L’avvento della neve

Il bastone dei mendicanti
poggia sulle gocce
degli autunni
quanti inverni
piovuti
sui loro mantelli
quanti anni
nei loro occhi spenti
la neve ora scende
la neve che copre le orme
arrampica il bianco
del tempo che corre
sulle barbe ormai pronte
intrise di giallo
e intense d’odore…
….la neve porta tepore
come una madre
l’aria che viene
stringe
ogni fiocco cadente…
…e tutto è così vergine
…muto …innocente
come sospeso in aria
per sempre.


Il bacio della pantera

Sono già…elfo improvviso
sul fare delle sera
il viso si apre e la freccevole
sortita dell’ispirazione
ammaina nel languore
che annega quest’era…
sono il Fohn favonio conio
sullo sterno fossile
encausto incandescente
malleabile alle lune
spiriti perduti nel languore
che annega quest’era…
Il bacio della pantera
divenne quello che non era
nel bilico il dilanio
divinò del destino
sulle vene mantiche
del mio cuore
occhi che riesco a non chiudere
quando vorrei baciare
incubo a mani giunte
un maleficio romboidale
sulla coscienza hai troppe creature
tremate tremate
le streghe son tornate.


Fisionomie locquaci

Ferma, non parlare…
l’arte superna dei volti
già mi fa capire
e le filosofie delle pupille
sono cieli di chiarezza
o scurità.
Ferma non parlare…
la mia fisionomia
è un ideale
che non baratta facile
odio per amore
per favore non mi provocare.
Ferma…non guardare!
Intento io lo vedo
intanto che ti sento avvicinare
quello che non comprendo
sono le mie falangi
verso quale infinito
tendono arrivare…