Blu

Lo avrei voluto un posto lì con te
in quel bar blu
con quella musica lenta
e quella luce soffusa.
Non c’è istante per chi ama
che non sia da vivere.
Taglia le mie mani
e scriverò lo stesso
un destino di lettere e parole
giusto il tempo di sentire
in questo mio mondo
astratto
che tu potevi esserci.
Guardo le tue mani
scrivere sulla mia pelle
so che non cancellerò
niente
che quello concesso
sarà l’impronta
di una sera blu.


Piccolissimo aereo

Lascio alla fantasia un volo colorato,
libera  nell’azzurro  senza chiedere niente
mi fermo un istante
qui sotto
a  guardare il cielo
le nuvole ferme
dentro un giorno di grano giallo
e un pomeriggio di sole intenso.
Sarà leggero
attraversare l’aria, sentirne il sibilo .
Posso scendere ora
fra i coriandoli di vita
musica d’acqua
e nessuna paura.


IL TEATRO DELLE FATE

Può un teatro trasformarsi in un mondo incantato? Si, signori, mi tolgo il cappello, per dirvi quello che in un lontana notte di fine primavera, accadde nel teatro…era il Teatro delle Fate.

Pronti gli attori a recitare, le attrici ad accarezzare e sistemare i propri vestiti, pronta la scena.

Una commedia complicata , di quelle in cui lui ama lei, ma non è ricambiato e lei insegue l’altro inspiegabilmente incontrato, (ci si incontra per una serie di casualità di cui non siamo padroni). La malinconia pervadeva gli animi, gli abiti sontuosi quasi sembravano mesti e dimessi…poi un vento leggero spostò lo scenario, in fondo, proprio là in fondo, apparve un bosco, un cielo di nuvole e fra l’azzurro in forma di sprazzo, qualche stellina e una luna tonda un po’ nascosta.

Agli attori sembrò di sognare, si stropicciarono gli occhi e le attrici si rovinarono il trucco, i loro vestiti si elettrizzarono, ma niente valse di più di quell’odore di bosco e di incantesimi nell’aria. Apparvero le fate, lucciole di una sera senza luce…il teatro cambiò la forma e la sostanza della recita, variarono i temi sulla natura dell’amore. Gli attori diventarono amanti non solo nella finzione…la ragione e l’istinto si misero d’accordo.

Ah l’amore ! Quello che da sempre muove le montagne…quello che inganna l’arte e la trasforma in magia…Ebbene, tale fu la confusione destata da quelle lucciole leggere, che tutto apparve sogno, ma non lo fu. Quella sera gli amori sbocciarono andando nella direzione giusta,  persino il pubblico che assisteva fu preso da commozione, riso e pianto, ma nessuno si voltò, tutti furono catturati e pervasi da quell’amore.

Poeta è chi sa attingere ai sogni e li diffonde, lo scrittore tenta di raccontare concedendosi per sempre al lettore, il pittore cattura gli sguardi e li dona a chi guarda.

A proposito sono io che vi guardo…quello a sinistra del quadro…quello che non ha il cappello, quello che per lo stupore sgrana gli occhi e la bocca apre e chiude in un cerchio magico, al suono di oh…