Racconti
SAN VALENTINO 2010
Con gli “Amici della Domenica”, a Dosolo (MN), negli anni ’60, decidemmo di festeggiare San Valentino, andando a cena fuori. Scegliemmo “Il cavallino bianco” a Guastalla.
Nell’atrio del ristorante il pittore Luigi Lonardi aveva esposto i suoi quadri.
Ne vidi uno che mi attirò come una calamita. Mi fermai a guardarlo.
Era tutto grigio. Non capivo se era di acqua o di nebbia. In basso a destra c’era un pezzetto
di terra, ricoperto di erba ghiacciata. Sembrava la zampa di un orso.
“Freddo” era il suo titolo. Lo guardavo affascinata.
“E’ bello, mi piace”- mormorai affascinata.
“Ma se non c’è niente”- osservasti- “te ne faccio io uno più bello”
“A me piace questo”- ripetei convinta.
Il titolo, quella zampa d’orso gelata, quella nebbia : ci vedevo tutto quello che era nella mia
angoscia. E andavo oltre quel grigio, e vedevo e sentivo qualcosa che mi emozionava.
Ci sedemmo a tavola. Le tre mogli amiche avevano, ognuna, il quadro, regalo del marito
per la festa di San Valentino.
Dopo un po’ ti alzasti in silenzio e sparisti. Tornasti quasi subito. Ti sentii borbottare:
“Ne vuole 60.000 (lire). Gliene ho offerte 30: Mi telefonerà.”
Ero contrariata da quel mercanteggiare su un’opera d’arte che sapeva rappresentare con “Niente”
il “Tutto e niente “ della mia vita
Dopo 15 giorni arrivò la telefonata.Il pittore accettava l’offerta.
“Potevo offrirne 15 “- fu il tuo commento.
Era la prima volta che mi facevi un regalo per San Valentino e fu anche l’ultima.
In 55 anni di matrimonio.
Mi è molto caro quel quadro. Tu non ci sei più. Ogni volta che lo guardo, mi perdo ancora
nell’”Infinito”, al di là di quel grigio che forse è acqua forse e nebbia e ci trovo tutto l’Amore
che ha incantato la mia vita.
Quella zampa d’0rso sei tu, con tutto il “Freddo” del tuo “Non amore” che è stato
il tormento dei miei giorni.