Flashback

Uno stilo regge ironico la morte di Venezia
calpestiamo la piccola prima pietra mentre attorno a noi
si sazia la notte di fumo e silenzio;
vana comunicazione, utile solo alla constatazione.
Una vita lontana si avvicina luminosa, cavalcando
tetro cigolio di ingranaggi arrugginiti
poi una risata, sommessa, ma sufficiente a lacerare il freddo
del terrore, poi un’altra che dissipa ogni tentennamento
e infine, la meta…


 

Era casa

Ci vorrebbe un me più essenziale
non in orpelli e proiezioni
ma nell’evolvere concreto del mio essere tangibile.
Che derivi dalla bolla?
Dal richiamo delle isole?
Forse manca la cornice a questo luogo desolato
che mi provoca l’inerzia e una stasi contrariante.

Alzo, siedo, stendo ma non salto
dov’è il perimetro della fuga?
Non corro: mi faccio raggiungere
Rallento: la testa è bambagia
mi fermo: il cotone si bagna.


 

Batrakomiomakìa

Un rigoglio di spiga a incrociare le spalle
di serica opalescenza,
madido crocicchio di nervi
s’incurva e bela.
Riflesso palpitante
Senziente illustrazione.
Non strappano i frutti
le mani che ghermiscono;
se non c’è vento che piega l’arbusto
l’istinto è di alzarsi
aspettando la pioggia.