Estratto de ‘Ho incontrato il tuo sorriso’

“Dopo mezz’ora di attesa, i gradini dello stadio cominciarono a farsi scomodi così, cominciammo ad avvicinarci a passi lenti verso l’uscita. Avevamo smesso di guardare assiduamente l’orologio dall’inizio del concerto e, adesso, il tempo sembrava diventato un dettaglio irrilevante. Eravamo giovani, invincibili, e potevamo fare ciò che volevamo. Roma poi era ancora viva oltre quelle tribune, con tutti i suoi abitanti sparsi per le piazze, i vicoli, il centro, il Tevere, il Colosseo.

<<Cosa vuoi fare adesso?>> le chiesi.

Mentre camminava continuò a guardare il palco, sopra il quale le stelle promettevano che il tempo sarebbe rimasto sereno per un po’.

Poi, senza voltarsi, rispose: << Voglio fare l’amore>>.

Cercai in tutti i modi di non far notare il mio imbarazzo , mentre i battiti che avevo avuto durante la corsa per arrivare al concerto in tempo, erano niente in confronto a quelli che avevo adesso.

<<Va bene>>, le dissi quando mi fui un attimo calmato, <<ma restiamo ancora un po’ qua, mi piace questo posto>>.

Così ci rimettemmo a sedere senza dire una parola, osservando la bellezza dello stadio, il palco pronto per essere smontato, il prato da cui le sarebbe piaciuto vivere quel concerto. Quando tornammo alla macchina, imbottigliati nel traffico sulla strada verso l’hotel, Lei buttò giù il seggiolino e ci si avvinghiò, con le gambe raccolte sul petto e la testa rivolta verso di me. Sembrava molto stanca ma, tutto sommato, anche rilassata e forse era quello che le serviva. Ancora una volta ero riuscito nell’apparente impresa di renderla felice, sfida che ormai ero abituato spesso a vincere. Fu bello vederla addormentarsi per poi riaprire gli occhi e guardarmi sorridendo dolcemente, come per dirmi: ‘ vieni, ti sto aspettando nel mio sogno ‘. Ci avrei passato volentieri tutta la vita in quei suoi sogni così bizzarri.

Riuscimmo a tornare all’hotel circa un’ora dopo, in un venerdì sera qualunque diventato improvvisamente qualcosa di importante. Quella parte di Roma sembrava già assopita, cullata dalle luci dei lampioni sempre accesi, e disturbata solo da quelle poche macchine che rompevano il silenzio della notte.

A passi lenti ci facemmo strada verso il secondo piano dell’hotel, dov’era situata la nostra camera. Tutta la stanchezza accumulata durante il giorno cominciava a farsi sentire e lo stato di tensione nel quale avevamo passato le ore precedenti, stavano facendo spazio alla tranquillità di chi è riuscito a fare qualcosa che non sperava potesse succedere.

Accesi la luce del corridoio e aprii la porta di camera dell’hotel, lasciandola aperta per farla passare. Poi fu solo il rumore della porta che si chiudeva e la vista di Lei che si era voltata verso di me, guardandomi senza dire una parola, che anche una sarebbe stata di troppo. Dietro di Lei c’era la finestra e dietro quella Roma, e il mondo intero ma, in quel momento, pensai davvero che il mondo fosse proprio li, e che indossasse dei leggins neri e che avesse preso in prestito gli occhi della ragazza che avrei amato per tutta la vita. Mi avvicinai e la baciai profondamente, quasi a volerle trasmettere dalle labbra ciò che provavo dentro di me. Continuammo a baciarci a lungo, i nostri vestiti che facevano a poco a poco massa sul pavimento, le nostre menti che si mescolavano e si univano, la mia mano che scorreva sulla sua pelle ormai nuda.

 

Quando mi svegliai quella notte, Il buio era così profondo che non riuscivo a vederla bene, ma immaginarmela mi bastava. Ad ogni modo, potevo sentire i suoi sospiri lenti di stanchezza, che si univano ai miei in una stupenda canzone. Solo quando i miei occhi si furono abituati all’oscurità potei vedere il suo volto. L’osservai dormire sul mio petto, ed era così tranquilla e serena che quasi mi sembrò di essere in un sogno, mentre con una mano le accarezzavo i capelli setosi e ribelli. Sentii le mie braccia tremare di emozione, di adrenalina e di assoluta felicità.

E così come avevo fatto quella volta, avvicinai la mia bocca al suo orecchio e le sussurrai: ‘ti amo ’, e così come quella volta lei non si svegliò, ma nel buio di quel momento sono ancora convinto di averla vista sorridere.”


 

Estratto de ‘Ho incontrato il tuo sorriso’

“All’improvviso si fece scura in volto.

<<Posso farti una domanda?>> chiese ed io annuii leggermente con la testa.

<<Cosa faresti se potessi tornare indietro e decidere se conoscermi o no, sapendo già dall’inizio come andrebbe a finire?>>.

Quella domanda mi colse completamente alla sprovvista, come un temporale improvviso e fugace in una giornata di pieno agosto che ti sorprende inevitabilmente senza protezione. Dentro di me, però, non ebbi bisogno di cercare risposta, perché quella era ovvia come il ritorno prossimo del sole e la nascita di un arcobaleno che squarciasse il cielo di nuovo limpido.

<<Conoscendo il dolore, con te ho imparato anche ad amare. Abbiamo passato momenti difficili, ma ormai dovresti aver capito che sono fatto così, che ho bisogno dell’amore che adesso tu rappresenti. E non importa se ho pianto, se ho sofferto e se sono stato male da desiderare di morire, perché la vita è così>>

La guardai per un momento negli occhi marroni, densi e colmi di affetto, prima di continuare.

<<E per quello che vale, rifarei ogni cosa, ogni maledettissima cosa per rivedere di nuovo l’alba con te, per stringerti ancora, per baciarti, per viverti anche solo un’ultima volta.>>.

Lei rimase immobile, il suo sguardo che volava verso il cielo scuro sopra di noi, verso le nuvole grigie che risaltavano nel buio della notte. Poi, un attimo dopo, i suoi occhi furono di nuovo su di me.

<<Risposta abbastanza esauriente direi>>

<<La puoi conservare nel tuo cassetto privato. È la prima di tante mie citazioni che un giorno ti faranno fare soldi a palate>> risposi e Lei si concesse un sorriso mentre si alzava per andarsene, ma io fui rapido a bloccarla per un braccio.

<<Aspetta>> dissi << E tu cosa faresti se potessi tornare indietro?>>.

Sorrise di nuovo, risistemandosi sul legno umido della panchina.

<<Non credo che ti rivolgerei parola>> disse, ed io non ebbi nemmeno il tempo di rimanerci male, che già mi ritrovai avvolto dentro al suo tenero abbraccio. Sentii il profumo dei suoi capelli riccioli e della sua pelle scorrermi dentro, in un flusso che portava il suo respiro regolare a gonfiarmi dentro al petto fino ad incontrare il mio.

<<Sto scherzando credulone. Non potrei immaginare questa mia vita senza di te>>.

Intorno a noi si fece il silenzio tranne che per quell’abbraccio, che di rumore ne faceva eccome. Restammo stretti per un po’, la mia mente che provava a decifrare che cosa stesse pensando, prima che mi sussurrasse qualcosa all’orecchio.<<Ma prenderei decisioni diverse>>.Ci staccammo e la fissai negli occhi, immaginando una vita insieme a quella ragazza così bella e, allo stesso tempo, così maledettamente sfuggevole.<<E cosa cambieresti?>> chiesi, ma lei si era già alzata in piedi.<<Ti lascio nel dubbio>> rispose mentre si allontanava nel buio della notte.”


 

Prologo de ‘Ho incontrato il tuo sorriso’

“ ‘Probabilmente la morte non è una questione semplice da affrontare’.

Sto pensando a questo mentre mi guardo intorno senza riuscire a capire dove mi trovo. Sento le gambe immobili nell’oscurità, un suono continuo ad intermittenza non mi lascia dormire. Sono stanco ma non riesco a lasciarmi andare come vorrei e, finalmente, dormire un po’.

Lei sta piangendo accanto al mio letto. Vorrei dirle di non farlo ma non ne ho le forze. Vorrei dirle che la morte è solo passeggera, che mi raggiungerà, un giorno che spero sarà il più lontano possibile da questo.

E ci guarderemo di nuovo, gli stessi occhi che adesso perdono brillantezza, offuscati dalla tristezza e dalle lacrime; lo stesso sorriso, che adesso è perso e non sembra riuscire a trovare una via per tornare a casa.

Non piangere amore mio, un giorno saremo ancora insieme, oltre il buio del cielo sopra di noi.”