Poesie
Empatia
Quando il buio della notte
inghiotte il mondo col suo manto nero
mi perdo nel labirinto dei miei pensieri
e nei lunghi, interminabili silenzi,
il sonno tarda ad arrivare
e la mia anima malata di sentire
non trova pace e piange.
Ancora una volta sono i migranti
a togliere ai miei occhi il giusto ristoro.
Nella notte scura calzo le loro scarpe,
la loro pelle indosso,
cammino sulle loro strade impervie
lontano dagli orrori della guerra
verso l’ignoto di cielo, terra e mare,
troppo spesso a loro avversi.
E con loro sento la fame, la paura,
il dolore delle madri conosco,
la delusione dei giovani coi sogni infranti
e dei bambini il pianto.
Ogni notte vivo con loro
le stesse pene, gli stessi affanni,
scontrandomi contro i muri dell’indifferenza.
E nell’assenza di luce di speranza,
la notte ai miei occhi stanchi appare
ancor più buia e in silenzio
io piango e piango tanto.
In cerca di pace
Oggi il mare è così calmo,
ruba il colore al cielo e lo fa suo;
l’onda così pacata sembra d’argento
ed è quasi muta;
tutto intorno è pace e quiete
e nel silenzio del mattino il pescatore fiducioso
affida al mare le sue speranze,
mentre un gabbiano cerca la sua libertà
nel cielo terso della primavera.
Cercando pace, ammiro questo mare di cristallo,
il mio sguardo si spazia fino all’orizzonte
e nel suo immenso mi perdo e sogno.
Sogno un mondo nuovo,
un mondo senza più pianto e guerra
dove regni amore e si respiri la pace
come nel mare calmo di questa primavera
già avanzata.
Amami ancora
Amami ancora,
in questa notte ancora.
Abbracciami forte e fammi sentire
i battiti del tuo cuore.
Portami nei tuoi sogni
verso l’infinito, sarò la tua stella
e vivremo d’amore,
di quest’amore che ci ha presi e avvinti
che non ha tempo, né confini
immenso come il cielo e il mare.
Abbracciami e fammi volare in alto,
insieme, uniti nel volere
arriveremo a toccare il cielo
e tutto il firmamento.
Amami ancora
e per questa notte ancora
abbracciati aspetteremo
un nuovo giorno d’amore ancora.
e nei lunghi , interminabili silenzi,
il sonno tarda ad arrivare
e la mia anima malata di sentire
non trova pace e piange.
Ancora una volta sono i migranti
a togliere ai miei occhi il giusto ristoro.
Nella notte scura calzo le loro scarpe,
la loro pelle indosso,
cammino sulle loro strade impervie
lontano dagli orrori della guerra
verso l’ignoto di cielo,terra e mare,
troppo spesso a loro avversi.
E con loro sento la fame ,la paura,
il dolore delle madri conosco,
la delusione dei giovani coi sogni infranti
e dei bambini il pianto.
Ogni notte vivo con loro
le stesse pene ,gli stessi affanni,
scontrandomi contro i muri dell’indifferenza.
E nell’assenza di luce di speranza,
la notte ai miei occhi stanchi appare
ancor più buia e in silenzio
io piango e piango tanto.
Durante il giorno poi nascondo
il mio sentir dietro un sorriso,
per i miei affetti io lo devo fare,
ma nel mio cuor ferito ancor persiste il pianto.