1° Giugno 2010

L’ape

In metrò l’aria mancava

noi abitanti momentanei

di quel  piccolo universo in movimento

respiravamo piano.

Un’ape si materializzò improvvisa

sulla testa di un distratto passeggero

che subito se ne infastidì

o se ne impaurì.

Un ragazzo in piedi

gli tolse il disturbo

di ammazzarla.

Io ho percepito la sua morte.

Troppo non si può sentire.

Altrimenti quante volte puoi morire?


 

La maschera

(poesia ispirata dalla lettura di “Uno, nessuno e centomila” di Luigi Pirandello)

 

Svegliatevi, malerbe

gridò il più vecchio

ai più giovani

con fare circospetto.

Nessuno in quel dipresso

capì di quella frase

il senso.

Malerbe?

E perché?

Forse perché soltanto

essi aveano osato

ciò che egli non avea potuto.

Guardarsi negli occhi

l’un l’altro

e confessarsi

l’acerrimo segreto,

quello d’essersi tolti

la maschera

e senza di quella

andare in giro per il mondo.


 

23.06.15  L’ho scritta perchè fa freddo

Amo il caldo

 

Amo il caldo, quello che ti strema

che imperla col sudore la tua fronte

che impregna le camicie immantinente

che solleva il tuo sguardo all’orizzonte

languido sul finire di quel fronte

delle nuvole e del mondo lì di fronte

che ti fa desiderare il non far niente

che ti leva i tuoi pensieri dalla mente

che comunque pensarci a niente serve

che tanto il tuo corpo non ti mente

che tanto la tua mente non ti mente

che dice: amo il caldo, quello che ti strema

che imperla col sudore la tua fronte

che impregna la tua vita immantinente

che leva pesantezza alla tua mente

che tutto è già perfetto lì al presente

di fronte ai tuoi piedi discendente

la strada che ti porta verso il niente

il niente di quel caldo che ti strema

che aggiunge levità alle tue scelte

che anzi ti ripete: scelte niente

niente corrucciamenti, niente sponde

rocciose e dure di norma  abitualmente

che urtan  le tue ginocchia di frequente

e lividi ti portan sulle gambe

le stesse che ti dicon: amo il caldo

quello che ti strema

che imperla col sudore la tua fronte

impopolare assai tra l’altra gente

che sale l’erta e impreca irosamente

e tu da sola contro il fronte

di tutta quella gente delirante

ripeti e ti ripeti stancamente

giacchè il caldo è tanto e dirompente

amo il caldo, quello che ti strema

che imperla col sudore la tua fronte

e che m’importa se son sola

in questo mar di noia abbindolante

io voglio così e così m’esalto

nella languidezza di quest’ore

che a niente portan e niun frutto danno

e che ti fan ripeter nell’incanto

del non avere colpe, niente fallo

nessun errore, nessun danno, niente

niente rimorsi, ombre, niente affanno

tutto perfetto, tutto limato, eterno

amo il caldo, quello che ti strema

che imperla col sudore la tua fronte

che ti fa desiderare il non far niente

che ti leva i tuoi pensieri dalla mente.