DUBITARE

Prende la forma dell’incubo

il pensiero, quando, stanco

s’adagia

sui rami grigi e ruvidi

di un timore.

Il desiderio di pace

guarda, tra le lacrime, il cielo,

mentre si allontana.

Fa paura questo vuoto

che lascia ogni passo

d’uomo.

E non aiuta la pioggia

che fa suonare il suolo

con rintocchi d’orologio.

Stringono forti le catene l’istinto

di sapere di chi in sé perduto

il dubbio nutre;

chi fa domande, sai, ha arte infinita

che s’agita costretta

nel breve spazio di una vita.

L’angoscia si tiene sospesa

in equilibrio sul filo incerto del baratro

che promette una risposta.

Come il tempo tra pareti d’universo

cambia ritmo ad ogni spazio,

lascia così nel cuore un dolce strazio

l’attesa che si scioglie a un altro passo.


TI ASPETTO

Ti aspetto,

seduto su dune di ricordi,

rivolto verso il mare

che ti strappò da me

un giorno d’estate.

Correndo via, hai lasciato

tra conchiglie di seta

una promessa

agitata dal vento,

quasi cancellata.

La raccolsi

tu non lo sai

una voce me lo chiese.

Forse era la protagonista

di un’altra storia;

O forse la tua anima,

che non volle levare l’àncora

da questo mio abisso.

Ha lasciato che il tuo cuore

fuggisse via da questa gabbia

d’amore, per provare orizzonti

di emozioni che coprono

d’entusiasmo le sbarre.

Tu l’hai già provato

il sapore antico della novità.

Per questo aspetto

di rivederti un giorno guarita

dalla stessa malattia

che ora nutro del tuo ricordo.


RESTA POCO ORMAI

Ricordi felici si staccano

dall’angoscia di fragili pensieri,

e s’appoggiano su queste mani

ricurve.

I raggi non filtrano,

l’aria è tersa,

mi muovo a fatica in quest’ombra,

che mi nasconde i tuoi sospiri.

Ma tu lo ami questo giardino

e io ci resto.

Rimane ancora qualche fiore

ma ogni odore è seppellito

svanisce nella notte il suo calor e,

s’affievolisce il fiato ormai finito.