Guerra

La notte si squarcia
cade a terra in frantumi
fa liquami e bitumi.
Tonanti siluri
gridano spergiuri,
frammenti prepotenti,
lucenti senza lumi.
Si contorce in lamenti.
Ansimi e spasimi
percorrono il suolo,
radenti come lame,
veloci come il suono.
Si aprono fessure
laviche nella falla
degli errori
che fa i pesi e le misure,
atavici orrori
degli antichi falsi eroi.
S’innalzano fitti rami
nudi come spade,
intessono un reame
di rivoli scarlatti.
Inghiotte in seno il groppo
dell’orrido boccone.
Scivola il burrone
nei recessi segreti,
l’oblio senza ritorno,
il buio e il nulla eterno.
Ripiomba, rimbomba,
si sveglia, si scuote
la vecchia madre Terra
all’eco della guerra.
Si corre, si salta
sulla falciata erba.
Si cola a picco, a fondo,
si gira sempre in tondo.
Si va in avanscoperta,
si ride sempre all’erta,
si grida all’aria aperta:
“Tutti giù per terra!”


Carcere

Tra quattro mura
è la mia vita,
spirale bianca di silenzi.
Ladra fu la mano
che presto a chiave
chiuse sogni di sudore,
atomi di nervi
schizzati sopra i tetti.
Uomo son ed erro invano,
ripiego il tempo ed i ricordi
tra rumori sordi.
La cella della libertà
è qui dentro di me,
inganno e ostilità
ha respinto lontano via da me.
Uomo son ed erro invano,
ma dal buco
ancora posso stringer
la tua colla mia mano.


A mia nonna

Bianchi pensieri
scivolano
su solchi grinzosi,
ma sulle curve ossute
spuntano
mandorli in fiore.
Passi vacillanti
e stanchi silenzi
di giorni senza peso,
in frementi attese
di mani vicine,
tra voli di ricordi
e cure stese al sole.
Ma sulle dita tremule
nascono
carezze leggere
sorrisi d’arancio,
ciliegie di parole.