Poesie
Pioggia
Un volto di donna dietro i vetri della finestra di fronte rigati da gocce di pioggia.
Un volto di donna, con gli occhi persi nel vuoto dei suoi pensieri, sembrava intento a seguire lo scrosciare della pioggia sopra uomini e cose.
Anche il giorno del matrimonio pioveva, nel suo vestitino rosa cipria tremava per il freddo sotto il grande ombrello nero mentre, a passo veloce, andava verso la chiesa dove la stavano aspettando.
L’autunno era solo agli inizi ma le eleganti scarpe con il basso tacco iniziavano a riempirsi d’acqua per il suo procedere veloce; con il mazzolino di fiori di campo azzurri stretto al petto per difenderlo dagli assalti del vento, cercava di aggirare le pozzanghere ma la pavimentazione della piazza del paese non l’aiutava nel suo intento.
Un’ennesima forte folata di vento rovesciò l’ombrello e la pioggia la investì in pieno, pensò ai soldi spesi dalla parrucchiera e si augurò che il corto velo rosa pallido appuntato sulla sua testa riuscisse a proteggere le sue nere onde morbide.
Gli occhi si riempirono di lacrime davanti a tutta la scena quando una voce le sussurrò “sposa bagnata, sposa fortunata”.
Volle crederci, inghiottì per non giungere in chiesa con il volto rigato di lacrime… era il suo matrimonio!
Alzò la testa, drizzò la minuta figura e con passo fermo iniziò a salire la scalinata della chiesa stringendosi più forte al braccio del padre.
Passò dal fianco del padre a quello del fidanzato nell’abito intero nero zuppo di pioggia.
Si sorrisero e la veloce cerimonia iniziò; subito dopo altri sposi aspettavano il loro turno e si sarebbero uniti alla presenza degli stessi fiori, un modo per risparmiare,… vi aggiunse il suo piccolo mazzolino di campo, come un augurio.
All’uscita dalla chiesa la pioggia era terminata ma la piazza sembrava trasudare acqua.
Non c’era riso, non c’erano fotografi, nessuno pretese il bacio.
Giovani sposi si affrettarono con i pochi parenti verso la soffitta che avevano preso in affitto, non c’era viaggio di nozze in vista.
Un matrimonio umile e furtivo in parte imposto dagli eventi, in parte scelto dai due sposi che non avevano nulla di vergognoso da nascondere.
La pioggia era cessata; dietro ai vetri della finestra di fronte un volto di donna rigato da lacrime silenziose che scendevano da occhi di lago persi nel vuoto.
… Guerra …
Un uomo prega;
fra le mani salmi,
sulle spalle tela umile, di appartenenza,
la testa coperta con reverenza.
Un uomo prega;
veste tela mimetica arrossata,
fuochi di morte sul fianco, sulla spalla.
La mano pronta a nuovo genocidio.
Un uomo prega;
immagine orrenda, incongrua,
in sé levità di pace, gravità di morte,
capacità d’amorevol vita, odio dirompente.
Un uomo umilmente prega,
cinicamente stermina.
Un uomo …!
Alba
Sorge sole pallido
in ceruleo cielo,
si sveglia la natura
colori e suoni d’accompagno.
Rinascono sentimenti
sonnacchiosi eppur vivi;
sorge l’animo dolorante
a nuovo giorno intento.
Canto, come rondine sul filo,
in un crescendo;
accompagno un cerchio assurgente
sempre più luminoso in blu assorbente.
PAPAVERI ROSSI…
Guardo distese rosso porpora
raggiunto a breve da giallo oro,
mentre l’animo beve passione
passata, futura, sognata.
Sguardo fanciullo torna a riportar
altri campi purpurei e dorati,
risate innocenti, gioia pura.
Sulla fronte stelle regali di papaveri.
Battigia
Orme sulla battigia
che la risacca, ritmicamente,
colma e svuota
fino all’assenza.
Orme dietro me
seguono l’andare,
e risacca sciacqua
fino alla scomparsa.
Orme davanti a me
sconosciute e lievi;
alla ritmica dell’onda
il passo accelera.
Orme sconosciute si incrociano
fra la schiuma gorgogliante,
si sovrappongono, si confondono
nell’incessante vitale danza.
Gradini
Ho sceso e salito gradini
di pietra, di luce.
Ogni gradino un mondo,
un essere umano
povero di gioia,
ricco di emozioni,
colmo di speranza.
Con ognuno parte di cammino,
di vita, salendo e scendendo
sempre condividendo.
Con ognuno un sorriso, uno sguardo
complice del tutto.
Un bacio, una carezza fuggevoli,
uno scambio d’amore profondo,
avvolgente,sublime d’estasi.
Un fiore di campo offerto, ricevuto,
un sasso di fiume levigato dal suo cammino
vissuto come la prima volta,
una luce di mare, di cielo respirata all’unisono.
Salirò e scenderò altri gradini,
piccoli o ampi, con altri uomini
in un’inclusione totale di sentimenti, emozioni,
senza evitarne alcuno.
Ruote …
Camminava su quel marciapiede affollato cercando di concentrarsi su qualche immagine, su qualche pensiero in grado di cancellare le noiose ore di un giorno qualunque di quella primavera.
Ogni tanto qualche sguardo incrociato spezzava per un attimo il suo tentativo e tutto doveva iniziare nuovamente.
Un cane abbaiava istericamente mentre le auto procedevano in una cadenza scomposta formata da rumori articolati, stridenti e odori indistinguibili e comunque contrastanti con quelli del negozio del fornaio che aveva appena oltrepassato.
Lo scalpiccio dei numerosi passi senza meta cadenzava l’abulia del suo animo e del suo corpo.
Sguardi assorti, assenti, crucciati, nervosi, umili, altezzosi, muti. Pochi quelli sereni, fiduciosi, vivaci, luminosi.
Assetati di vita … nemmeno uno.
Si chiese come fossero i suoi occhi in quel momento e di sfuggita, con noncuranza, si osservò nello specchio pubblicitario di un bar.
Ebbe un moto di ripulsa, l’uomo che lo guardava non aveva sguardo, le sue orbite nere erano fondi di caffè secchi nei quali nessuna chiromante avrebbe potuto leggere alcun futuro.
Muto in mezzo agli altri fendeva la folla di una città illusoriamente dirompente, urtandola quasi volutamente per la sola necessità di constatare una qualche massa appartenente a quella vacuità.
Vide la ragazza che fendeva quella stessa folla in senso contrario al suo. Non aveva nulla di particolarmente affascinante ma riusciva a catturare la sua attenzione per un tempo più lungo dell’attimo.
Aveva piccoli piedi e mani affusolate, un maglione giallo sembrava catalizzare tutta la luce di quel pomeriggio di primavera.
Non era particolarmente bella, una piega amara segnava la sua bocca ma un naturale sorriso faceva intravedere perle bianche, irregolari.
Cercò i suoi occhi sperando che non si spaventassero incontrando le sue orbite vuote.
In quello sguardo era racchiusa una vita dolcemente difesa con un ritmico e lento abbassare di ciglia.
Quello sguardo esprimeva il tutto e il suo contrario in sprazzi di forza e dolcezza, paura e serenità, quello sguardo parlava e lui scoprì finalmente in sé il desiderio di voler ascoltare.
Istintivamente cedette il passo alla ragazza dal maglione giallo e dallo sguardo luminoso, lei lo oltrepassò con un fruscio di ruote donandogli un sorriso, non aveva bisogno di conferma per la sua esistenza.
Fece ancora qualche passo poi … girò su se stesso e seguì quel fruscio di ruote, quella scia di luce e presenza in una serena giornata soleggiata di primavera.
Pioggia
Un volto di donna dietro i vetri della finestra di fronte rigati da gocce di pioggia.
Un volto di donna, con gli occhi persi nel vuoto dei suoi pensieri, sembrava intento a seguire lo scrosciare della pioggia sopra uomini e cose.
Anche il giorno del matrimonio pioveva, nel suo vestitino rosa cipria tremava per il freddo sotto il grande ombrello nero mentre, a passo veloce, andava verso la chiesa dove la stavano aspettando.
L’autunno era solo agli inizi ma le eleganti scarpe con il basso tacco iniziavano a riempirsi d’acqua per il suo procedere veloce; con il mazzolino di fiori di campo azzurri stretto al petto per difenderlo dagli assalti del vento, cercava di aggirare le pozzanghere ma la pavimentazione della piazza del paese non l’aiutava nel suo intento.
Un’ennesima forte folata di vento rovesciò l’ombrello e la pioggia la investì in pieno, pensò ai soldi spesi dalla parrucchiera e si augurò che il corto velo rosa pallido appuntato sulla sua testa riuscisse a proteggere le sue nere onde morbide.
Gli occhi si riempirono di lacrime davanti a tutta la scena quando una voce le sussurrò “sposa bagnata, sposa fortunata”.
Volle crederci, inghiottì per non giungere in chiesa con il volto rigato di lacrime … era il suo matrimonio!
Alzò la testa, drizzò la minuta figura e con passo fermo iniziò a salire la scalinata della chiesa stringendosi più forte al braccio del padre.
Passò dal fianco del padre a quello del fidanzato nell’abito intero nero, zuppo di pioggia.
Si sorrisero e la veloce cerimonia iniziò; subito dopo altri sposi aspettavano il loro turno e si sarebbero uniti alla presenza degli stessi fiori, un modo per risparmiare,… vi aggiunse il suo piccolo mazzolino di campo, come un augurio.
All’uscita dalla chiesa la pioggia era terminata ma la piazza sembrava trasudare acqua.
Non c’era riso, non c’erano fotografi, nessuno pretese il bacio.
Giovani sposi si affrettarono con i pochi parenti verso la soffitta che avevano preso in affitto, non c’era viaggio di nozze in vista.
Un matrimonio umile e furtivo in parte imposto dagli eventi, in parte scelto dai due sposi che non avevano nulla di vergognoso da nascondere.
La pioggia era cessata; dietro ai vetri della finestra di fronte un volto di donna rigato da lacrime silenziose che scendevano da occhi di lago persi nel vuoto.