Finistère

Nel mistico sfondo dei tramonti
il peso delle nuvole sull’oceano
e sull’oscura foresta
preme in trepide volute
perdute nell’irrequieta intensità di diamante,
come un vascello scolpito in una rete d’alghe.
Tra le dorate evanescenze
la realtà dell’assenza è senza limite
e come grandine scoccano le frecce
delle domande, che il tormento scaglia.
Nel tuo volo improvviso
ti insegue il mio passo stanco,
la fede inerte nel dolore.
L’indomita passione è in ogni sogno,
è un tremolar d’ebbrezze
e di vaghe promesse avare di carezze.


Abbandono

Alla finestra gli alberi offrono reti
di oscuri rami segreti.
Nella fresca corteccia i fusti del mentre
riposano alle note di musica silente.
Nel chiuso fervore della vita interiore dell’ieri
la tristezza ,con tangibile mano,afferra cupi pensieri,
ospiti di cielo color miele e brina
nella sera vicina.
Chi mai crede nel tuo sgomento volto?
Sembri fuggito da una tela mai dipinta,
presentimento greve,
mare grigio azzurro, su cui un sole screziato
lentamente si posa dorato.
Eppure ritrovo una sete d’amore già sopita,
fino ad ieri perduta.


Ciò che verrà…

La luce soffusa illumina una domenica come le altre.
Le trofie con rucola e noci evocano sensazioni e odori di un recente passato.
-La casa è dove si trova il cuore- Ripete Maria con parole cariche di affanno,ricordando la frase di Plinio Il Vecchio.
Momenti di normale esistenza da riscoprire nel legame con l’ieri, improvvisamente infranto?
Come conciliare la vita in tutti i suoi aspetti,con l’essere moglie,
madre,figlia,lavoratrice e,ad un tratto, incastrare in tutto ciò anche i tempi della lotta al…. tumore?.
-Un giorno senza un minimo di serenità è inutile!-,esclama con voce roca,desiderosa di tuffarsi nella fonte del dolore e,all’istante, riemergerne purificata nella felicità del pianto,nella gioia della notte,dove è più facile nascondersi.
Si è appena svegliata da un sogno ad occhi aperti:ha ancora i lunghi capelli ricci color noisette. Tende l’arco nel bosco di S. Antonio ed i suoi stati d’animo vagano a spasso nel paesaggio abruzzese,costellato di sentieri di antiche scoperte di viaggio.
Ora,invece,rimugina con sguardo spento su sorprendenti, impellenti, cambiamenti.
Pallida e defilata,avverte come una mutazione nella nuova identità di donna, già ferita nella femminilità.
Non riesce a gestire la quotidianità con agio, ma non le importa molto del presente,vuole capire solo ciò che verrà dopo,il futuro che l’operazione e le terapie potranno regalarle.
Lacrime rabbiose annullano i fragili pensieri nell’angoscia, mentre influenze nuove operano in lei e molti aspetti dalla sua esistenza stanno andando a rotoli.
Intanto riattiva memorie parcheggiate nell’intimo,piaceri semplici,
barlumi di normalità,unico modo per restare a galla fra sinistri flutti.

E’ come una catarsi,disseminata a brandelli nel significato della parola domani .
Tutto è cambiato nel buco nero di una mammografia…
Un tumore in stato avanzato,monito oscuro della consapevolezza che ogni cosa sta ancora cambiando, avvolta in un bivio di inquietudine, nel disagio dell’ignoto,nel buio in cui ci si ritrova senza alcun preavviso.
Tutto si trasforma di nuovo,anche la musica, anche la canzone C’è un tempo di Ivano Fossati:non c’è altra possibilità che guardare avanti, comunque, nel quasi deserto,nella percezione di luoghi non luminosi, dominati dall’ineluttabile sopravvivenza alla morte.
Maria si smarrisce,navigando sempre più nell’impervio di un’ esperienza ai confini della certezza e del dubbio,la realtà del cancro.
Come lottare?
Forse il vento potrà cambiare le righe del quotidiano?.
Maria potrà volare alto e ritrovarsi nell’incanto del coraggio di tutte le donne che prendono la vita di petto?.
L’importante è non toccare il fondo,affrontando le corde della commozione che l’assale e cercare di trasformarla in positivo,creando momenti di evasione,confinando il dolore in angoli nascosti,dominando quell’oscura materia..
Come?
Bisogna già trovare delle risorse.
Quale sarà l’aspettativa di vita a causa di quel G3 diagnosticato quando ancora si sente piena di energie ed intellettualmente brillante?
Terrà a bada la malattia,con le sue stasi,le ricadute, il viso pallido senza ciglia e sopracciglia,il cranio pelato,il vomito,la sofferenza, l’apatia,le attese,la burocrazia delle carte e delle file,la stanchezza e quella violazione della parte più importante del suo corpo,il seno?.
Una sola la scelta: tentare di resistere,dare vita ai giorni.
Ecco,ora scintille di speranza volteggiano ad una ad una intorno ad un diverso colore…