L’uomo della neve

Hai molto fissato
le tue mani :
pressavano la neve.
Un mucchietto
compresso tra le dita,
gelate nel gelo.
Attorno vocii e
mulinelli leggeri
sollevavano echi.
Brillava lo sguardo,
gioivi e fremevi
nel conflitto
infine la mano
lancia il morbido peso
ed esplode libero il riso
fuori da te,
dalla ragionevolezza.
Ammonticchi
il tuo pupazzo
e ridi e balzelli
con chili, rughe,
pesi invisibili,
liberato da stringhe
invisibili
con occhi acquosi
di ragazzo.


Addio Estate

Illanguidita scruto
i ritagli d’estate
che anelanti
abbracciano
gli odori
del precoce autunno.
La sensualità piena
di agosto
s’appaga dell’umore
dell’uva pronta
che perde al sole.
Il mare cambia
come il cielo .
Arriccia le labbra
dispensando magie
con parsimonia
mentre il cielo velato
capriccioso amante
insegue
fughe di gabbiani
luminosi come lucciole.


Sogno

Il buio notturno vuoto e profondo è invece vaporoso, denso nel chiaroscuro dei sogni che
s’incontrano fuori dalle persiane socchiuse.
Con piume un po’ gualcite intrise di colori iridati, danzano nel calamaio della notte sostenuti da
speranze senza età, ridono piano tra spinte e abbracci, scambiandosi sorrisi.
S’intrecciano e vivono l’intenso spazio del sonno avviluppando ciascun ignaro suonatore di corde
emotive in una reticella sottile, flebile, sollevata ad ogni russare e rotta ad ogni colpo di tosse.
Confondono, opprimono, appagano. Legano desideri e paure senza tempo e spazio. Mischiano
fotogrammi e respiri uguali da sempre e per ognuno sempre nuovi.
Con la nuova luce la città si risveglia intontita nell’usuale letto sfatto. Frettolosa d’impomatarsi si
accorge appena del tepore delle cose note, chiude la finestra, chiude i sogni fuori e…va in bagno!
Peccato. C’è sempre un sogno che s’attarda all’alba tra la menta sul davanzale, ne trovi la goccia
mista alla rugiada sulle foglie profumate e rugose. Lo riconosci dall’iride dorata e un po’ stanca.
E’ un sogno indomito e alato, fiume in piena nell’arco della notte, stendardo coraggioso di verità
gridate. Cavalca silenziosi torrenti sotterranei consumandone le sponde, sempre opposto al moto
ottuso della città, che frettolosa risale, si ritira a produrre specchietti d’economico valore, ove
riflettere la sua ingorda faccia per sempre.


DATEMI

Datemi
libbre di sale
per indurire
il cuore e
murarne le brecce.
Le più minute fessure
sigillare,
con ditate di strucco
salato di mare
e bianco di cava,
quelle che sembrano
ragnatele sottili
e piccole crepe
del tempo
su liscio vasellame.
Così ho il cuore:
solcato
come zolla di terra
rossa e pulsante,
arato con lama tagliente
nel varco raggrumato
del mio straziato stupore.


ABBRACCIO TOTALE

Avvolgere il fulcro
e schermarne il fulgore
per navigare
su acque basse
nel vento forte
che piega le vele.
Ondeggia la sabbia bagnata
e pulsano le vene
sotto la pelle tesa.
Ingrossa il sangue
nei sentieri viola,
arrotola e trascina
l’emozione nodale
che avvicina il Cosmo
al magma della terra.
Raggomitolata nel tuo fuoco
tocco con le dita
la quiete interna dell’uragano.


ODE ALL’ETNA

Bizzarro burattinaio
con imprevedibile gesto
muovi i fili dell’ansia,
alzi rosse onde d’attesa,
riporti e inchiodi l’Io alla terra
con l’odore acre di resina
e di vita verde, bruciata
tra sordi brontolii e tremori.
Irrompi.
E in ognuno
hai nicchia oscura.


ECCOMI

Le linee di confine
del paesaggio interiore
sfumano nel vapore
sollevato dal solco del tempo
come da cavalli sfrenati.
Prorompente odore di natura,
eco di zoccoli e scempio di radici.
Serrata da spigoli
procedo per piccole mete
felice del passo.
Offro capelli d’acqua
e rive ombrose
all’affetto sincero,
indugio molle
nel calore dell’amicizia,
nell’arco teso dello sguardo,
sul ponte sicuro del sorriso.


DENTRO LA NOTTE

Nel cielo notturno
nuvole
corrugate e lanose
accarezzano le stelle
con dita morbide,
giocano
con pipistrelli prudenti
che impennano voli
consumando veloci pasti.
Il vento riempie
pieghe e cavità minute
sull’arenaria dorata
che offre impudica
pelle da lisciare.


DIVERSAMENTE?…

Parole ….
Servono ?
Forse da involucri,
scatolette
confezionate all’uso
difficili a volte da capire,
aprire e scomporre.
Dal tuo silenzio
m’insegni verità
più profonde:
che la parola e’
poca cosa
quando grande è
il mondo interiore
da esprimere
e la linfa prende altre vie,
altri sentieri e rivoli.
Lo sguardo, il sorriso,
il gesto parlano
il linguaggio universale,
conoscono la strada
del cuore
e aprono la mente
alla trama comune
delle nostre vite
che, per tutti, è uguale.


RADICE INTERIORE

Rotonda, glabra

superficie satinata

come avorio

sottile e forte.

Forma pura.

Imprimi totalità

al contatto invadente,

sollevi i tasselli di un mosaico

preciso e rassicurante.

Come vento scompagini

i fogli del ‘’VOGLIO’’

distrattamente dimenticati,

ricoperti dalla polvere grigia

dei’’FORSE’’ e dei ‘’NON DETTO’’.

Liberi la parola

che come piuma si solleva

nello sfarfallio del sole

e lievita in stelle azzurrine

gli intendimenti sinceri del cuore.


AMICIZIA

Come attinie delicate

i legami d’amicizia

allacciati ai fondali

delle pupille

così i piccoli gesti

protesi

senza voce

nella danza di vita.

Mani

raccolte in un palmo

come porto riparato

in mare di corallo.


RICHIAMO ALL’ IO

Trattenere ancorati

relitti muschiati

ascoltando

il canto rinato

della riva.

Pregnante desiderio

di bassa marea

fa aprire scrigni

nascosti all’ombra

e liberare

infiniti guizzi

di scaglie colorate

al sole.