La neve di marzo

Lo straniero è venuto da lontano,
molte volte busserà alla nostra porta.
Ho paura, in un languore di emozioni porgo il mio orecchio
alla parete, tutto è calmo.
Impressioni di visi conosciuti, un tempo,
appaiono nella mia mente.
Rapide occhiate e poi distogliere l’attenzione.
Chiudo gli occhi, stanca.
Petali di seta piovono dal cielo
mi sfiorano come neve,
colori di arcobaleno e
profumi di erba e sole
inebrianti, diventano seta sulla mia pelle che trema.
Sono una farfalla a suo agio tra i colori e
mentre china sul terreno prego perché sia pioggia
comprendo al cuore, il messaggio:
“Oltre la comprensione dell’intelletto la vita ti attende”.


Il resoconto

Sicuri i passi di quell’uomo si radunavano su per il pendio.
Il sole puntellava i margini del viale con i suoi raggi.
Focosa, l’estate era esplosa in giugno
E gli aspri odori della terra, nei viottoli montani,
si mescolavano ai ricordi pungenti di frane sui sentieri.
Mi ricordavi il vento, arrivavi accaldato.
Decidevi il giorno,
soffiavi impetuoso sulle mie pentole e le mie rovine
e poi ti dileguavi.
Un finto miraggio fatto di sogno.


Incertezze

Incontrai un uomo,
aveva negli occhi il futuro,
sulla bocca parole che profumavano di speranze.
Nelle mani sporche di fango il presente
e stretto stretto nel panciotto
il vecchio ticchettare del passato.
Lo amai,
come si può amare un concerto di fine stagione,
quando i profumi dell’aria ti fanno pizzicare il naso.
Lo curai come può fare una madre, cullandolo tra gesti e memorie.
E poi scomparve
questa volta senza fare rumore.
Oltre il tempo mi sedetti ed aspettai.
E in un giorno qualunque bussarono alla porta..