Poesie e Racconti
Le ore smarrite
In punta di piedi arriva il giorno
Come quando mi chiedevi di regalarti un nuovo sogno
Ti ho cercato
Ho sommato con cura tutte le ore mancanti al tuo ritorno
Ma non trovo ancora quella di cui ho bisogno
Intanto che guardo si consuma anche questo giorno
E mentre tu inciampi in quelle ore
Quelle mancanti al tuo non ritorno
Pur cercando di accogliere il prossimo sogno
Sono già pronta a ricucire
quegli strappi che il cuore ha tutt’intorno
Anche se in punta di piedi arriva il giorno
Io non ho più voglia di guardarmi intorno.
Flash (ciao pa’…sei venuto per accompagnarmi?…)
Sei arrivato all’improvviso…ti ho sentito come materializzarti accanto a me…nel traffico di questa città rovente e fiacca.
Un fremito d’anima…come un volo di gabbiano
E’ come se per la prima volta mi fossi resa conto che non ci sei più.
Sono trascorsi ormai due anni, densi di nuvole e di sorrisi…
Mi hai accompagnato questa sera di ritorno a casa e…mi è sembrato di udire quella frase che da tanto tempo accompagnava ormai il ritrovarsi: “sei già andata a vedere il mare?” all’arrivo e alla partenza stesso rituale da anni. L’unico ad accettare con un sorriso quella mia stranezza, anche se sempre ti lasciavi sfuggire sornione la domanda: “che ci vai a fare?” e mi accompagnavi!
L’ultima passeggiata in riva al mare l’abbiamo fatta insieme, lunga, a tappe, tra foto e risate …
era come se sentissi che non l’avrei più rivisto con te il mio mare…
bambina innammorata, io di te
adolescente rabbiosa, io con te
adulta ostinata e a volte dura, io con te
piccoli rigagnoli di dolore esploso accompagnano i pensieri
flash
e ripercorro gli ultimi momenti e riascolto quell’ultima parola ricevuta da te … “grazie di tutto” voce snaturata di lacrimosa tenerezza tra la febbre che da settimane ti divora…divorava, sì perché oggi la febbre non ti tocca oggi le assenze non ti dolgono
perché oggi ti ho sentito così accanto da sentire tra le mani l’ultimo calore raccolto sulla tua pelle
bruciano gli occhi si gelano le dita risento dentro la tua paura ben nascosta mi rivedo sfiorarti un po’ stizzita con i sanitari per non essere in grado di fare magìe, esangue preoccupato della novità del trapasso dispiaciuto per troppe cose
oggi te le dedico, quelle parole che mi sono scivolare tra le dita che mi sono ripetuta mentre provavo a vedere il cielo dalla tua ultima dimora…per assicurarmi che ce ne fosse abbastanza per te per sconfiggere la tua paura …pareti interrate dove mi sono calata tra le perplessità dei presenti troppo lontani per capire che volevo vedere con gli occhi chiusi, i tuoi, e volevo rassicurarti, te , me …
risento,anzi riprovo quello smarrimento angosciante dell’ultima corsa su una precaria ambulanza…un’ora che non potrò mai dimenticare…
Le tue sembianze mutate già
nell’ultimo giorno comatoso
ti guardavo e scorgevo oltre te il nulla
la tua paura
la tua ricerca
tra i volti che ti attorniavano
di qualcosa che potesse fermare
quella discesa cominciata da giorni
Mi hai donato una lacrima
una sola tonda e rovente, tu disidradato…
mi hai donato quella sola ultima lacrima
…
ne conservo tutto il calore tra le dita.
Oggi, che c’è?
Ci sono cose che la ragione non coglie
sono cose che appartengono alla follia
ci sono cose che la ragione non sa
sono quelle folli cose che ognuno di noi ha
ci sono volti che muoiono appena
ci sono sguardi che fanno pena
ci sono parole che rompono i silenzi
silenzi che svuotano le parole dense
ci sono poi i pensieri
di ragioni e di follie
ci sono poi tutte le stranezze mie
Urla nel vuoto la voce del silenzio
come quel quadro che vedo
ogni volta che penso
ci sono umori che bagnano le sponde
delle fredde parole che nascondi
oggi, che c’è
oggi c’è il tempo che mi dai
oggi c’è il freddo che mi fai
oggi c’è la luce che produci
c’è il sole della notte che ricuci
oggi la vita che respiri
guarda quella che non vivi
oggi, ieri, domani
sempre vuote le mie mani
oggi, ieri, domani
ti prego rimani.