Caldo come un petalo

Ho creato un pupazzo

con i petali di un narciso bianco

Senza carote a sorreggergli il naso

Senza legnetti a scolpire dure mani

Senza nocciole

a disegnare i bottoni del panciotto

Era un pupazzo che spiava il vento

e lo imitava in ogni suo colorato cammino

Era un pupazzo delicato

che ogni giorno aspettava il mio cane

regalandogli giochi profumati

Era un pupazzo bianco come la neve

Con petali caldi come le perle

sul viso

Era un pupazzo che non rifletteva la sua bellezza in nessuno specchio..

..e non desiderava quella altrui

Era solo un pupazzo fatto con petali

di narciso bianco..

che io posi sul mio camino

così che ad ogni raggio di luna

lo potevo avere

vicino.


Se

Se fossi una stella

cercherei un tiepido cielo in cui riposare

e annoiarmi

per poi ripartire

alla volta della forza di gravità…

Se dovessi essere una moneta

punterei sempre croce…

Se sapessi disegnare

incornicerei i miei pensieri

…così che non sfuggano…

Se fossi una talpa

farei una buca immensa…

Se fossi il fuoco darei calore a tutti

e luce per cercare l’acqua

a chi manca….

Se ami una donna come me

puoi affrontare tutto..

Sono tutto e nulla

Poco… pochissimo

nell’immensità della Natura…

Sono sempre quel granello

che crede nella bellezza della Terra, del Cielo e del Mare…

Io sono lì dentro

Se ami una donna come me

lì mi troverai sempre…


ICARO, IL MERLO CHE NON SAPEVA VOLARE

(piccola storia senza i tempi)

Erano ore che guardavo fuori dalla finestra

Sognavo distese di campi di erba luccicanti di cavallette..

Il rosso dei papaveri ballava con

gli olivi..

I pioppi luccicavano bianchi con le loro chiome chine sul fiume

lento e pesante…

Immaginavo il colore del tramonto

che da questo angolo di stanza non potevo mai vedere..

A volte sentivo la poiana andare a letto

e la civetta destarsi al primo imbrunire..

Ah scusate mi presento

Il mio nome è Merlì..

o per lo meno così mi chiamano in questa casa dove da un negoziaccio

mi hanno comprato..

Sono un merlo indiano..

e ora ho 15 anni..

…Ma il mio vero nome è Icaro!!!

Non so perché ma è questo!!!

Eppure non ricordo di aver mai fatto un volo più lungo di due metri..

..cioè grande quanto le pareti della camera dove vivo….

Mia compagna di giornate è una graziosa bimbetta

Dalla codina nera…

..nera come le mie piume

…Curiosa del mondo e della natura..

Ogni giorno cerca di insegnarmi qualche parola..

Ma io ho giurato a me stesso che non dirò mai una parola finchè sarò chiuso qui dentro..

Anche quando a trenta anni le mie corde vocali si saranno

quasi del tutto formate…Io sarò muto come un pesce!!…che non so come è fatto ma so

che i pesci esistono in distese bagnate mille volte più grandi della mia ciotolina dell’acqua..

chiamate mari, o fiumi, o laghi..

E si, devo dire che è grazie a lei se posso immaginarmi il mondo

lì fuori..

Mi legge libri di animali strani

..posti sconosciuti..

E io li vado a visitare come ICARO..

..e come lui non so volare!!

Gli anni passavano

e la ragazzina dalla codina nera divenne una donna

alta e fiera..

anche io maturavo le mie corde vocali..

ma ad ogni suo insegnamento non rispondevo con una parola..

tutti gli ICARO sono testardi, si sa..

Un giorno accadde strana

…mi raccontò la storia di “Una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”..

Non starò qui a ripetervela..ma vi immaginate?..

Roba da pazzi!!

Come fa un gatto che non sa volare a insegnarlo ad un uccello??

E poi mi chiedevo: «Perché mai mi racconta questa storia?»

Ricordo come fosse ieri cosa accade qualche giorno dopo..

Era notte..la gente dormiva

..il barbagianni sfiorava l’aria con le ali..

Le foglie degli ontani si cullavano a vicenda…

C’era una grande quiete..

finchè la ragazza entrò in camera gridando «Forza Merlì prepara le valigie, domani io e te si

parte..Ti insegnerò a volare come le aquile che non hanno paura di niente»

Rimasi a bocca aperta..

..anzi a becco aperto..

Non capivo davvero cosa volesse dire

Che fosse un “gatto anche lei”??

Poi la luce si spense..

E la quiete notturna cadde definitivamente su quella giornata

..Oh come ero eccitato

Dove andremo?

Che faremo?

Quella notte non dormii

E al tempo stesso vegliavo sul sonno di questa donna con la quale vivo da sempre

…e come tutte le cose troppo vicine forse rimastami sconosciuta..

E ora in lei vedevo il mondo

..e i suoi pensieri, emozioni, sogni stavano per entrare in me..

L’alba si sollevò come ogni mattina

..ma oggi sembrava più incantevole

La ragazza si alzò

E con un occhiolino mi fece capire che era il grande giorno

Poi fece due borse

Una per lei un po’ più grande..

Una più piccola per me.

La seguii con lo sguardo andare giù e prendere la macchina

Non avevo mai visto una macchina così sporca!..Io però non avevo mai visto una macchina

nella mia vita!!

Poi salì e prese me e la mia gabbietta

Aveva smesso di parlarmi

..sembrava molto eccitata anche lei

..ma non parlava più

Appena entrammo in macchina aprì la segreta porticina della mia gabbia e mi disse:

«Siedi qui accanto a me e guarda fuori..il viaggio non è molto lungo però vorrei che tu

guardassi fuori per presentarti un po’ di amici che col tempo ritroverai sotto la tua testa e

riconoscendoti ti saluteranno di cuore ogni volta..»

Io questa donna non l’avevo mai capita davvero!!

Non era mai stata il mio carceriere, era il mio maestro e ora il mio liberatore..

Prese una strada lunga

Mamma mia..piena di macchine avanti e indietro..tutte macchine molto pulite senza fango

sui lati!!

“Ma come fanno gli umani a torturarsi in questo modo!”

Forse perché non sanno volare!

Ma io imparerò!

Uscimmo finalmente dal caos di macchine

E la ragazza girò verso dei campi..

Appena la sua macchina apparve all’orizzonte di un grande prato ai bordi del bosco

vidi venirci incontro strani esseri a quattro zampe..

Si avvicinarono alla macchina

La ragazza si fermò

abbassò il finestrino e disse

«Buongiorno amici, vi presento Merlì, il mio amico merlo»

Poi si volse a me: «Merlì loro sono dei caprioli..di giorno vivono nel bosco e al tramonto e

per tutta la notte vengono qui a mangiare nei campi»

Un capriolo prese la parola

«Ciao Merlì io mi chiamo Spazzaerba. Benvenuto tra noi»

Io ovviamente non dissi una parola..

Ma mi chiedevo come avessi fatto, io uccello, a capire un animale a quattro zampe..!!

La ragazza prese la parola «Sai Spazzaerba, Merlì è qui per imparare a volare. Stiamo

raggiungendo Sir Poiana, che volteggia come una befana, e la signora Aquila reale, regina

del suo reame..vieni con noi?»

Poi si volse a me «Forse so a cosa pensi con quella faccina.Sai Merlì nel mondo della

Natura tutti gli esseri si capiscono pur parlando lingue diverse, perché vivono in armonia

l’uno con l’altro e tutto è parte di un gioco perfetto»

Poi continuò «Forza proseguiamo»

Entrammo nel bosco, il capriolo ci seguiva e dietro di lui altri caprioli..

La ragazza arrivò in una radura e spense i motori

Scese dalla macchina e mi chiamò

Anche io scesi..pavoneggiandomi facendo un voletto di due metri..

L’unico che sapevo fare del resto!! E ancora per poco speravo

Poi la ragazza si incamminò in su per un viottolo

e io presi a seguirla..a piedi..

Ma o mio Dio come ero goffo!!

Mi sembrava che tutto il bosco ridesse di me..

In quel gran silenzio potevo distintamente sentire le risate più diverse..

Pur non sapendo a chi potessero appartenere..

La ragazza lesse il mio disagio

Tornò indietro, mi prese e mi pose sulla sua spalla destra..

Ora mi sentivo più al sicuro..

«Allora Merlì si va al nido di Sir Poiana, che volteggia come la befana!»

E ancora «Guarda laggiù due scoiattoli..E quello è un tasso che fa pipì nella sua latrina

Lì un gruppetto di cinghiali intenti a fare il bagno nella loro piscina di fango»

Poi la ragazza si fermò e fece uno strano richiamo, stridulo come un fischio stonato

Non arriva nessuno qui!!

Pensai che questa donna fosse davvero strana!

Che vive in città ma appartiene ad un mondo tutto suo

Fatto di colori e suoni

Dalle sfumature incomprensibili agli altri esseri umani..

Poco dopo arrivò in picchiata una poiana..

Mamma mia come era bella

Con quelle piume color terracotta

e il bianco della pancia che rifletteva il sole

«Sir Poiana ecco il tuo allievo» disse la ragazza «Ma dove è l’altro insegnate?»

Ecco all’improvviso una fuga di colombacci, anche gli scoiattoli, i ghiri e i topolini tutti

cercarono ripari sicuri

La luce del sole fu oscurata per un attimo da una sagoma nel cielo..e due ali enormi

Comparvero attraverso i rami degli alberi..

Era la signora Aquila reale, appena giunta dal suo reame

«Bene ci siamo tutti» disse la ragazza «Questo è Merlì e l’Icaro che è in lui oggi imparerà a

Volare e si trasformerà in Sparviero»….

………..

..Bè non starò qui a raccontarvi tutte le mie lezioni di volo, ma la prima è rimasta nei miei

ricordi quasi come un incubo, e ora vi dico…

Ricordo il becco adunco dell’aquila raggiungermi e prendermi dal dorso all’improvviso

Dopo pochi secondi mi trovavo sull’ultimo ramo di una quercia altissima

«Su buttati» disse l’Aquila col sopracciglio sinistro sollevato «Tu sai volare è solo che non te

ne eri mai accorto. Su, prendi il coraggio a due ali, e lanciati. Batti le ali e posati vicino la

ragazza»

E Merlì «Ti sembro così pazzo? Io non so volare!!»

Poco dopo mi trovai cadere giù in picchiata verso il terreno pieno di foglie..Caspita mi aveva

spinto!!..E oi andavo giù velocissimo come un missile sparato nello spazio.

Oddio muoro!!!….ansimai…

E poi FSFFFHHHHH

Il sottile e agile volo della Poiana mi prese con gli artigli e mi posò delicatamente accanto la

Ragazza

E lei «Coraggio Merlì, devi solo battere le ali. Tu sai volare!!»

Mi tremavano le piume e prima che me ne rendessi conto l’Aquila mi aveva già riportato sul

ramo di prima. «E allora ti spingo di nuovo?» ripetè..

«No meglio se faccio da me, almeno sono più concentrato» ribattetti io..

Uno, due e FSSSSFFHHHHH…..

Volavo!! Volavo leggero tra le foglie

Volavo mentre le felci mi salutavano

e i caprioli saltavano di gioia

e io, ora, VOLAVO!!

Icaro aveva scoperto che il segreto di tutto era dentro se stesso…

e perché “Io sono un uccello fatto per volare e no per vivere in gabbia”

Salii in alto nel cielo a salutare un gruppo di aironi,

poi nella valle a giocare con un branco di lupi,

poi di nuovo nel bosco alla ricerca dei miei maestri.

Ed eccoli là..

la ragazza, la Poiana e l’Aquila, fieri e soddisfatti nel vedermi posare su un ramo poco

distante da loro..

Ora i nostri silenzi parlavano più di mille parole

I nostri cuori volavano altissimi in un grande e unico abbraccio

Poi volai sulla spalla della ragazza e parlai!! «Grazie bimba dalla codina nera..Ho imparato

in questi anni tutte le parole che mi hai insegnato. Io ti sarò sempre vicino, ti proteggerò

dall’alto»

La ragazza sorrise….sembrava davvero una bambina ora.

Questa è la mia storia..

Da quel giorno io e la ragazza fummo ancora più inseparabili..

Una nuova magia ci univa

..Lei veniva a trovarmi quasi ogni giorno nel bosco

Quando arrivava c’era sempre una gran festa

Persino il Gufo si scrollava di dosso il suo torpore per venire a salutarla..

E io e la ragazza parlavamo delle nostre giornate

A volte giocavamo a nascondino

Altre ci riposavamo e facevamo uno spuntino

sul panorama del mondo.

Una storia di amore e fiducia