L’ AMORE AL TEMPO DELLA CRISI

La banca pretende
le rate non pagate
ma tra merci invendute
e scadenze ignorate
ecco che il cuor s’arrende.

Ora temo pure il postino:
tra le sciocchezze patinate
c’è sempre chi reclama
un conto da saldare
e il cuore viene meno.

Ho provato con l’enalotto
ho provato col grattevinci,
non ho più un euro da giocare,
ho pure smesso di fumare
e il cuore se la fa sotto.

I risparmi che nessun tutela
sono quasi dimezzati,
all’idea di chiamare
i genitori pensionati
il cuore mi si gela.

E poi questi versi,
ogni mese ne mando un fascio
non tralascio alcun concorso
ma finora solo spese
e il cuor sta per smarrirsi.

E l’amore?

Ma quale amore.
Il titolo va cambiato
e anche il cuore
se n’è andato.


STAVO QUASI PER MORIRE

Con l’abito migliore
e il passo malfermo
per eccesso di vodka
e di pensieri estremi
ho cercato stamattina
il massimo silenzio
il più simile a quello eterno
nella chiesa più vicina.
Sdraiato dietro l’altare
mentre sognavo di morire
e stordito dall’odore
d’incenso e di gerbere
di un recente funerale
mi sono abbandonato
a quella quiete mortale.
Con ogni più lieve respiro
con ogni battito più fioco
si scioglieva la mente
in una bianca confusione
e stavo proprio per morire
se non mi avesse destato
-forse ingannato
dalla simulazione-
il ronzio di un moscone.


NON RIDETE DEL POETA

Non ridete del poeta
se ancora s’attarda
ai suoi alti uffici
e si ostina a lenire
amori perduti
o consolare
amanti traditi,
se non vuol lasciare
nella tenebra
sognatori smarriti.

Che c’è da ridacchiare
se si ferma a confortare
assetati di giustizia
e puri di cuore
se vuol assistere
chi viene storpiato
dal male di vivere
se continua a cantare
l’audacia di andare
controcorrente
il coraggio a difesa
del perdente
la lotta a servizio
del pezzente.

Non è colpa del poeta
se tace e si rintana

se dal palco s’allontana
per far posto a una puttana.