Questa pioggia d’anime

Questa pioggia d’anime sul suolo del tempo

dove il Dio sole

semina la mente,

crea il sogno comune.

Ognuno nel proprio sangue,

tra i riflessi delle pupille negli specchi,

fissa l’angoscia d’un’identità carnale

attraverso il reflusso spirituale.

Riconoscendo il medesimo vincolo

che permette l’unione del cielo e la terra:

l’orizzonte.


Perdita dei sensi

Il guscio della passione stracolmo cerca di rilasciar la propria luce,

è l’amore per la carne che s’inventa con geniale pazzia quello dell’anima.

Ho visto ­ ho ben visto ­ le secche mani dell’infimo infrangere il miele dell’ego

lasciando l’amore incondizionato sulla spalle delle povere madri urlanti tra le acacie

e gli occhi degli dei.

Vite di ritorno sbocciano dai ventri per una nuova opportunità.

Ma quanti uomini e donne, e pargoli e orgogliosi anziani,

comprendono che nel circolo del ricordo vige il seme del progresso?

Ho ventun’anni e innumerevoli lapide alle spalle.

Ho un dubbio che racchiude tutte quelle certezze riconosciute come autentiche, inossidabili. Ho

paura di non aver compreso un bel niente e di non avere un sogno!

Eppure, nostro mondo immacolato,ogni rigo d’oro di ghirlanda sbocciato come un’origami

attraverso il polso e il genio dei Maudits è il braccio marmoreo al quale mi aggrappo e la speranza

in cui mi sciolgo, divenendo io stesso lacrima di cristallo sotto un cielo di petrolio butterato di

diamanti ­ testimoni delle mie nascite, nell’illusione dei miei occhi.

Io che sono una machiavellica parola che cerca d’essere monumento.

Io che sono un sogno che freme per sanguinare!

Io che sono quel che sono e senza voi tutti nulla sarei.

Se non ci foste voi, chi giudicherebbe questo scempio?

Se non ci foste voi come potrei liberarmi?

L’artista dovrebbe rendersi libero in quell’attimo infinito perso in un mondo mentale fantastico che

apparentemente solo ad alcuni è concesso sognare.

La libertà è espressione! ­ La verità, un’equazione.

Ed io come forse, anzi senza alcun dubbio, Tesla a suo malgrado indirettamente fece con ciò che

ora illumina e miete, ed illuminerà e mieterà, i vostri figli, le incanalo nelle vostre menti.


 

 

Agli altari

Ho letto i migliori incipit dell’intelletto poetico umano

senza aver basi di conoscenza alcuna delle loro magnifiche generazioni

Ho scritto indicibili ipocriti versi senza saper cosa voglia dire vivere

Ho guardato attraverso occhi intrisi

d’inudibile pigmento

riscoprendomi nel loro riflesso

Ho temuto di non riuscire più a pensare

impazzendo senza posa agli altari d’un amore ormai fattosi ricordo

Ho avuto la certezza di non riuscire più ad essere

godendo vacillante d’un peccato che ha mortificato la mia innocenza

Ho chiesto pietà e perdono per la mia arroganza

al cielo intriso del mio sangue furente

Ho voluto a tutti i costi divenire il più grande enigma

per poter risolvere quello della creazione

risvegliandomi in una camicia di debolezza

Ho forzato il verso ed ogni vena

in cerca della scintilla che potesse incendiare i vostri silenzi assordanti

Affogato in notti sole

ho osservato la mia dolce metà dormiente

così come il sole

scruta la poetica notte

andando a raccogliere tutti i fiori

e chiedendo ad ogni petalo

dell’amore degli dei

Ho ben compreso tutti i miei difetti

e ho provato

esangue

a farne un vanto d’espressione letteraria

Ho pianto di compassione e di pura fratellanza

in fronte alla naturalezza dell’animo d’ogni anima a me sconosciuta

Ho udito nomi e secoli prostrarsi alle leggi del tempo fecondo del talento

Ho tessuto agguati al sottoscritto solo per accertarmi dell’esistenza del mio sogno

Ho avvallato ogni ipotesi e perduto ogni certezza

nella visionaria testimonianza del verbo incarnato

Ho sognato avvenimenti inconsueti

ritrovandomi perfettamente incredulo protagonista

di ogni mio déjà­vu

Ho creduto

soprattutto

così tanto alla mia realtà

che in questa infinita notte

ormai fattasi nostra

tra queste parole mai più impotenti

ma bensì ancora in fiamme

sono andato esaurendo tutti i veleni

acquisendone ogni potere.