…e dentro odo                                            


e dentro là in silenzio
odo
in quel bosco
un fervido futuro
un generoso passato
un silenzio di cura
un sussurro di vita
una congenita virtù.

Sento
ogni essere
mormora crea
adempie (a) concreta Armonia
adempie (a) concreto Amore

e
dentro là in silenzio
odo
in quel bosco…
si erige cattedrale alla Vita
per naturale Dono

E dentro me in silenzio
odo…

 

 

 

In quella piazza deserta

(Benedizione “Urbi et orbi” di Papa Francesco in P.zza San Pietro-27-3-2020 – durante l’epidemia covid-19)
Tu e lui in quella piazza
deserta,
brillii dona la pioggia
calde luci dona il tramonto
ma
Tu e lui in quella piazza
deserta,
ove stridono silenzio e bellezza
agghiacciante sgomento

a fianco Una Madre
come molte madri…

Tu e lui in quella piazza
deserta,
ogni cosa invoglia all’essenziale
esorta (al) silenzio
conduce ad insolito turbamento
Tu e lui in quella piazza
deserta,
dove ora non è il poco
ora è il giusto,
dove ora quel tuo dolore
non è dissipato
l’abbiamo addosso
e dentro e fino in fondo al cuore,
dove ora quel dolore stride
strazia l’anima … per
il sottratto giusto commiato
e più ancora violenta separazione
… dove nulla più è come prima
Tu e lui in quella piazza
deserta,
ancora
investiti da tutto quel dolore …
su quelle umane spalle
sembra tutto gravare
pure il cielo ora piange

e là la Tua Croce
sulla quale già hai portato
tutto il peso del mondo
…ed ogni volta sempre e per sempre…
Tu e lui in quella piazza
deserta,
e Tu discreto nella Tua immensità
che nulla puoi
se non per singola scelta
perché così Ha Voluto…

Tu e lui in quella piazza
deserta,
ove a monito,
si pronuncia il vero:
Nessuno si salva da solo!

 

 

 

Ai morti del Mediterraneo

Lo senti l’urlo impigliato nelle inorridite onde
che incredule vorrebbero tutto quell’innaturale scempio
liberare perché il mare è ventre buono?

Lo senti l’urlo là sotto
in quel grembo accogliente ma attonito,
ora senza desiderio?
Non la naturale vita trattiene
bensì morte, morte, morte.
Morte ipocritamente inflitta
perché certuni, sopra ogni divino volere,
hanno fatto della terra proprietà,
diritto per alcuni abuso per altri.

Lo senti l’urlo impigliato nelle incolpevoli onde
che per pudore coprono l’ignominia
d’una umanità tradita,
colpevole solo d’essere costretta a percorrere nuove diverse strade
che invece negano l’anelito ad un giusto domani?

Neppure quel ventre naturalmente generoso
perdonerà questo rovinoso scempio,
neppure per pietà
farà sua tutta quella vergogna.

Lo senti l’urlo?
E’ quello che un’umanità
assente a se stessa
non vuole e non riuscirà
più a sentire,
scesa ormai com’è
in un buio baratro
d’insensati ingiustificati abusi ed orge.