Poesie
Ciò che mi restava
Era tutto e l’inizio di tutto,
anzi era niente e l’inizio di niente,
era la sua voce, il suo sorriso,
era l’idea di sé e come tale
impossibile da immaginare,
da catturare, da comprendere,
poiché sfuggiva alla mia mente
come fosse un punto ortografico,
che non si può trattenere
se non con la pausa della voce.
Ecco ciò che mi restava di lei,
una pausa della voce,
una frase non detta, i suoi occhiali d’oro,
il raggio di luce che entrava dalla finestra,
il vento che le scompigliava i capelli.
Niente altro.
Desiderio
Il tuo sguardo percorreva
viali di luce radente,
il tuo incedere risuonava
nel crepitio delle foglie cadute,
il tuo profumo sapeva
di terra e di mosto.
Cominciò a nevicare
ed il silenzio divenne azzurro
come una grande coperta di luna.
Questa la memoria di te
e le parole rimaste in gola
che avrei voluto gridarti
con tutta l’anima,
con tutto l’amore per te
divenuto parte di me indissolubile,
mentre corro di corsa
fino al vento, fino al mare
per ritrovarti e seguirti per sempre.
Su di noi solo il cielo.
Tango
Tango,
sei una cascata di note
che scende lungo il corpo
e lo avvolge e lo inonda e lo sommerge.
Tango,
sei la tristezza che pervade
e disegna nel cielo
una ferita antica.
Tango,
sei il desiderio che si scioglie pian piano
negli intrecci di gambe nervose,
nell’abito che mostra
la passione gitana.
Tango,
sei la promessa che vive
e si culla nella lenta agonia
d’un bacio ritmato,
sei la verità del sangue
che batte sulle tempie,
sei la frenesia d’un amore sofferto,
sei la suggestione del tramonto,
sei la danza,
impudica, selvaggia.
Tango,
sei la fiamma che brucia
e canta la sua luce.