Forse

Dovrei cambiare linguaggio

forse anche personaggio.

 

 

Diventare un cavaliere

di belle maniere

vivere per corti

in stili accorti.

 

Oppure un avventuriero

dal libero pensiero

sempre a corte

della buona sorte.

 

Non un guerriero

sempre sul sentiero

del modo violento

per ogni evento.

 

Forse il sapientone

di ogni opinione

vissuto fra scaffali

di libri ornamentali.

 

Un individuo normale

con vita formale

in tutto stabile

e ben abile?

 

Un uomo operoso

e sempre premuroso

con modi originali

se non geniali?

 

 

Eccomi da trasformista

semplice un fantasista.


Lei

E lo scialle

sulle tue spalle

fatto di capelli

e lunghi appelli

corona di adivinità

refoli di vanità.

 

Vivi di scalpore

raggi di splendore

nelle carni sole

luce del sole

esprimono la bontà

d’armoniche volontà.

 

Da tempo maestri

i tuoi estri

riempiono i momenti

di tanti sentimenti

e preziosi ricami

su ogni domani.

 

Un continuo sospiro

vive nel respiro

nutrito dalla fragranza

della tua eleganza

petali di fiore

oltre ogni colore.


Traguardi

Quante facce smunte

con arie presunte

popolano di cere

mondi senza piacere.

 

I loro passi

persi nella prassi

ma senza effettive

alcune voglie affettive.

 

Curvi e lenti

quasi, quasi spenti

con negli occhi

ormai solo scarabocchi.

 

 

Pulite queste facce

senza mai parolacce

con volti contenti

sui paesaggi ridenti.

 

A piedi nudi

sui sassi rudi

sulle foglie secche

prive di pecche.

 

E quanto numerosi

questi passi premurosi

come gli sguardi

in mille traguardi.


Un tatuaggio

Sulla carne incisa

un’immagine precisa,

ancore di salvataggio

onde di coraggio,

lignaggio da corona

e d’icona,

linguaggio d’aggregazione

e anche disgregazione,

ricerca d’identità

e d’originalità,

tracce sulla pelle

d’ anime orfanelle.

Segni così distintivi

da essere primitivi.


Io

Io, me stesso

piango senza compromesso

ora queste scuse

anche se confuse

accettale,sono serene

e così piene

di quell’amore

tu,unico autore.


Un’ora fiore

Un’ora fiore

viva di stupore

Un’ora fiore

un momento superiore

Un’ora fiore

d’ogni valore

Un’ora fiore

un dono interiore

Un’ora fiore

rivela il colore

Un’ora fiore

questione d’amore

Un’ ora fiore

vive nel cuore

fiore con petali

ore d’ali.


Stelle nere

Le stelle nere

brillano come chimere

ci indicano vie

e solo utopie

ma fa ribrezzo

il loro prezzo

 

L’umana fatica

ci rendono amica

dipingendone i gesti

con colori funesti

spingendoci al massimo

senza valore prossimo

 

Ci riempiono soltanto

d’enorme quanto

e al vuoto

ognun diventa devoto

ne mai consapevole

del bene valevole

 

Così in spensieratezza

vivi nella certezza

così in tristezza

vivi nella consapevolezza

di quelle nere

di stelle chimere.


 

Una notte

Sono le ore…

è buio pesto

lui l’animatore

in questo contesto

 

Ma ascoltando bene

i piccoli rumori

di voci indigene

fan strani cori

 

Eccoli, lì presenti

timidi e schivi

in alacri intenti

son animaletti boschivi

 

E’ così sorprendente

nel loro modo

un tratto innocente

nel loro mondo

 

Ma già invasori

s ‘odono vicini

ai primi albori

di luci vergini

 

Son versi malinconici

ci resto seccato!

Di mostri meccanici

un gran peccato!


 

Quando

Quando ogni sera

sia ora primavera

oppure già inoltrato

un autunno adombrato

 

Quando sui marciapiedi

passeggiano mille piedi

alcuni via violenti

altri soltanto lenti

 

Quando sui sentieri

nemmeno i pensieri

quelli tuoi certo

vengono allo scoperto

 

Quando vagiti timorosi

d’ amplessi amorosi

oltre ogni dubbio

evitano ogni connubio

 

Quando sul selciato

il fogliame emaciato

ti porta ricordi

e musicali accordi

 

Quando una scintilla

piccola e tranquilla

non diventa fuoco

e nessun gioco.


Perduti

E’ un mistero

quel vecchio cimitero:

i raggi cadenti

sembrano denti lucenti

sull’ ombre nere

sporche e veritiere

 

Sono ormai spenti

i buoni sentimenti

forse solo civili

forse solo servili

che qui generosamente

hanno vissuto umilmente

 

Il tempo ignaro

o forse avaro

cancella le memorie

rendendole, forse, irrisorie

e noi posteri

ci lascia poveri…

nei miseri resti

chi erano codesti?

 

Le lapidi sbrecciate

han parole scheggiate

citano forse leggende

di vite tremende…


Il petardo

Scoppia, sei bastardo

come un petardo

hai mille facce

come le cartacce

dove mille piedi

pestano sui marciapiedi

 

Scoppia, sei bastardo

come un petardo

sei un inquisitore

sei un inquinatore

non hai estimatori

solo falsi adulatori

 

Scoppia, sei bastardo

come un petardo

diffondi solo notizie

afflitte da calvizie

caduche fai verità

di scomode realtà

 

Scoppia, sei bastardo

come un petardo

sei uno sfruttatore

senz’ idea migliore

non meriti penitenze

tanto meno indulgenze.


Nero luce

Nero luce stellare

in questo mare

ti vedo lontano

mi sento orfano

troppe domande inquiete

trovano prigioni segrete.

 

I miei lamenti

i miei pentimenti

i miei sentimenti

accoglili senza commenti

tutto senza livore

tutto senza fervore

 

Perdere l’opinione

di ogni dimensione

in uno sguardo

dentro il miliardo

di luci fievoli

da sembrar miserevoli

 

Così un’ infinitesimo

scoprir nell’ animo

che sia ignorante

che sia comandante

non ho percezione

e nemmeno convinzione.