A TE …

Silenzio … feconda risposta del placarsi di inutili parole.
Sguardi che si perdono l’uno nell’altro, avidi di un vicendevole ed atteso nutrimento.
Il tocco è sacro,
maestoso miscuglio di tenera decisione, di puntuale dolcezza.
Riscoprirsi nei segni di vita, vera pellicola della storia di un’esistenza.
Palpitante essere desiderante
accompagnato da un dolore che ha meravigliosamente imparato a fluttuare con voce sommessa.
Carezze … leggera brezza marina
che arrivano alla mia Anima,
terra stanca ed arida,
avvinghiata a nascondimenti ,necessari e mortiferi,
terra assetata di ripetute e inascoltate richieste di sanificazione
su ferite nate alla sua stessa origine.
Lentamente la bimba riprende stupita il suo gioco antico,
interrotto chissà quando … e chissà perché …
Il ritmo ondeggia tra desiderio e amore,
poi amore e ancora amore nascosto dietro le pieghe sinuose del desiderio.
Prestami le tue mani …
solo per un altro po’ … perché solo loro conoscono me più di me …
Voce …
Raccontami ancora quella storia, bugia o verità che sia!
Ho bisogno di sentirla.
Ancora. E poi ancora … Voglio crederci.
Qui posso rispettosamente esistere.
Vivere densamente un’ora e miseramente sopravvivere il resto dei miei giorni …
Odoroso abbraccio.
… a te il mio posto sicuro.


FIORE DI LOTO

(sull’abbandono)

… orme soffiate in argentei cunei di battigia,
sapientemente pietrificate in incognite forme di sale e di lacrime.
Misere e compagne gocce di rugiada
si addormentano nel mezzo dell’azzurro
dalla voce infinita, rauca e amara.
Il cuore ribelle danza
Sulle note di un’antica nenia scritta per il bimbo.
Il respiro spinge ed apre un varco
di luce pungente
Iniettato da un vecchio raggio di sole.
Voglio sentirla tutta, voglio vederla,
voglio toccarla questa perfida pietra sul petto.
So che saprò sollevarla e benedirla,
ma adesso voglio custodirla.
Affondare in orme di sola solitudine,
conosciuta, umiliata, amata.
Esserci, venduta e vergine
In quell’orma piena ed irregolare,
sorgente cristallina del pensiero,
restare nel taglio deciso e risoluto
senza emoraggia,
in quel solletico figlio di Poseidonia
che ha la presunzione di toccarti
sussurrando “forse non torno più”
…. Pudico tremito di ali verso il cielo.


DAL VUOTO

Sento membra sfinite lasciarsi abbattere da un peso indefinibile
matematicamente insensato.
Tentacoli di speranza si sbattono con veemenza
mentre l’inchiostro nero ricorda ancora l’odore della fine.
L’urlo tace.
Non inibito, ma lucidamente consapevole.
Piedi piantati beffeggiano sfacciatamente l’impotenza.
Una sola nobile lacrima percorre una strada sconosciuta
con il movimento dignitoso dell’ultima volta. Della prima unica volta.
Occhi lucenti scalpitano nel tentativo di percorrere la via del senso …
Ma in questo momento il senso non è elemento possibile!
Anima mia … graffiata e sofferente
cuore pulsante sangue scuro e denso
che oltraggia con passo lento e pesante Vene tradite dall’evento.
Tesso pensieri intrecciati a sospiri.
Il nulla … disturbato dall’incredibile spaventoso tremito della paura.
Primo sacro ascolto .. bevo emi nutro della sola nobile lacrima.
Prezioso nettare. E’ dolore … solo mio. Mio e intoccabile.
Lentamente un amore immenso,
potentemente strisciante toglie strati alla mia adorata pelle.
E’ amore. Per me.
Sdraiata, nuda, sull’esistenza …
Granelli di vita dorata scivolano dai miei pugni socchiusi.