Animamundi

Rinascerò da candida conchiglia che da oceano
torna alla sua terra per verdi labirinti d’alghe
e tra vermiglie trame di coralli e fluenti chiome
di meduse, cullandomi su chiare onde che si
imperlano di schiuma nell’abbraccio limpido
del cristallino mare. Rinascerò nel vento che
impetuoso muove le correnti e cavalcando prati
immensi nell’azzurro naviga la terra sollevando
al cielo turbini di ondose braccia nella danza
cupida del mare sotto il sole. Avrò due ali per
cercare l’infinito e liberare il cuore dalla polvere
del tempo perchè scivoli leggero nel mistero
del creato e nell’eterno battito che penetra la vita.
Vivrò di luce e vestirò di raggi la mia pelle,
nel sole che riverbera il suo volto sulla terra,
nel canto della luna che illumina di lacrime la notte.
Avrò il mio cuore di farfalla, leggiadro, nutrito
da crisalidi di seta in puro nettare e cullato al soffio
dell’aurora dalle bianche dita di rugiada, e volerò
su petali di rosa tra zampilli di acqua chiara,
inebriandomi di pollini che esplodono di aromi,
saziandomi di miele e dissetandomi in ruscelli
d’ambra e rigagnoli di latte. Avrò il vigore
di un nobile aquilone libero nel vento che traccia
le sue mete sulle vette dell’ignoto, seguendo slanci
di rondini chiassose tra le nubi e giochi di radiosi
arcobaleni evanescenti sul tramonto. E correrò
nel vento con i miei mille colori, con i tanti cuori
ardenti e le mie infinite ali, abbraccerò la vita
dentro l’anima del mondo che libera rinasce ogni
momento, che accende di stupore il firmamento,
e nutre il mio respiro d’infinito . . .


Venuto al mondo

Sole, che il cuore illumini di gioia, tra queste braccia nude
che cullano il tuo pianto, per questi occhi accesi del tuo incanto,
e il fiore della vita che le radici affonda dentro il fiume dei miei giorni,
un fremito di vento che asciuga le mie lacrime silenti e nutre
il mio respiro di preghiera. Luce, che intensa penetri i miei anni,
squarciando nubi e tenebre dal cuore, e limpida rivesti il sogno
di nuovi aneliti di attesa e di speranza. Vita, sbocciata al mondo
con ali bianche di farfalla, da schiere d’angeli rapita e incastonata
al seno di una madre come preziosa gemma di diamante,
cullata nel dolce e lento battito del cuore . . .
Fiamma, che i gelidi mattini vivida riscaldi col raggio di un sorriso
acerbo sulle gote, col tuo respiro tenero tra i sogni.
Desiato fiore dei miei anni, lavacro di ogni pena e malinconici
declini, vibrante e acceso canto tra le pagine del cuore su note
deliziate d’impalpabili violini . . .
Tu figlio che germogli tra le braccia e un brivido d’immenso
spargi tra i pensieri, tu gli occhi di una madre accendi di stupore
e porgi il tuo sorriso con angelico splendore, tu luce dell’aurora
illumini il creato e nuovo fiato infondi nell’anima di un padre,
promessa sacra e limpida tra i ponti del futuro, geloso scrigno
nobile custode del domani. Ho visto nei tuoi occhi il cielo,
nel tuo respiro il palpito del vento, nei tuoi pensieri avverto
un frullo d’ali, già libere nel sole e nell’azzurro . . .
E il sole scalderà il tuo lungo volo, le stelle tracceranno
i tuoi sentieri e il vento guiderà le bianche ali.
Tu sole, che ora illumini i miei giorni, col raggio del tuo volto
in fondo al cuore, nel sole te ne andrai con i tuoi anni,
lontano,
librando le tue ali sopra il mare . . .


Flashback

Era d’estate,
limpido lo specchio rifletteva i raggi pallidi di luna
tremuli sul mare, notti di veglia sulle spiagge
tra le risacche morbide di schiuma ad accarezzar
la pelle dei nostri corpi accoccolati sulla riva,
odore di salsedine e petrolio sulle lucerne accese
a rischiarar le prore delle barche al varo,
tra brulicar di reti e pescatori chini sulle chiglie,
coi loro gesti antichi e le preghiere mute,
colme d’ansia e di sudore. Aria di note, suoni
di timide orchestrine di cupide balere, passi di danza
con ritmi ardenti in guizzi di gitani e fruscii di vesti
morbide nel vento a disegnar colori e simboli
tra sguardi languidi e caduche promesse . . .
Rivedo ancora sul treno dei ricordi, nell’aria
sventolar bandiera gialla, tra i viali trapuntati
di lampioni, e in coni d’ombra cullati dalla brezza,
fugaci abbracci di corpi adolescenti nei loro
primi inganni e il primo traboccar di labbra incerte.
I miei ricordi, i tuoi trascorsi miti ” giovinezza “,
eterna musa che suadente ci accarezza, e trasvolando
si rispecchia in altra fonte, come di un fiore
che d’incanto si apre al sole e poi avrà lasciato
al vento ogni suo petalo che muore . . .
Restano ancora tra i preziosi miei balocchi
tracce di vita, perle nascoste in fondo al mare,
raggi di luce
che riscaldano i miei occhi . . .