Sai di buono

 

Ti svegliasti mentre Ancona ancora sonnecchiava

Ti sciacquasti il viso acqua e sapone

E nello specchio ammirasti i muscoli virili dei tuoi giovani anni

“Un giorno avrò una famiglia tutta mia”

Ma il viso tentava a fatica di celare quella stanchezza cronica

dovuta alle responsabilità del tuo essere il settimo

“Mi riposerò quando sarò vecchio”

E tutto il giorno infornavi la colazione per i tuoi futuri figli

A quale prezzo pagasti, il tuo tanto donare?

Corresti incontro con purezza a ciò che l’avaro destino aveva deciso di riscuotere.

Una piuma si è adagiata sul centro del cuscino

E lo sciame del tuo saper di buono m’inebria

“Prenditi cura di ciò che ora è in te”

Lo sciabordio sull’acqua marina

Un riverbero

Al di là delle nubi

due ali si sono schiuse.

Senti in lontananza la tempesta eccheggiare?

E’ sgombra di un mare

profondo e cristallino

da attraversare



A mio padre

 

Posavi una coperta ignifuga sui tetti, sui cuori e sulle umane solitudini

Annaffiavi con il tuo sorriso, chi riarso non ne aveva più da mostrare

E a chi dal presente soffocato, offrivi una lente per decifrare la realtà

 

Provavi a lenire i deserti affettivi, che inaridiscono il nostro tempo

E in quell’istante, la tua parte trovava ristoro

 

E mentre inerme osservavi la girandola vagare, senza sosta né direzione

Il sipario lentamente scendeva, lasciando alla tua vita

Giusto un respiro, per un breve ultimo cambio di scena



Infinito

 

Sei rincasato e stancamente hai posato le chiavi di casa

Sopra un mobile vecchio e di seconda mano

Le hai abbandonate lì, insieme alla nostra storia

 

Ora tutto tace sotto una indefinita coltre di polvere

 

Non ci ritroveremo avvoltolati in un tormentato e incompreso giaciglio

Ma il cielo sarà capiente a sufficienza per proteggerci

Con il calore di un infinito abbraccio di stelle cadenti

 

E quando il cannone batterà gli ultimi tre colpi in aria

 

Il silenzio sarà assordante

E il vuoto calerà su ogni futile parola sorda

Gettata al vento


 

Oltre l’apparenza

 

I tuoi occhi brillano di un colore tetro e desolato

Ma oltre la rude apparenza, un animo calmo alberga

La luna tralascia dettagli che solo il sole può far venire alla luce

Ora posso scorgere nitidamente

In fondo ad un coacervo di sentieri scoscesi e solitari

Due mani si attendono

Le dita si intersecano

Le nostre


Il passo di un uomo

 

Ogni giorno di buon mattino

vedevo l’orma del tuo passo quiete

dirigersi verso il garage sottostante

alle imposte della tua camera da letto coniugale.

Ti seguiva paziente la voce d’arie di una buona moglie

che rassetta e fa luce nel nido

e rintocca il tempo per il tuo ritorno.

Per alcuni giorni vidi il tuo passo farsi preoccupato

poi irrequieto

e infine arrendersi al dolore insanabile.

La voce nell’aeree smise di battere.

Da quel giorno vidi la tua ombra apparire

e farsi sempre più fioca

fino a che un giorno scomparve.


L’artista

 

Condotto ad esserlo dalla vita.

E’ senza tempo

E’ senza luogo

E’ senza età

E’ senza genere

E’ senza veste

E’ proiettato nel futuro

E’ la mamma fata dell’umanità.

Soavemente perpetua un miracolo

e in punta di piedi

si accomiata

dissolvendosi nel nulla.

Senza un nome


Anime sprecate

 

Ci si affretta a mostrarsi per ciò che non si è

assopiti in una inconscia inconsistenza.

E’ il perno permeato sin nelle viscere

in una desolazione chiassosa e disturbante

di anime inconsapevolmente sprecate.