Parigi

Milioni di persone inermi possono solo morire o sopravvivere
Poche persone con una matita in mano
Poche persone con una pistola in mano
Tengono in pugno il pianeta

Il potere di quello che hai in mano
Non di quello che sei
Il potere dell’uomo sull’uomo
Dell’uomo sulla donna

Il potere dell’uomo sul pianeta
Dei genitori sui figli
Degli insegnanti sugli studenti
Degli amanti sopra gli amati

Cerimonie laiche dalla profonda valenza religiosa
Inutile divisione degli esseri umani
Che premono un grilletto
Come accendere una candela

Assenze come presenze a chiedere libertà
Una libertà fittizia senza un rispetto vicendevole
Una pausa folcloristica
Prima di ricominciare

Riti senza altare
Luci senza candele
Cerimonie laiche dalla profonda valenza religiosa
Inutile divisione degli esseri umani.


Diritto di satira

La scoperta
Scioccante
Che il fine
Non giustifica il mezzo.


I nostri giorni

Guardo
Smarrita
Il potere
Che si nutre
Di vanagloria
E successo
Veloce
Mi disperdo
Nella folla
Anonima.


Rompicapo

Non era molto alta ma ogni centimetro del corpo tremava ed era dolorante, come se un Tir le fosse passato sopra. Cosa ci faceva lì? Chi era? Perché stava così male? Elle non sapeva di essere Elle, non sapeva che era stata trascinata lì da due individui incappucciati. Non erano loro ad averla picchiata, ci aveva pensato la vita a ridurla così, non loro, che, tutto sommato, avevano usato nei suoi confronti un po’ di solidarietà. L’avevano raccolta e si erano allontanati per paura di trovarsi ad ore di interrogatori, con il rischio di essere incolpati dell’aggressione, come tante volte accade. Guardandosi intorno si accorse di essere sul marciapiede di una strada molto simile ad una scacchiera. Nei vari spazi c’erano delle sagome, erano colorate ma pur sembrando persone erano rigide. Come fossero di cartone. Il viso di ognuna di quelle sagome era senza occhi, la bocca enorme, come un feto nell’utero. Quegli strani segni al posto degli occhi sembravano guardarla ma senza vederla perché non c’era alcuna reazione. Doveva avere paura? Perché? Era il momento del coraggio o della prudenza? Un essere umano evoluto avrebbe dovuto saperlo ma lei non era molto certa di quello che doveva fare. Più si guardava intorno e più quelle sagome apparivano insignificanti, immobili, lontane kilometri dai suoi sentimenti. I sentimenti l’avevano sempre ingannata, era un pensiero venuto così, apparentemente dal nulla. Se non sapeva neppure chi era come poteva pensare che i sentimenti l’avevano sempre ingannata? Cosa c’era dentro di lei che lei stessa non conosceva? In quel momento coraggio e prudenza andavano a braccetto, avvinghiati fortemente ed Elle poteva alzarsi, lentamente per non turbare quelle sagome inquietanti. Elle non sapeva niente di se stessa, non sapeva niente neppure di quelle sagome che forse nascondevano delle persone come lei ma il tutto sembrava un mistero. Il mistero è ciò che non si finisce mai di spiegare, un altro pensiero l’aveva inondata come un balsamo lenitivo. Voleva cominciare a spiegarsi qualcosa di quello che le stava accadendo o che le era accaduto anche se non bastava perché non è sufficiente guardare indietro se non per proiettarsi in avanti e ciò che stava davanti era intrigante. Se c’era stato un passato ora doveva mettere insieme delle idee, prendere delle decisioni, non era il caso di morire su quello strano marciapiede. Si era alzata, loro, le sagome si muovevano lentamente, alcune verso di lei, altre invece si allontanavano, ma saltando da uno spazio all’altro come se giocassero una partita e lei chi era? Una pedina? Di quale squadra? Elle aveva cominciato a correre come poteva, voleva assolutamente uscire da lì. Era un po’ spaventata perché le sagome che si avvicinavano non esprimevano niente e lei passava da un momento di speranza ad un attimo di terrore, ma continuava a camminare, non sembrava esserci alternativa. A volte preoccupata di guardare da una parte si era imbattuta in una di quelle sagome ed era rimasta delusa perché aveva scoperto così che erano come lei ma non erano come lei. Si era spaventata ulteriormente, perché doveva guardarsi proprio da tutto e da tutti. Finalmente aveva visto da lontano una panchina sotto una volta, sembrava un rifugio in quel momento, l’unico. Fermarsi, avere le spalle al muro dover solo guardare davanti, un’opportunità o una prigione anche peggiore ma in quel momento non c’era alternativa. L’aveva raggiunta e si era seduta. Le sagome avevano perso interesse a lei e continuavano a saltare da uno spazio ad un altro. Si sentiva l’unica spettatrice di una partita tra squadre inesistenti visto che ognuno sembrava giocare solo per se stesso. Si era rannicchiata sulla panchina, come nell’utero e aspettava che le tornasse un po’ di forza e un po’ di idee. Sperava di addormentarsi e fare un bel sogno rivelatore. Così fu. Dopo la notte, la luce dell’alba la trovò addormentata ma non era più sola, accanto a lei si erano accoccolati dei mici di strada. Aprì gli occhi, accarezzò quei mici come fossero stati sempre suoi, si guardò intorno e non poté fare a meno di sorridere. Era nel suo letto, con i suoi gatti, nella sua camera, sola ma felice.


La verità sarà gridata sui tetti

Gli uomini la copriranno con le loro nefandezze ma sarà gridata sui tetti
La speranza di molti ha sostenuto generazioni Avete infangato anche questa
Quanto ancora dovrò sopportare? Parole dell’ebreo marginale Gesù
La verità è sempre la stessa ammazzati dal potere la vera vita è altrove
La verità è la tenuta di alcuni il sacrificio di altri la misericordia di tutti
Ballerini divenuti marionette del potere del sospetto
Menzogneri per tenere in piedi un carrozzone di violenza
Il mondo lo reggono i giusti che vivono sui tetti e volano per non infangarsi


Momenti

Ancora morti nel mare per il volere di chi?
Ancora morti nel mare per il silenzio di chi?
Davanti alla morte decade anche il potere
Ma è un momento tutto il resto è denaro