Amaro vivere, come un soldato

Mi fermò
Quel dondolare infinito,
Davanti al tramonto.

Come un tonfo, m’ha agghiacciato,
Quella quotidiana falsità.
Un sibilìo tra venti, stanchi arricciati.

Come conoscere la fine del giorno.
Il gusto dolce della vita
Se prima non si conosce l’amaro vivere.


Agostino

Agostino pregava per l’amato.
Il figlio per la madre.
Il dio per i fratelli,
e noi, per l’incontro.

Ed ora, che tutto è perfetto.
Ogni animo futile,
dimentica il creato,
e si sbronza, con il fittizio,
amato.

Comunque resterà la speranza
che, tutto finito,
la proibizione rincontrerà il tossico.
A quel punto la prostituta, ultimo gradino,
elogerà i suoi fianchi
e noi persi baceremo il suo labbro.

Il continuo fa bisogno rende tutti uguali,
cordone laccio,
amore dipendenza,
e Dio solo. In una bibbia.


Alzati e cammina

Sfinge eretta su di una muffa scomposta,
una buccia d’uva che lenta marcisce,
un topo fermo a fissare la sua morte: veleno.
Uno stelo d’erba piegato dal vento i sogni
storti da fumi inquinati dai camini malati di fine città.
Un passante, che rotola in aria, d’urlo stanco,
stanco di pelle piegata dal rosso sbaglio di un occhio spento.
Ricorda il bimbo che impreca sul “prossimo”.
“Alzati e cammina”.