Cuore bloccato

Sogno interrotto
da pensieri
sporcati di attesa.
Mattoni di stupide
ossessioni che
diventano la casa
dove si affligge
lo slancio
di un desiderio.
O la forza di un ricordo.
Stralci di tempo spezzati
dal ramo di un fiore
senza frutto.
Verità lasciate
in sospeso nella nicchia
che non ha orecchie
né memoria.
Resta un cuore bloccato.
Bloccato
in misere parole
che scatenano il
maremoto del distacco.


Terra calda

Un bicchiere di Primitivo
con la leggera brezza
che soffia nella valle
di questa
terra calda,
dove riposi tu,
cuore del mio cuore.
Un sorso intenso,
inebriata dal profumo
degli ulivi e dalla vista
di un cielo cobalto
in cui si sciolgono ansie,
rimorsi,
rimpianti.
Terra di strane magie,
che ogni volta non
mi appartiene
e ogni volta sento
come linfa vitale che
scorre dentro di me.
Adesso,
sorella di tante vite,
saperti qui,
che dormi il sonno
profondo di questa terra,
provo un inquieto sollievo.
Insieme alla brezza
percepisco il tuo
fragile respiro.
È l’ultimo sorso di Primitivo.
È per noi.


Luce

Terreni aridi
e incolti
con voragini
di pulsioni
inespresse.
Occhi che non
vedono nulla
nella scura
nostalgia.
Il giardino
delle possibilità
è pieno di sterpaglie.
Speranza,
nemica
dei pensieri,
mi uccidi
ogni giorno
con le tue sterili
illusioni.
Tu,
per me,
eri acqua in un
campo arso
dal sole.
Un filo di luce
nel buio totale.


Adesso

Nessun’altra vita
ci restituirà
quello che
tu
e
io
siamo in questa.
Forse in un’altra
saremo
pura energia
cosmica.
O minuscole
scintille
luminose.
Ma l’unicità
che
l’adesso
accende,
in questa vita
e solo in questa
è presente.


La rotta

Lasciavo fosse il cuore
a tracciare
la rotta della nave
senza timone né timoniere.
E che il corpo
mi portasse in giro col destino
tra distese di grano
che illuminano la terra e
vicoli angusti e ciechi.
Lasciavo fluire la vita
tra le mani
come velluto o carta vetrata.
E assieme alle
rugose conchiglie
ho abbandonato
i sogni sulla sabbia
come detriti ingombranti
trascinati a riva da una marea.


 

Fiori spenti

I fiori si sono spenti
Quando la notte
Ti ha chiuso nella
Sua mano.
Le forme si sono
Schiacciate
Appiatendosi nel
Grigiore che
Dipinge contorni
Confusi.
Nessun ramo
Seccato su
Quell’albero che ha
Occhi nel cielo
E fronde
Mosse da un vento
Leggero.
Solo tante foglie.
Verdi, sempre, e
Splendenti.


 Tra la quiete e la rabbia

Dove sono finiti i tuoi
Baci e
Le tue carezze?
Si sono persi nella sera
Che è scesa
Repentina
Su di noi
Lasciando cadere
Nel dirupo del silenzio
Parole rimaste ferme
Tra le pareti permeabili
Della mente
Insieme
A tracce di ricordi che
Tra la quiete e la rabbia
Sono costretta a
Seppellire
Per non inciampare più
Nell’equivoco di chiamare
Amore
Un tenero soffio
Che asciugava le lacrime
Del cuore
Col suo potente raggio di
Sole.


Poesie

Pure sono le tue parole e
camminano su fogli bianchi.
Viaggi d’idee, incursioni
notturne di fantasie del
cuore.
Frammenti volanti di
sensazioni
che prendono forma in
pensieri
come foglie spostate dal
vento
che vanno per la loro strada
senza conoscere la destinazione.


 

Spazio invisibile

Mi è bastato posare
un istante gli occhi
sulla tua anima
per ritrovarti in uno
spazio immutabile della
memoria.
In quell’invisibile spazio
che cattura il tempo
delle anticipazioni del
cuore
come la primavera per
un albero spoglio.
In un indefinibile tempo
illogico
che non trova ragioni
per dimostrare quanto
soprannaturale sia
ogni gesto, ogni sguardo,
ogni parola
che l’amore sa donare
nel suo primitivo e
delicato candore.