Odi et Amo

Qualche litro di caffè,
un paio di vecchi jeans,
una camicia troppo stretta,
stivali un po’ scoloriti.
Quel modo di fare,
l’espressività dei suoi occhi,
le mani tra i capelli.
Obiettività, l’apprezzare ciò che avremmo mille motivi di odiare.
Odiare.
Amare.
Odiare o amare.
Amaro è l’odio perché si ama,
come un caffè nero,
un po’ forte ma tanto intenso da inebriare.
Odiare è un’ancora per non perdersi nella tempesta che è amare.
Ché amare e odiare sono, a volte, la stessa cosa.


 

Il mio male di vivere

Il mio male di vivere è la consapevolezza delle scelte sbagliate.
Il ‘senno di poi’ è un fottuto bastardo che cerca di affogarci nei rimorsi; io ne ho molti e il mio ‘senno di poi’ è un osso duro.
Per mia fortuna, o sfortuna (dipende dai punti di vista), so nuotare piuttosto bene e sono ancora qua, a sputare parole incomprensibili a molti.
E’ un dolore, non essere compresi.
Comunque sia, respiro ancora, nonostante tutti i mostri che tentano di soffocarmi con il cuscino.
Il mio male di vivere è la ricerca dell’ozio; la non voglia di fare o, meglio, la voglia di fare ciò che agli occhi di tutti gli altri non è considerata occupazione utile.
Signori: molti credono che la scrittura non sia arte, credono che tutti siano in grado di poter, testuale, ‘buttar giù quattro righe’.
Indovinate il mio pensiero?
Alimentate il mio male di vivere, con l’ignoranza.
Siete la mia benzina, il vento sulla mia vela, il sangue nel mio cuore. E, io, sono una piccola bianca bugiarda.
Il male di vivere sono io.


 

Giochi del destino

Forse, un giorno, lontano da qui e da ora, ci rincontreremo.
Vivremo in una grande città quando ritroveremo i nostri destini intrecciati.
Ci sarà quel momento di imbarazzo, durante il quale ci si chiederà ‘Mi riconoscerà?'; in preda a un panico inspiegabile, torneranno tutte le paure, i brividi e quella luce che abbiamo avuto nello sguardo per tanto tempo.
E, poi, abbastanza vicini da guardarci negli occhi, sorrideremo, abbasseremo la testa per rialzarla subito, come facciamo sempre, ché è un nostro vizio: fuggiamo l’un dall’altro per ripensarci e tornare indietro.
Rialzeremo lo sguardo e vi saremo solo noi sulla terra: io in te, tu in me.
Come sempre, le parole non saranno importanti, non lo sono mai state.
Eppure, forse per la prima volta da sempre, parleremo, parleremo davvero.
Sarà diverso, magari neppure troppo.
Saremo cresciuti: tu sarai cresciuto.

Io ti vorrò ancora? Il mio cuore si fermerà ancora all’idea di un tuo bacio?
O sarà tutto finito, passato? Tutto mai esistito?
Ti vedrò e abbasserò la testa, affrettandomi nella folla per non incontrarti?
Onestamente, credo di conoscermi abbastanza per poter dire con tutta certezza che ti verrei incontro a testa alta e scriverei il finale, sospeso, della storia: insieme, saremo il tramonto di una lunghissima giornata.