Passo dopo passo

respireremo nuova aria

che solo il vento saprà se favorevole o sfavorevole

e solo l’anima se uragano impetuoso o dolce brezza.

Il frammento della bella Venere classica rimane saldo

solo dentro il fuoco rovente della coppia

in quel piccolo appartamento di periferia.


Alla poesia

 

O dolce lauta Arte

che feconda scorri nelle vene pimplee,

O esile Melodia

generata dalle note mielate d’Euterpe,

che possiedi la fluidità dell’Urano celeste,

il terrore ombroso del nero delle caverne,

la voluttà maligna del rosso sgargiante,

l’accecante luce del giallo del Sol infuocato,

le radici materne delle rose veneree in fior e degli arbusti secolari,

la seduzione agghiacciante del viola,

quella sfacciata naturalezza del respiro verdastro della Natura,

quell’infinito perdersi nella nullità del pallido bianco.

 

A te, Madre del mortal pensiero,

che trovi risposte eterne viaggianti in un vortice infinito,

che pungi l’umano sentir come la Fiamma efestina del ferro rovente,

che strappi fuor dall’animo l’intensità del color dei fiori,

dedico versi,

fin quando il dannato filo delle Moire donerà libertà

di porger orecchio a una conchiglia

per scriver d’emozioni,

risvegliate dal tetro riflesso di cose animate e inanimate di Gea,

fin quando non cesserò

di dar vita al frutto arcano dell’inchiostro della penna

che intrepida scorre,

mossa da Amore o Odio.


 

Sentieri

 

Onde che bagnano la riva

poi si fondon con le altre.

Onde che bagnano la riva

poi si avvolgon nell’infinità dell’Oceano,

sperando di non dover mai perder di vista ‘l placido Orizzonte.


Reminescenze

 

A te, Roma,

dedico questo volteggiar di parole,

a te, sede di popoli bellicosi ed ora fiorente città.

Giù dal Ponte Milvio m’affacciai,

l’acqua scorreva tiepida e veloce

rimembrando i miei anni passati,

quando il mio piccolo volto vide, stupefatto,  la sede dei gladiatori,

il Colosseo;

quando al Gianicolo il rombo del cannone segnava lo mezzogiorno

e ‘l teatrino s’apriva con Pulcinella;

quando correvo tra le colonne di San Pietro

e il sol batteva potente sulla cupola;

quando gettai la prima moneta nelle acque della Fontana di Trevi;

quando passeggiavo tra le stradine di Trastevere,

quando giunta a Campo dei Fiori,

mi fermavo davanti alla statua di Giordano Bruno,

chiedendomi chi fosse mai quel gran uomo.

Come un piccolo orticello fiorisce

solo se viene coltivato con cura,

così ogni uomo, operando con diligenza, ha dato vita a te,

o mia grande città natale ben costruita e popolata.


Frequenze

Amore,

 

i miei occhi non vedon il posar dei tuoi candidi passi al centro di una passerella

 

ma sul bagliore di una goccia emersa dal mare in tempesta.