942

Oggi è una giornata di nebbia
un’ovatta che occulta le cose
anche il campanile è scomparso
dietro un velo di latte
ne indovino la presenza
a memoria tra la case
come un volto perduto
lo spazio è una separatezza
una lontananza nel tempo
qualcosa è stato
vite brevi e fragili
hanno consumato i giorni
contati da un destino avaro
che svela cancella per sempre.
Mi abituo a prendere le distanze
da me stesso
come non fossi più
in fondo le presenze sono assenze
pulviscolo di galassie
stupite si chiedono perché.

2 dicembre 2014


943

Malessere dell’essere
davanti vuote cavità
attese vane illusioni
le speranze fringuelli contro il vetro
il passato una landa desolata
crepe cicatrici del vivere
perdite abbandoni
hanno disegnato ragnatele
marchiature profonde
tutto palpita tutto finito
l’arco non è teso come un tempo
vuota la faretra
più lontano le frecce non potevano.
Bisogna rassegnarsi al destino
maschera muta cieca
giudice di pietra
la pietà di scrivere un nome
inutile dibattersi
il collo dell’antilope
è stretto tra fauci
eccitate dal sangue.

11 dicembre 2014


944

Non pare possibile
doverla attraversare
che ci riguardi
noi così lontani
persino opposti
quasi pensiamo di schivarla
con un’astuzia
uno stratagemma
un calcolo sconosciuto
la prima volta l’eccezione
per noi soli
speciali unici
graziati dal destino.
L’impossibile diventa doveroso
necessario
tanto è l’orrore del reale
crediamo di non esserne trafitti
non cadere nel mucchio
di corpi freddi perduti
humus della storia.
Una folata di vento
spegne il lume
nel buio un muto abbandono
l’ultimo affanno nel silenzio.

22 dicembre 2014