padre mio

padre mio
tu che mi hai dato un nome
una foresta di pini
una spiaggia infinita ed il mare
da dove non vorrei andarmene mai più

tu che mi hai aperto giorno e notte
gli occhi senza silenzio
per prenderti la loro tranquillità
quando la tua sta sui bianchi muri

lasciami resistere contro il male
al tuo posto
di portarlo via
di averlo io
violenza e assurdità
di bere l’acqua nera per te

ed io non eviterò il fango
né le creature divoratrici
grida il mio nome
quando le mani si chiudono
per poter venirti incontro
sopra le buche, sopra l’asfalto
per portarti nell’erba vivente nel mio cuore
e di circondarti
dal cielo.


aritmico

forse cosi finisce tutto
senza tenere fra le mani quello che hai amato
prima di dormire
prima dell’estinzione improvvisa
del fuoco
quando girano le cose
e ti guardo
di volta in volta od nel senso inverso
dell’ amore

e taci

tra le persone di qua
e quelli di là
il mio corpo si lotta senza gridare
con l’anima sulle ginocchia
con il siero che si gocciola
in un’altra finestra
nell’acqua di un’ombra od una farfalla cieca

e ti siedi

l’ultimo pensiero senza batter ciglio
con il brivido di colui che mi sta accanto
che si è chiuso nel sonno
tu
indossi nel sangue la vigilanza
partendo da zero

e molti sono morti

non puoi dire qua i loro nomi
nemmeno le lettere
gli hai accompagnati
perché si, li hai amati

ed ami

ma ti sederai su una sedia
ed gli specchi torneranno
suonerà il secondario
e non lo fisserai mai più con lo sguardo
con niente
e te ne vai.


sessanta IO in un ora

brucia la città
attraverso i suoi pori di pietra
ed UNO abbraccia l’ ALTRO
voglio uscire da questo disegno
ma il mio sangue non ha porte

si scoglie una vita e si apre morendo
così
si può in tanti modi annegare nella marea
degli ALTRI
ed io di non entrare per un secondo
e nemmeno per sessanta IO in un’ora;
il tempo ha la febbre
che non dura, brucia – e NOI
che urliamo come i soldati
in prima linea
ci aggrappiamo al plurale
alle ferite in senso antiorario

IO vendico la lancetta dei minuti

vorrei avere la mia testa – spaventapasseri
dormire il sonno del cuscino
essere
l’adulto, UNO, IO ed ALTRO
al quale si inginocchia
sessanta IO in un ora