Nella Notte

Ho sognato.

Le tue gambe,

come il piacere d’una mano lavoratrice

toccata dalla seta,

sfiorano le mie.

Quasi svanisce la tua pelle.

Non chiedo ne alle mani,

ne agli occhi,

altro movimento.

Delicata come il cristallo,

bella come gli infiniti colori

della trasparente pietra trafitta dal sole.

Passano così i momenti,

sabbia amara tra le dita.


 

La vetrina dei ricordi

Come i ricordi, le stelle.

Diamanti che non si infrangono nel cielo remoto,

scuro e freddo.

Semplicemente,

svaniscono, nel nulla,

lasciando che quella loro luce

tocchi ancora il tetto del cielo.

Come i ricordi

che brillano ancora nella memoria,

sono le stelle morte

che lasciano la loro luce

viaggiare per l’universo.

La fuori, uno dopo l’altro,

muoiono i momenti;

ma eterni sono

nel calore materno del ricordo.


 

Sulla Sabbia

Ricordo ancora il tuo corpo

umido dopo la doccia,

quando ti mettevi sdraiata sul letto,

con l’accappatoio bianco.

Ricordo che scostavo il panno piano con un dito,

e mettevo la mia mano

sulla pelle ancora imperlata d’acqua.

Sembrava di toccare la sabbia del mare,

tanto liscia e sottile quand’è asciutta,

quanto ruvida quand’è bagnata.

Ricordo che giocavo con la sabbia della tua pelle,

come su una spiaggia

dove i bambini fanno castelli di sabbia,

e un uomo cammina solo,

per trovar se stesso.