Poesie
Sai di buono
Ti svegliasti mentre Ancona ancora sonnecchiava
Ti sciacquasti il viso acqua e sapone
E nello specchio ammirasti i muscoli virili dei tuoi giovani anni
“Un giorno avrò una famiglia tutta mia”
Ma il viso tentava a fatica di celare quella stanchezza cronica
dovuta alle responsabilità del tuo essere il settimo
“Mi riposerò quando sarò vecchio”
E tutto il giorno infornavi la colazione per i tuoi futuri figli
A quale prezzo pagasti, il tuo tanto donare?
Corresti incontro con purezza a ciò che l’avaro destino aveva deciso di riscuotere.
Una piuma si è adagiata sul centro del cuscino
E lo sciame del tuo saper di buono m’inebria
“Prenditi cura di ciò che ora è in te”
Lo sciabordio sull’acqua marina
Un riverbero
Al di là delle nubi
due ali si sono schiuse.
Senti in lontananza la tempesta eccheggiare?
E’ sgombra di un mare
profondo e cristallino
da attraversare
A mio padre
Posavi una coperta ignifuga sui tetti, sui cuori e sulle umane solitudini
Annaffiavi con il tuo sorriso, chi riarso non ne aveva più da mostrare
E a chi dal presente soffocato, offrivi una lente per decifrare la realtà
Provavi a lenire i deserti affettivi, che inaridiscono il nostro tempo
E in quell’istante, la tua parte trovava ristoro
E mentre inerme osservavi la girandola vagare, senza sosta né direzione
Il sipario lentamente scendeva, lasciando alla tua vita
Giusto un respiro, per un breve ultimo cambio di scena
Infinito
Sei rincasato e stancamente hai posato le chiavi di casa
Sopra un mobile vecchio e di seconda mano
Le hai abbandonate lì, insieme alla nostra storia
Ora tutto tace sotto una indefinita coltre di polvere
Non ci ritroveremo avvoltolati in un tormentato e incompreso giaciglio
Ma il cielo sarà capiente a sufficienza per proteggerci
Con il calore di un infinito abbraccio di stelle cadenti
E quando il cannone batterà gli ultimi tre colpi in aria
Il silenzio sarà assordante
E il vuoto calerà su ogni futile parola sorda
Gettata al vento
Oltre l’apparenza
I tuoi occhi brillano di un colore tetro e desolato
Ma oltre la rude apparenza, un animo calmo alberga
La luna tralascia dettagli che solo il sole può far venire alla luce
Ora posso scorgere nitidamente
In fondo ad un coacervo di sentieri scoscesi e solitari
Due mani si attendono
Le dita si intersecano
Le nostre
Il passo di un uomo
Ogni giorno di buon mattino
vedevo l’orma del tuo passo quiete
dirigersi verso il garage sottostante
alle imposte della tua camera da letto coniugale.
Ti seguiva paziente la voce d’arie di una buona moglie
che rassetta e fa luce nel nido
e rintocca il tempo per il tuo ritorno.
Per alcuni giorni vidi il tuo passo farsi preoccupato
poi irrequieto
e infine arrendersi al dolore insanabile.
La voce nell’aeree smise di battere.
Da quel giorno vidi la tua ombra apparire
e farsi sempre più fioca
fino a che un giorno scomparve.
L’artista
Condotto ad esserlo dalla vita.
E’ senza tempo
E’ senza luogo
E’ senza età
E’ senza genere
E’ senza veste
E’ proiettato nel futuro
E’ la mamma fata dell’umanità.
Soavemente perpetua un miracolo
e in punta di piedi
si accomiata
dissolvendosi nel nulla.
Senza un nome
Anime sprecate
Ci si affretta a mostrarsi per ciò che non si è
assopiti in una inconscia inconsistenza.
E’ il perno permeato sin nelle viscere
in una desolazione chiassosa e disturbante
di anime inconsapevolmente sprecate.