IL CANTO DI CASSIOPEA

Nei giardini di stelle
rifulgi Cassiopea:
metamorfosi d’amore.
Folgorato nella foschia dei millenni
cantò Euripide la tua bellezza.
Invano Dei
apprestano lavacri nei santuari di gelosie.
Sulle are aguzze
non si piaga la seta della tua pelle.
Il disco di Perseo,il tuo sangue eroe,
uccide Acrisio: l’oracolo si compie!
Mai ghermita da Poseidone,
rientri nell’amplesso stellare..
Nello sguardo della volta stellata
galleggia, rapito,il mio sogno d’immenso!


IL RIMPIANTO DEGLI DEI

Abbandonati i miti sul Parnaso,
Cartesio ingabbia
in trappole kantiane,
l’origine della parola;
l’agghiacciante “logica”
logora l’ideale mistico:
è il trionfo dell’esegesi!
Calliope compone liriche mute
nel tempio di avorio.
Afrodite. figlia di Zeus,
serra la natale conchiglia
agli occhi degli umani.
Una progenie,
consunta da ineluttabili Ere,
si pietrifica il cuore
sedimentando velenosi rimpianti;
frantuma ideali di bellezza
in vertigini di sogni,
sotto un cielo di antracite!


POESIA MAI NATA

Parole in esilio
assediano,ruggendo,
inferriate di fogli,
orfani di parole.
Spossata da incapace tormento
annega l’anima nel travaglio della maieutica.
Protesa nel nulla,
l’ansia non esprime emozioni,
né sogni sontuosi di memorie.
Occhi di culla,
placati da estenuanti ninne nanne,
non riemergono dal letargo di Crono…
Parole d’amore
prosciugano labbra, arse da silenzi.
E’ sempre giovane il cuore del poeta:
assetato di albe,
attraversa scansioni di buio
in tremolanti costellazioni d’infinito!


LO SGUARDO DI NEMESI

Al convivio degli Dei
Nemesi celebra sentenze
sulla dolorante argilla degli umani,
su grida intrappolate in finti sorrisi.
Sulla soglia di un’alba
s’incendia di porpora
un cielo di rondini.
Nel bosco, una lacrima trafigge di fremiti
un silenzio di foglie.
E’ violato il profilo dei monti
da luci di giorni disfatti
nelle tracce di tramonti,
inchiodati a reincarnazioni di memorie!
Angeli della notte
proiettano sospiri di cupo cobalto
sulla Terra,
stremata da fiamme di corpi,
di urla di vento,
di cuori voraci di avventure.
Spettatrice di se stessa,
la natura ascolta il suo respiro…;
si avvolge di madreperla di stelle,
confida alla luna percorsi di ombre
truccate di vita…
E allora…. la luna, complice di oblio
si vela di nubi e disegna coltri di sogni
sulla inquieta testimone di progenie!


CUORE D’ISOLA

Plagiata da sciabordii di lune,
l’isola della mia psiche
ridesta mani di conchiglie,
affanni di sospiri
ormeggiati a scogli di tristezza.
Lame affilate di astri
insidiano dimore di ombre,
forme di armonie, frementi di vita,
sulla sabbia nera.
Seducono il mio cuore lampi di candore;
nella burrasca dell’alba,
creature trapiantate nello strappo del tempo,
recitano copioni di sterili promesse….
E’ l’eugenetica delle memorie!
Ho plasmato cloni di parole
per animare il tuo silenzio!
Immergo il mio cuore d’isola
nell’acqua di Platone e di Odisseo;
paradisi salmastri
urlano sulla mia pelle fuochi di carezze….
Rabbrividisce la tenebra
nel travaglio dell’alba!


IL CANTO DI CASSIOPEA

Nei giardini di stelle
rifulgi Cassiopea:
metamorfosi d’amore.
Folgorato nella foschia dei millenni
cantò Euripide la tua bellezza.
Invano Dei
apprestano lavacri nei santuari di gelosie.
Sulle are aguzze
non si piaga la seta della tua pelle.
Il disco di Perseo,il tuo sangue eroe,
uccide Acrisio: l’oracolo si compie!
Mai ghermita da Poseidone,
rientri nell’amplesso stellare..
Nello sguardo della volta stellata
galleggia, rapito,il mio sogno d’immenso!


ESTASI E TORMENTO

Nella follia delle nuvole

Il cielo mi ruba lo sguardo degli angeli.

Estasi e tormento,

scritti nella carezza del vento,

corrodono le speranze

di un giorno senza tramonto..

Alfa ed omega,

nelle profezie dei Maya

attraversano il respiro del tempo!

Risucchia i dinosauri

Il naufragio dei millenni…

Igea modella androidi

senza respiri di ossigeno.

Tormento di occhi senza lacrime…

perfezione ed estasi

in un corpo senza dolore,

in un giorno senza gioia…

Le stelle , orfane della notte,

si schiantano nel suicidio della fantasia!


 

CORTO CIRCUITO

Penzola sul crinale dell’ignavia

l’uomo tecnologico,

omologando il proprio ego

in stereotipi di ombre,senza suoni.

Fate tristi,

mummificate in universi di marmo,

non sgranano più ingenui occhi di vita;

l’uomo ha bruciato germogli di speranza

nel giardino dell’inquietitudine….

Pensieri rubati all’infanzia del cielo

avvizziscono in sterili giardini,

senza voli di fantasia.

Emera,figlia di Elio,

si abbandona all’abbraccio di Erebo.

Si ammutolisce il creato

nel pensiero di Schopenhauer;

una solitudine mortale

dissolve la promessa dellaLuce!

Le dee Moire preparano eventi:

crocifiggono l’umano sul legno della mortalità…

La natura non conserva più il destino dell’uomo.

Si schianta l’anima

nel silenzio di una domanda, senza risposta.


ANATOMIA DI UN PENSIERO

Anatomia di un risveglio

da notti ritorte nei lampi;

singhiozzi di luci

incendiano profili bistrati di rami.

Rabbrividiscono piume di gabbiani,

naufragano lucertole e scarabei

lungo il crinale del mio sguardo.

Abbraccio, complice,

stellanti gelsomini:

inebrianti essenze

esplodono sulla pelle della terra.

Baluginare di azzurro

illude lembi di cielo e di robinie.

Esausti di preci

i tuoi fiori, crivellati di pioggia,

si bevono siderali spazi di angeli placati.

Sacrilegio di pollini

cibano umide farfalle:

scrosciano linfa su labbra di braci,

sotto un cielo di opale!


IL RIMPIANTO DEGLI DEI

Abbandonati i miti sul Parnaso,

Cartesio ingabbia

in trappole kantiane,

l’origine della parola;

l’agghiacciante “logica”

logora l’ideale mistico:

è il trionfo dell’esegesi!

Calliope compone liriche mute

nel tempio di avorio.

Afrodite. figlia di Zeus,

serra la natale conchiglia

agli occhi degli umani.

Una progenie,

consunta da ineluttabili Ere,

si pietrifica il cuore

sedimentando velenosi rimpianti;

frantuma ideali di bellezza

in vertigini di sogni,

sotto un cielo di antracite!


TEORIE D’IMMENSO

Nelle caverne di Creta

ho inciso graffiti votivi;

ho infisso spade nelle rocce

per mostrarti il cammino.

Offrivo libagioni agli dei

per propiziarmi il tuo ritorno.

ACnosso, Zeus infante,

ti ha sottratto a suo padre Crono.

Negli antri,porte del cielo,

soltanto Ulisse ed Enea lasciarono impronte.

A Delfi le preci di Pizia

non ti sciolgono il cuore,

incatenato al mistero.

Vertigine di millenni

consuma le speranze degli umani!


POESIA MAI NATA

Parole in esilio

assediano,ruggendo,

inferriate di fogli,

orfani di parole.

Spossata da incapace tormento

annega l’anima nel travaglio della maieutica.

Protesa nel nulla,

l’ansia non esprime emozioni,

né sogni sontuosi di memorie.

Occhi di culla,

placati da estenuanti ninne nanne,

non riemergono dal letargo di Crono…

Parole d’amore

prosciugano labbra, arse da silenzi.

E’ sempre giovane il cuore del poeta:

assetato di albe,

attraversa scansioni di buio

in tremolanti costellazioni d’infinito!