Poesie
Ritagli
Che sia un sussidio di vita,che sia un gioco sottile
Del tuo sguardo lontano, della tua vita dolente
Del mio cuore infranto che non ha meglio da fare
Che guardarti lacrimare
E lontana mi dico
È meglio stare
.. si spezza la rima in contorni dimessi.
Di muri d’argilla son fatte le mie ossa
E il mio sangue di liquido amniotico si costituisce
Le membra pesanti son d’avorio
La mente nido di farfalle
Corrode dentro quale grossolano veleno d’asporto
Irride il sorriso becero delle tue labbra sbucciate.
Di buccia d’arancia è fatta la mia faccia
Di profumi esotici il mio seno
Di spergiuri ti ricopro, quale coperta di quaglia
Signora di notte,sottile sussurro
Dolcezza di fama
Assente bellezza.
I miei ti amo sono carta straccia
Carta velina gialla strappata sui bordi
Sono coriandoli sul marciapiede dopo un giorno di festa
Sono grancassa di suoni vuoti
Sono tristi salti di circense,
Son baci rubati sul binario del treno.
Eterna mancanza si sprigiona
Dalle parole vuote
Scavate di fresco
Dal tuo cuore impavido
Assetato di noia.
A tutti coloro che ho amato
C’è qualcosa che vorrei scrivere di voi
Amici, amanti, tesori del cuore
Come abbracciarvi fosse magico
E come ogni tocco unico e raro
E dolce sia per me dissipare in queste parole il mio legame
Che come legaccio stridente mi coglie impreparata;
Ogni giorno è un risvegliarsi della vostre vicinanze-dissonanze
Semplici ed amare al contempo, come frutto acerbo.
Io non sono pronta a lasciarvi andare
Ed al contempo è già successo, siete già andati
Ed allora un favore vi chiedo, miei cari
Sia questa la vostra nuova dimora
Staccatevi dalle mie arterie
E create la vita,
dove prima riposava l’insonnia.
Verità
Sei la megera sul marciapiede
Quella con il borsone verde che faccio finta di non vedere
Sei il posto che non cedo sull’autobus
Ci sei, a volte, nella mia ironia
Sei la mano tremante, il bastone dal movimento ondulatorio
Il disagio nel mio andirivieni
Il mio occhio critico da ignorante
Quando non capisco
E preferisco non farlo.