IL GIORNO SENESE.

 

 

Si sveglia Siena 

al canto degli uccelli,

ed ai suoni delle campane,

s’innalza ebbra da misteri notturni,

lascia indietro le notti magiche,

battezzata dalle sue albe dorate, 

e come lo sbadiglio della vita che si sveglia,

il giorno sorge e lucente rifulge.

 

Inizia il cammino al mattino rorido,

sulla terra scende tutta l’energia dal cielo,

formicolante gioisce il giorno senese,

si disperde il libertino splendore, 

nel labirinto delle vie lastricate,  

nei cortili stretti e le case arroccate, 

il loro traguardo la piazza del Campo,

e la sagoma della torre del Mangia

che esplode al sole assieme a noi, 

in un tripudio rosso,

che brilla senza riluttanza e senza posa,

sotto il ritmo della corsa dei cavalli,

e l’esultanza dei contradaioli.


 

VIENI COME SEI.

 

Sono seduto in una panchina, 

nel giardino di Sant’Agostino,

nascosto sotto i ramoscelli dei pini piegati,

aspettando il nostro incontro,

e tu ancora non sei arrivata.

 

Lo so che vuoi diventare bella,

ma io come sempre ti dico,

non badarci se i capelli sono spettinati,

se manca il rossetto color ciclamino,

non tardare a farti bella,

vieni come sei,

l’amore e la luna

non hanno bisogno di trucchi.


 

LA LUCE SPIRALE.

 

Quando scendi dal letto

colore di luna il tuo vestito,

nasconde sotto il fremito di sirena,

il candore del tuo corpo nudo,

la metamorfosi delle tue forme leggiadre,

i sogni, i desideri, la coscienza,

imbevuti dalla nebbia d’amore,

ti scopro con le mie carezze, 

ti copro con i miei baci,

tu fai saltare a pezzi la notte,

intorno spargi la luce a spirale.