Acqua immota

Acqua immota
invito di tutti i sentieri
anime intraprendenti
oltrepassano velocemente
Voci che non ritornano
si appoggiano nella confusione
Orchestrati
da una paziente canzone
i nove binari
ripetono gli strumenti
Malsano
sulla riva del grande fiume
nella terra di nessuno
Invecchio
ma son sempre
nuovo
Lacrime e sangue
aspetteranno settembre
a ripiegare il mio volto
Settembre
vero mattatore
dell’anno
-Ma guarda e passa-
mi disse
Volli l’Eneide
a sellare i portavoce
di Azio
Ma al momento
salperà Caronte
più leggero
nel suo traghetto
Allora
il mio nobile stile
sospirato alto e fioco
Mi renderà famoso
Virgilio
Si!
Giusto e opportuno
all’ingresso dell’inferno


Amante

Doveva iniziare oltre
la recinzione
Amante
una notte dispendiosa
un’ombra di croce
ferma
come un soprannome
Pallida e ghiacciata
dai lunghi capelli semidannati
da un cerchio voluto
La sigaretta
affrontava le rotaie
in orario perfetto
troppo
perfetto
Ed eccolo finalmente
sento il fischio
Ecco i calendari
di un’unica preghiera
Solo un attimo
per respirare la sfida
alzare il volto
e lanciarlo nelle luci
di un assasssino qualunque
Poi
un secco vortice di foglie
ai lati della progressione
Mentre rantolante
la sigaretta
– stringi la canzone ora su di lei –
Consumava il video
della mia onnipotenza
Cosa importa
se questo capitolo
sia vero
Recitiamo quotidianamente
in rischiose pellicole
per pochi soldi
Ma questa sera
mi hanno dato una parte
che mi piace


Il dio della nebbia

Il dio della nebbia
Solo
Disegnato nell’universo
da stelle
fisse
E’impazzito
nell’impalpabile comunicare
di un’imboccatura vietata
Rovesciò il bicchiere
e iniziò
la confusione
Si svegliò
il Gran Teatro
col bicchiere gocciolante
Nella vacuità
un antecedente mal coniugato
Ma la celebrazione
illibata
Il Re dei Re
con punti di fuga
troppo ampi
per discernere un fianco
Si creò
divorò la mela
e ancor vermiglio
presentò la genesi
E anche Adamo
entrò nel teatro


Imbarazzante

Imbarazzante è
la veemente stretta
di una visibilità
che cerca presa
in una presentazione
senza assalti
Pelle intimidatoria
fra rami chiassosi
Per molti giri
la maglia risucchiata
ha levitato funambolamente
sulla vorticosa spirale
Anticipandosi
posticipandosi
slittando
sulla sua radice
Legando
continuerò a insinuare
la mia posa
nelle voragini più semplici
dell’agone
A falsificare l’adagio
contorcendomi
in un artifizio
Finchè goffi
appariranno colori
e disegni ingegnosi
di fuochi pirotecnici
chiusi
da verbi friabili
Come giorni inconsistenti
oscurati dall’evento
Rimossi
spolverati
ora o poi
dalla lungimiranza
Ma nonostante
sottoscritto
come un equinozio
recidivo
Il mio battaglio
nell’organo metallico
di rintocchi connotativi
percuote infedele
E come disciplinare
l’appoggio
nell’immite
esatto tondo
della quotidianità


Lucido riflesso appagato

Lucido riflesso
appagato
Dislessichi quando
sodomizzi il corpo
Lento e sicuro
enigma
delizioso da provare
Impensabili bandiere
in terreni fertili
Alla mano
polvere di resistenza
per ballare
fino
alla chiusura
Stordisci
negli spazi maneggianti
del commestibile
la scena
Ammalati
nelle quinte
puleggia
Cala il sipario
sull’abdigazione del silenzio
E’patetico
tornare sul palco
dopo gli applausi
Il momento dell’intervista
come il momento dell’intervista
E’severamente in piedi
ed è cospirato
quanto
la marcia segreta
della quinta colonna


Poesie senza rima

Il piffero
dal suono smorzato
è la nostra spada di Artù
che fa rima
solo
nella contea di Camelot
Ma nella vita
cammini-cammini
finchè Camelot
sfocia nome nel vero
e dall’incudine
la spada di Artù
è dura
da sfoderare come straniero
Questa
è poesia senza rima
Lavagna stridente
per orecchie pulite
Falò
duro da accendere
nel clima di fine marzo
Acqua gelida
nel bagno di mezzanotte
Io
ho imparato a disegnarmi
col gesso


Senza editore

Nella biografia
dell’ego
solo un paragrafo
lascia l’interpretazione
alla sedia
Ho provato
al di là
nel rituale cerchio
Nessuno
oserà
allungar la mano
quando offrirò girar
Poesie disinfettanti
come infuso d’erba
poesia della lucida
veglia

frastuona lancinante
in conchiglie simulanti
insenatura e oceano
E’itinerante
nella lista
Nato a casa
libro raccomandato
che gira pagina
come se stagnasse
Calligrafia illeggibile
Appunti mancini
ansiosi
propri
Dove può studiare
solo chi vi scrive
Scrittori
rapiti
durante la correzione
Libro famoso
senza editore
Ho scritto
per ricordare Lazzaro
e nel Vangelo
è vero
si!
conforterebbe
la fede
di Tommaso
conservando gelosamente
sandali e guanti
Versi peccanti
in ogni settina capitale
o gesti di tutti
che disertano
per l’arrenderci
scaramantici
umani
opportuni
C’è voluta
come si suol dire
fronte
all’ultima carrozza
per capire
quanto siano
assenti al foglio
le giovani parole
-guarda te stesso-
Accatastato e noioso
libro
Unico
al momento
dell’autobiografia
a dare titolo
all’ennesima cortesia
Accese torture
di valute ecclesiastiche
al fine di estorcere
conoscenza eretica
alla monaca
volgare


Sposa

Vecchia
vecchia sposa
a cui lo specchio
non da tregua
Vittima
di un fidanzamento all’altare
Nessuno la ama
ma nessuno la offende
Sposa dell’insonia eterna
Regina dei colori
e dei colori ben distinti
che bisticciano
ma occhi uniti
nell’arcobaleno
Pupilla
che vorrebbe opacizzarsi
nella grigia e lattiginosa
estranea
Ma è la stessa età
che sbarra le palpebre
ai raggi luminosi
Sposa
unica donna
per sfogarsi nelle regole
perchè tradizionale
dev’essere il vestito
di giorno
Sposa
unico ritardante
che squilla nelle mutande
e risponde restituendo dio
a uno scorrere alfabetico
Bramosia sedata
quanto la deformità
in vetrina
Promessa
Promessa mia
fanno a gara ad investirti
ancor prima
che l’anello s’impegni
ed un grembo
lasciato alieno
durante la notte
La sposa
nel secolo decimo settimo
lasciò il suo bouquet
“sulla vechia seggiola di Don Abbondio”
e solo “in mezzo a questo serra-serra”
Perpetua!tradimento
e l’oppresso
diventò oppressore


Tempi ingordi

Per tempi ingordi
ho visto armare
i speculari duellanti
della guerra civile
dai valori del circostante
Ho visto nascite
autosaziarsi
davanti a silenziosi
adulti stranieri
Allontanarsi
impellentemente
nell’adimensionalità
finchè il logos
si arena
Ecco il duale
invincibile dilemma
significato significante
Presentato
come i più febbricitanti
sensi di colpa
per l’incensurabile scarpata
fra chi bussa e chi attende
Che si sovrastino
le discriminazioni inintelligibili
Ma solo s’intravedono
nel regolare crepuscolo
fra battere e levare
Acidi e basi
vogliono tendenzialmente
continuare a dare ed acquistare
Ma non c’è raccoglimento
che non si proietti nel resto
Non c’è urbanizzazione
che dirocchi i suoi ruderi stregati
Oriente ed occidente
sanno
di dover coesistere
perchè rimanga illuminato
almeno sempre un emisfero
Lasciate imperversare
la guerra civile
soffocata nella povertà
da armistizi meccanici
Si frusteranno
nel segno dei gemelli
riflettendosi naturalmente
colpi scusabili
E per il pronto ponte del giudizio
caduco e fortificato
per menzogna e verità
Quel giorno
ti attraversi
un solo individuo
Disarticolandosi
in pantofole dissacranti
fra uteri ingrossati
Legittimi e ricongiunti
nel torpore amniotico
di un amore tiepido
Anche i passi diseredati
di secondogeniti costretti


Universo

Non ho più paura
come se non fossi vivo
Anzì
ho un’estrema
paura di oscillare
fra atteggiamenti
che non si contraddicano
espressivamente
Stuzzichevole
dispetto fratricida
Invasato
in rapidissimi passaggi
di vittorie e rivincite
invisibili
Per scolarità
non viaggiamo
alla velocità della luce
Ma nell’universo
estrasoleggiano
elementi instabili
su pianeti captati
Occhi disincantati
anche in mano
a un orgasmo
affrettato in un cesso
squallido di noia
Svestì i miei indumenti
per consentirne
di nominarli
nel primordiale brodo della collettività
Che come sai
reaziona
tutti gli antenati della vita
Cervello intorpidito
ritardatario
contratto
C’è un’alternativa
alla certezza della banalità
Che comunque rimane sicura
come un puro sogno
invisibile
Attivo nel letargo
di un corpo rallentato
per superare la magra