Il verbo perduto

‘ tu noi’

da muti giorni
riappare il verbo
nel buio scolorato e
novello dei viventi

immemori di una
genesi superbamente
erosa

felicemente redatta
per intelletti animali

e pure ingenua
come natura ha fatto
circoscritta
in bisogni elementari

 

 

 

A volte

a volte il corpo
greve
inciampa lo slancio della mente
nutre la rena

l’onda arresta e sbianca in aria
e non v’è stupro sulla terra

la mente a volte
lieve
sorpassa il corpo
che stupito

ancor l’attende sulla rena

 

 

 

Tratto dalla raccolta di brevissimi racconti “La metà del doppio”

Un sole senza riguardo

La frescura si è raccolta tutta in basso, ai piedi dello scalone di marmo. Il soffoco è salito su per le rampe scolpite lasciando qualche chiazza di vapore per terra, sulle giunture porose del lastricato.
Una mano spolverata di peluria nera preme i pulsanti per l’accesso al cortile. Dietro fruscia appena una gonna. Il portale risuona violento in chiusura. I due si bloccano accecati. E sorpresi.
In casa il loro diverbio ha cancellato tempo e spazio. Lui e lei adesso non sanno perché sono lì nel chiarore. Né dove stanno andando e neppure come si devono considerare in quel momento.
E c’è quel sole senza riguardo…
Entrambi rileggono da postazioni diverse gli istanti appena passati e così malamente vissuti.
Su quel selciato bollente che imbianca gli abiti c’è un odore di gomma surriscaldata. E due esseri presenti solo con la pesantezza del loro corpo. Pochi passi stanchi e anche il cancello di ferro sbatte con violenza.
In auto lui guida e lei sta rigida a fianco. Guarda oltre il finestrino e stende mari e orizzonti sul problema di prima. L’odore caldo muta dentro alla gola in un groppo umido e dolorante. Sì, lei non vuole pensare. Ha paura dei punti che separano le lettere. Sa che possono essere chiodi nella carne.
Chiude gli occhi allora e immagina una scena: lei alla guida, un tir là in fondo. Un sorpasso.
E dopo, forse, un po’ di pace. Mentre inventa la scena seguente apre gli occhi. Il tir là in fondo lampeggia e suona a sirena.
Nei secondi dilatati lei guarda lui e il suo impercettibile, insistito battito di palpebre.
Un sole, un sole senza pudore, poggia bollente sul sorriso sfrontato di lei.