La storia della mia vita?

Nacqui in una piccola città, fredda, tra altissime montagne, dove se riesce insediarsi la nebbia, resta là per molto tempo. Eppure desiderai sempre il calore e la luce.

Trascorsi la mia infanzia cantando, scrivendo e sognando. Eppure non gli credei.

Poi studiai. Eppure tutto ciò che so, non imparai mai.

Poi lavorai. Eppure successo mi portarono solo le cose per cui non feci niente. Apparentemente.

Poi anche vissi. Eppure i miei sogni mi sembrarono più reali.

Poi amai. Eppure mi sempre abbandonai.

Poi lottai. Eppure non potei mai sconfiggermi.

Poi persi tutto. Eppure ebbi ancora da perdere nel giorno successivo.

Poi mi spaventai e chiusi tutte le finestre. Eppure una fu rimasta aperta.

Tornai. A piangere. Da bambina.

E la piccola dimenticata mi restituii il mio tesoro più prezioso: me stessa. E la mia voce. E la mia penna.


Tu sei la domanda

Tu sei la domanda

che non oso porre

anche se il silenzio

risponde

come potrei svelare

la serpe fredda

scaldando nel seno,

fingendo allegria?

Orecchie infedeli

sorde al suo battito

solitudine libera

senza essere notata

inietta nelle tue vene

il tuo veleno.

Senti come si gela

il sorriso più puro

l’attimo più vero

in un sogno paralizzato

chiamato la vita?

Un altro amico chiedi

per una nuova pena,

in cambio, offresti

la tua tortura al Dio.

Tu sei la paura.

Sei un codardo?

O qualche matto ardito

mostrando con coraggio

la sua debolezza?

Forte, come la tua

distanza grida:

Tu sei la domanda

Tu sei anche la risposta.


Napoli

Tu, che vivesti tra santi e spiriti

sognando il mare, testimone muto

vulcano dissanguato, da secoli

custodisce il tuo segreto.

Tu, diamante tra le pietre

splendi sugli anni provati

dolore si cela dietro il tuo sorriso

qui tutti furono benvenuti.

Tu, guerriero, proteggi il tuo sangue

la pace chiedi come un angelo

rimedio raro il tuo amore

che dai in cambio al mondo.

Tu, salvatore, che la luce attrai

sopravvissuto delle sue ombre

si sciolgono in lacrime le nubi

il sole ti fa sorridere.

Tu, cuore di madre, con le campane

batti, mi amasti a prima vista

il tesoro piú prezioso tu mi desti

mi riportasti nella mia vita.


Impossibile

Eccoci qua, di nuovo

ci siamo ritrovati, di

nuovo stai fuggendo,

di nuovo ti lascio

scivolare via.

Ti ricordi? Credemmo

di riconoscerci sempre

ed ovunque, il segno

fu l’impossibile. Ora sto

vagando per il futuro

che è ancora lo stesso

di quando lo lasciammo

per la vita senza ricordi

che promise di più.

 

Gizella Sajter 2016


L’amore dell’artista

Notti vigili, giornate bramando

lo scuro del sonno stanno dettando

parole che oggi sono rosse, domani

fredde, a volte plumbee ma anche

torride, poi un profumo intenso

di narciso lo stordisce nel vuoto

della calma che solo la confusione

può riempire.  La pena lo cura e

la sua solitudine è troppo affollata,

asciuga la finestra dall’interno nella

pioggia, grida dal freddo nel fuoco,

il guerriero più pazzo, più ardito,

più vigliacco chi sopravvive a tutto

ciò che l’uccide ogni giorno, conia

sogno dalla realtà, realtà dal sogno

e si trasferisce nel suo sentimento

ma non ne parla perché non lo sa

neanche lui se è reale o una fantasia

questa coppia creata dalla perfezione,

l’artista ed il suo amore.

 

Gizella Sajter  2016


Sono qui

Mi stai cercando…

ma ci sono, sono io…

la busta ancora

chiusa sulla tavola,

la risata arrivando

dalla strada,

il tatuaggio sul

braccio teso verso te,

il Fa maggiore

nella tua canzone,

l’ansia che ti tiene

sveglio di notte,

la solitudine che è

così consolante.

 

Gizella Sajter 2016