Questione di punti di vista

Amo la notte,
ma vivo di albe e tramonti.
Incoerenza?
Provate a rifletterci,
per un attimo.
Di giorno sembriamo tutti uguali.
Tutti che vanno nello stesso posto,
tutti che compiono gli stessi doveri,
tutti con gli stessi impegni,
tutti con le stesse facce di sempre,
tutti omologati, con gli stessi gesti,
come se vivessimo in uno specchio.
Poi arriva il buio,
le stelle, la luna,
la notte.
Arriva il momento in cui del mare
ne senti solo il rumore,
e ne vedi solo i riflessi.
Arriva il momento in cui ci si guarda negli occhi;
il momento in cui quegli stessi,
prendono forma e colore diverso.
Arriva il momento in cui ci si tocca;
quel momento in cui quelle stesse mani
diventano di una leggerezza indescrivibile,
quasi da non sentirla sul viso.
Arriva il momento in cui ci si bacia
e si fa l’amore;
quel momento in cui l’anima decide di mostrarsi tanto
da concedersi del tutto
e di provare a scambiarsi con l’altra,
questo perché,
di notte,
arriva il momento in cui rischi
quel che puoi rischiare.
Fino all’alba.


Sfaccettature di amore

Non so nemmeno cosa sia l’odio,
eppure ne parlo.
Smettetela di fare a gara
a chi ha il sentimento più brutto.
È l’amore che parla.
Smettetela di soffocare tutto ciò che vive dentro di voi
in un sentimento così meschino
come l’odio.
Possono tagliarmi,
farmi male,
posso perdere sangue sporco a causa loro,
ma perché dovrei odiare?
Io, poi,
che di odiare non ne sono capace.
Posso rimanere delusa,
nient’altro.
Non so odiare;
non è un’emozione che mi piacere provare.
L’odio fa male a noi stessi,
quindi perché corroderci dentro
per qualcuno che vuole esattamente questo?
Non odio nessuno,
non ho mai odiato qualcuno realmente,
neanche il mio peggior nemico.
L’unica persona che sono riuscita ad odiare,
fino ad ora,
sono io,
nel momento in cui deludo gli altri.
Sono l’amore,
sono qui per portarvi luce.
Dimenticatevi dell’odio,
che indossando una maschera
giocherà con ognuno dei vostri sentimenti,
uccidendoli lentamente
uno alla volta,
così che di voi non rimarrà più niente.
È questo ciò che rimane dell’odio:
Niente.


Inchiostro che sa di te

È stato divertente,
è stato spontaneo,
è stato viscerale,
è stato perfetto
solo perché è stato amore.
Istruzioni base
per rendere perfetto l’imperfetto.
Anche quando urli in macchina a causa mia
disegnando i lineamenti di visi inventati,
spesso inquietanti,
anche solo per distrarti,
sfogarti,
in modo totalmente alternativo,
ma tuo.
Ti amo anche lì.
Anche quando l’unica cosa a cui penso,
in quei casi,
è fuggire dalla macchina in corsa,
perché già schiantata dalla tua rabbia.
Anche quando ho un mal di testa che fa stare male,
rimango lì con te
o, al massimo,
ti porto via con me.
Ti amo soprattutto quando tutto diventa nostro,
quando mi rifugio tra le tue braccia
e dopo dieci minuti siamo ancora là,
traguardo dopo traguardo.
E tutto,
solo per farti rendere conto,
di quanto ti abbia amato, sempre.
Anche nei periodi bui,
quei momenti inevitabili che, spesso,
vengono dopo chili di felicità.
Ma se mettessimo a confronto
tutta la luce
con questo breve spazio di buio,
esso si dissolverebbe,
lentamente,
come se di qui non fosse mai passato.
Dai momenti in cui pensiamo di rimanere a terra con la macchina;
ai momenti in cui sento di volerti mio, quasi con violenza;
a quelli in cui ti abbraccio,
in un ignoto bed and breakfast
che visto assieme a te,
fa sembrare tutto un sogno
da cui non intendo svegliarmi.
Tutto ciò che ho in corpo
ha il tuo nome.
La mia pelle
è marchiata del tuo odore.
Sono piena di cose che ti appartengono,
e che apparterranno solo a te,
fin quando non te ne andrai.
Hai tutta me stessa,
sai che vuol dire?
Che non succederà mai più niente di simile.
Che il mio cuore,
l’anima,
il corpo,
hanno scelto te.