Partenze

“Hai mai pensato di andare via e non tornare mai più? Scappare e far perdere ogni tua traccia, per andare in un posto lontano e ricominciare a vivere, vivere una vita nuova, solo tua, vivere davvero? Ci hai mai pensato?”

Pirandello

Inverno. La maggior parte delle persone associa questa parola ad una stagione: le giornate che finiscono alle quattro del pomeriggio, il freddo che ti fa rientrare presto a casa, il grigio che tinge le strade in una sorta di malinconia. Per Margaret l’inverno era relativo, lo considerava più uno stato d’animo che un periodo dell’anno. Inverno era quando si sentiva sola, non compresa, quando le mancava qualcuno. Quando fuori splendeva il sole ma dentro sé la nebbia l’attanagliava. Per questo, quel giorno, là fuori era piena primavera. Non sentiva più il freddo nelle ossa, e la paura era scomparsa. Voleva solo pensare alla loro nuova vita, insieme.

Il vento sbatteva contro le finestre, sembrava bussare con violenza contro quei deboli vetri. Quando erano entrati nella stanza del Motel, Margaret aveva stretto forte la mano del ragazzo accanto a lei, cercando conforto nella sua presenza, non curandosi del gesto troppo impulsivo da parte sua. Jack però gli afferrò subito la mano, seguendo l’istinto di proteggerla. Sapeva bene che non erano i rumori provocati dal vento a spaventarla, ma piuttosto ciò che avevano lasciato fuori da quella porta, quella strada che li aveva portati fin lì.

Appena la proprietaria del Motel chiuse la porta dietro sé e li lasciò da soli, entrambi si guardarono attorno: un letto matrimoniale al centro della stanza, con una coperta di lana marrone che scendeva dal lato sinistro, un piccolo tavolo e una sedia, in legno scuro,sotto la finestra che per miracolo rimaneva chiusa nonostante le intemperie. Inoltre, una macchia gialla nella parete all’angolo col soffitto aumentava il senso di angoscia dei due ragazzi. Jack posò lo sguardo su Margaret, che nel frattempo aveva lasciato le valigie accanto alla porta e se ne stava seduta ad un angolo del letto con le mani strette l’una all’altra. Si avvicinò alla ragazza dai capelli rossi, sedendosi affianco.

-Non meriti tutto questo.- lei sollevò lo sguardo, incrociando gli occhi scuri di lui.

-Non mi pento neanche di un passo che ho fatto fino ad ora.-

-Stai tremando.- era sempre stato bravo a sviare da argomenti di cui lei non era pronta a parlare.

-Ho freddo.- Jack le cinse le spalle, sperando di scaldarla con il suo calore. Lei fu sorpresa da quel contatto, ma allo stesso modo gli fu riconoscente. Restarono così per qualche minuto, ognuno immerso in una bolla di pensieri. Pensieri che non erano pronti ad essere esternati, neanche alla persona che amavano.

Margaret sapeva che quel giorno aveva segnato per sempre un cambiamento nella sua vita. Non che non lo volesse, ma era oltremodo spaventata da ciò che sarebbe successo dal giorno seguente. Era sempre stata una ragazza abitudinaria, che seguiva ciò che era giusto fare. Fin da piccola aveva programmato la sua vita nei minimi dettagli, come se quel filo conduttore potesse salvarla da quel mondo che le faceva tanta paura. Non aveva grandi ambizioni, non era una studentessa eccelsa ma si impegnava a fondo nello studio. Adorava correre, sopratutto al tramonto, nei mesi autunnali, quando l’orizzonte si trasforma in un’esplosione di colori. Era un modo per riordinare le idee, pensava. Quando non correva, leggeva. Fiumi e fiumi di libri si era divorata nonostante gli anni difficili e gli impegni. Era ciò che più preferiva: immergersi in un’altra realtà. Quando questa le stava stretta bastava aprire un romanzo e in poche righe si trasformava in un’eroina, in una donna in carriera o una semplice adolescente con il grande amore che le teneva la mano. Quella sera si sentiva un po’ dentro quelle pagine, aveva la sensazione di vivere la vita di un’altra persona. La strada su cui aveva camminato per anni le aveva dato la possibilità di arrivare ad un bivio e per una volta nella sua vita, aveva accettato di intraprendere un nuovo percorso che forse l’avrebbe portata a quella felicità che tanto cercava.

Sorrise.

In fondo la sua felicità era proprio accanto a lei, in quel momento. Stringeva la sua mano, intrecciava le dita con le sue. E non le importava delle lenzuola ruvide, degli spifferi, del vento che batteva, neanche di quella macchia inquietante che aveva osservato appena entrata in quella camera. Non le importava di ciò che si erano lasciati indietro.

Delineò il profilo di Jack con la punta dell’indice. Lui sorrise, baciandole un dito uno a uno.

Tra le braccia del suo amato, era primavera.