SOGNO D’ESTATE

I miei occhi guardarono il cielo
la volta oscura pizzicante di stelle
la luna sembrava cullarsi sulla cima di un mandorlo
tutto intorno l’inebriante profumo delle belle di notte
mentre un suono di violini riempiva
quell’ immenso silenzio
e le falene celebravano i riti della vita.

Io stessa ero la celebrazione della vita.

I miei occhi si chiusero …e
…e si riaprirono.

Alzai lo sguardo verso l’alto.
Nell’azzurro cielo i passeri intrecciavano voli
il sole avvolgeva
in un tiepido abbraccio
la terra
le cicale concertavano sugli alberi
tutto intorno un profumo di more e di
rose canine
e i bianchi spiriti celebravano i riti della vita.

Ed io, li ho mai celebrati?


LA DANZA DEL SALE

Vola sulle acque dei mari,
bianca creatura di vento salato
e viaggia verso l’ignoto.
le tue ali, so, non smetteranno di battere…
e, quando sarai stanca
planerai e ti poserai su uno scoglio
e da lì, scruterai l’orizzonte
fissando i tuoi occhi di mare sulle acque infinite
e ascolterai il battito acquoso delle onde
all’unisono con il tuo cuore d’oceano
e poi…
poi aprirai ancora le tue ali
e riprenderai il tuo volo
e danzando ti inabisserai nel fuoco del tramonto
lasciandoti bruciare dagli ultimi baci di luce
del giorno che si addormenta
ed io ti dirò addio.
Creatura dell’aria,
creatura dalle ali di vento.
Nella memoria il ricordo
della tua danza di sale
tra le conchiglie
narratrici di antiche storie
su spiagge ormai lontane.
E chissà se ti rivedrò un giorno,
e se mi racconterai cosa i tuoi occhi hanno visto laggiù
oltre quel punto dove il mio sguardo
ti perse,
di vento,
d’acqua di mare
creatura!


A MIO PADRE

Cara fanciullezza,
per sempre nel mio cuore
ti rivedrò nel rosso dei papaveri
nel giallo dei girasoli
nel viola dei giaggioli
e sentirò il tuo profumo nelle foglie di basilico
e sentirò il tuo sapore negli acini maturi
e nelle mandorle fresche
ti sentirò nel fruscio del vento
e nel canto del pavone.
E rivedrò i tuoi colori nella dalia screziata
nei fiori gentili della camomilla
ti seguirò ancora nel volo di un’altalena
e ti rivedrò danzante intorno
alle fiamme allegre del falò
nelle notti
d’ estate.
E ti sognerò come il più grande
dei miei sogni
perduti da grande.
E ti rivedrò in un solco di terra
in un contadino che semina
in un uomo che attinge acqua
da un pozzo
in quei capelli che il tempo
ha ridipinto
spennellandoli di bianco e di cenere.
Ti ricorderò nel volto
di mio padre.