami intrecciati,
e i sorrisi dipinge
dei pollini e fiori
per donarne colori
d’arcobaleni riflessi
a chi ha aperta nel cuore
la finestra d’amore.
Se ti sembra che il vento
sussurri all’orecchio
trattieni il respiro
e ascoltati sola…
sarà brezza a portarti
quel bacio mai dato,
quella frase d’amore
ch’è fruscio attraverso
la finestra del cuore.
A lei mi rispecchio
scostando la tenda…
ed alla foglia che vola
cullata dal vento
affido il mio bacio
ed a lui altri cento.
Il carillon
Per chi giurerà
che a monete di ferro
ho preteso il tuo cuore
ti lascio rubar la mia voce
il mio respiro d’un tempo e sorridi
che in dono hai avuto
solamente uno scrigno…
A donarlo è finito in miseria
potrai dire indebitato d’amore
quel pazzo che al petto stringeva
a guardarlo uno scrigno sì vuoto
vuoto, per chi orecchie non tende
e godere non può
del carillon che dal buio diffonde
cristalline note armoniose…
all’orecchio melodia sì dolce
e mono tona fors’anche a sè stessa
insister la sera, ogni sera
fin d’allora da quando è il tuo sempre…
“papà ti adora, bambina,
papà è sempre con te…”
ti ama sempre, in silenzio laggiù
dallo scrigno nel fondo, ogni respiro di più…
se cerchi di sotto
ne trovi la chiave
se e quando vorrai, ricarica ancora
e ancora per sempre
il carillon di papà.