Perché l’amore è fatto così: crede di aver ragione solo lui e tutti gli altri diritti scompaiono di fronte a lui.
(dal libro di J.W. GOETHE: Le affinità elettive)

Affinità elettiva

Quando il tuo tenero sguardo
incontrò il mio,
la percezione
di un’affinità elettiva
nacque come fosse
un arcobaleno, e
quello stato nativo fatto
di energiche sensazioni
ruppe all’improvviso
il concepimento di una vita
dettata da una rassegnata
quotidianità.
A poco a poco incantatori
dei nostri destini
diventavamo
e le strade del mistero
varcavamo,
affinché le logiche
della pietà apparissero legate
a un destino senza futuro.
Un’avvincente sensazione
di conoscenza pregressa
legava la consapevolezza
del dilemma, e un brandello di luce
moriva nell’incuria
di quella carnale tenerezza
che ci univa corpo e anima.

 

 

 

Non si può essere profondamente sensibili in questo mondo senza essere molto spesso tristi.
(cit. Erich Fromm)

Bagliori di tristezza

Una improvvisa risonanza
scolpiva quei bagliori
di tristezza che apparivano
annebbiati dall’arsura
e dal sospiro dell’affanno.
Afflitto appariva quel calice
colmo di maree del passato
capace di implorare il ricordo
adagiato nel profondo
di un tormentato oblio.
Quella improvvisa risonanza
un docile compromesso
mi chiedeva
affinché gli spietati ricordi
degni di una adeguata illusione
apparissero camuffati d’argento,
ed io che tra continui vaneggi
e doloranti silenzi
tra le braccia di Morfeo
mi nascondevo,
nell’incantesimo della notte
una misteriosa coincidenza
cercavo
affinché i nostri cuori
la medesima via
percorressero.

 

 

 

Conosco bene il sentimento di tristezza che ispira la precarietà delle cose, lo provo ogni volta che un fior appassisce, ma si tratta di una tristezza senza disperazione.
(cit. Hermann Hesse)

Ho il diritto di essere triste

Ho il diritto di essere triste
ho il diritto di piangere
ho il diritto di sognarti,
non amo questa vita frivola
non amo questa vita spietata
non voglio essere forte
se essere forte vuol
dire dimenticarti.
Darei non so cosa
perché il sogno fosse realtà
e nello struggimento della
tristezza ancora una volta
la lacerazione si perde
nei misteriosi viottoli
dell’apparenza.
Ho il diritto di essere triste
e nella collezione di mille dubbi
centomila improvvise schegge
appaiono come foschia che
muta la cima dei monti.
Ho il diritto di piangere
quando ineluttabilmente il sole
si eclissa tra le ciocche
di un atroce dolore
fino a quando la mia lotta
appare estinta
tra infiniti compromessi
e tra fiochi segni
di una arrendevole
custodia all’oscurità.